Gli Hawks si portano sul 2 a 0

Josh Smith è il vero enigma indecifrabile per Scott Skiles

Gara2 tra Atlanta e Milwaukee nella notte alla Philips Arena termina con un'altra vittoria da parte degli Hawks per 96 a 86. Atlanta dunque conduce la serie per 2 a 0.

La partita inizia sulla falsa riga di Gara1, con i lunghi Hawks che prendono il sopravvento dai primi minuti dell'incontro con Horford che segna 8 punti e prende 3 rimbalzi in poco più di 5 minuti di gioco.

Dall'altra parte inizio on fire da parte del principe Luc Mbah a Moute che segna 8 dei primi 10 punti di Milwaukee, riuscendo a mantenere il contatto tra le squadre, prima di una folata di J-Smoove che negli ultimi 30 secondi del quarto segna 6 dei suoi 8 punti e porta il vantaggio a 8 lunghezze.

Ad inizio secondo quarto è Milwaukee che riesce a fare il break che li porta addirittura avanti nel punteggio (32 a 30) sfruttando una second unit piuttosto produttiva. Coach Woodson non è contento della sua panchina e rimette dentro Horford, Johnson e Bibby quasi subito.

Proprio i primi due si mettono all'opera e riprendono la leadership della gara, con il solo Ilyasova che prova a tenere botta. Si va all'intervallo sul 52 a 46 Atlanta, con un Horford fin qui dominante in attacco e autore di 15 punti, e dall'altra parte un Ilyasova in grande spolvero, autore di 13 punti e 10 rimbalzi nei primi 24 minuti di gioco.

Il terzo quarto però si fa subito in salita per coach Skiles, che lascia in panchina il suo uomo più caldo per i primi 7 minuti e subisce un parziale di 11 a 2 frutto di una serie di errori al tiro e di 2 palle perse di un Salmons in piena crisi.

I Bucks però dimostrano di non voler mollare la partita, e grazie nuovamente all'aiuto della panchina, Stackhouse e Ridnour su tutti, riesce a cavallo tra terzo e quarto quarto a fare un break di 11 a 1 utile a riportare lo svantaggio sotto la doppia cifra.

La partita si fa un po' più combattiva e ad un certo punto la partita diventa una sfida all'ultimo canestro tra un inarrestabile Joe Johnson e un Salmons finalmente ritrovato, che smette di accontentarsi del tiro dalla media e lunga distanza e prova ad attaccare il ferro.

La sfida tra i due però rimane fina a se stessa, e la classe del numero 2 degli Hawks rimane superiore a quella dell'ex Bulls. Il vantaggio così è destinato ad aumentare fino al +18 che a 3 minuti dalla fine congela la partita.

Atlanta non segna più, ma ormai per Milwaukee c'è solo più il tempo di attenuare i contorni della disfatta, preparandosi psicologicamente alla prima gara casalinga della serie.

Cosa ha funzionato

Per Atlanta al solito il gioco interno è quello che ha dato i frutti maggiori, ed è stato quello che all'inizio ha permesso di prendere il vantaggio necessario a comandare la gara senza troppi problemi. Josh Smith, autore di 21 punti e Al Horford, con 20 (pareggiato il suo career high ai playoff) non hanno trovato molti ostacoli nel pitturato e la concretezza di un positivo Marvin Williams che con 11 punti e 6 rimbalzi ha permesso ad Atlanta di portare a casa la partita.

Nella propria metà  campo poi, da rimarcare un'altra gara con 8 stoppate di squadra, indice di come per i Bucks sia difficile arrivare al ferro e una difesa di squadra davvero attenta, con la ciliegina sulla torta di un Joe Johnson che in marcatura non ha concesso nulla a Jennings.

Non si può poi far altro che ammirare la completa immarcabilità  di Josh Smith in questa serie. L'ala di Atlanta ha infatti una media in questa serie di 16,5 punti con un'irreale 71,4% al tiro, 12 rimbalzi 3 stoppate e ben 6,5 assist, andando questa notte a 1 solo assist dalla tripla doppia. Cifre da MVP della serie e senza nemmeno mettere le marce alte a giudicare dalla facilità  con cui gioca.

Di positivo questa volta c'è anche stata la tenuta mentale della squadra. Il parziale come da consuetudine è stato subito anche questa volta, però è stato contenuto e non ha mai fatto rientrare i Bucks in gara in modo convincente. Questo soprattutto grazie alla classe di Joe Johnson, che con i suoi 11 punti nel quarto quarto (27 per lui in totale) ha sopito ogni tentativo di rimonta degli avversari.

Sul versante opposto, invece, ormai è chiaro il disegno tattico di Milwaukee.
Coach Skiles ha deciso di concedere ai lunghi avversari quello che comunque, data la differenza di potenziale, si riuscirebbero a prendere ugualmente, ma di blindare il perimetro e di concedere il meno possibile agli esterni Hawks.

Il lavoro da parte del team del Wisconsin è riuscito. A Crawford sono stati concessi solo 5 punti e a Bibby 10, frutto però di uno scarso 2 su 8 al tiro, indice di buona difesa su di lui. Altro aspetto particolarmente positivo per i Bucks in questa partita è stato l'apporto della second unit, con la quale si è riusciti a fare break importanti e a mettere in difficoltà  l'attacco Hawks.

Tutta la panchina ha infatti un plus/minus positivo, in cui spicca il +14 di Gadzuric, a cui Skiles ha regalato minuti e responsabilità , che hanno fruttato 6 punti e 6 rimbalzi. Sempre parlando di second unit, anche se si tratta di un titolare mascherato da sesto uomo, il turco Ilyasova è stata una spina nel fianco degli Hawks, e ai 13 punti, ottenuti tutti nei primi 2 quarti, ha aggiunto 15 rimbalzi.

Proprio i rimbalzi sono stati il fattore che ha mantenuto la squadra di coach Skiles in partita, in particolar modo quelli offensivi, che son stati ben 18 e hanno garantito un buon numero di secondi tiri.

Cosa non ha funzionato

Se non fosse stato per i 27 punti di joe Johnson, nati 23 tentativi, gli esterni Hawks avrebbero prodotto davvero troppo poco in questa Gara2. Ovviamente per Atlanta il bicchiere è mezzo pieno, però non si può far a meno di far notare che se non fosse stato per le orrende percentuali di alcuni uomini chiave Bucks, la vittoria sarebbe stata maggiormente in discussione.

Crawford si è preso una giornata di pausa e non è stato incisivo come ci si aspettava, e anche Bibby ha faticato non poco, sistemando le cifre solo a punteggio acquisito.

Per Milwaukee in questa gara è facile individuare il problema, e questa volta si può anche dare un nome e un cognome. Brandon Jennings. Il rookie ex Roma, infatti, non ha dato continuità  a Gara1, dove con i suoi 34 punti aveva mantenuto la sua squadra in linea di galleggiamento per buona parte dell'incontro.

Questa notte per lui ci sono stati solo 9 punti, con un 3 su 15 al tiro che dimostra tutte le difficoltà  del ragazzo a giocare una intera serie di playoff da protagonista. Limitare tutto alla brutta partita di Jennings però sarebbe ingiusto, oltre che fuorviante.

Brandon è sempre un rookie ancora ventenne alla sua prima esperienza nella lega che si trova ad affrontare più responsabilità  di quelle che dovrebbe avere a causa delle assenze pesanti della squadra.

Ci sarebbe quindi da aggiungere che la gestione delle rotazioni non è stata così impeccabile. Andava probabilmente cavalcato di più il turco Ilyasova, che oltre a fornire un gioco più difficilmente gestibile difensivamente per gli avversari, ha contribuito sotto le plance più di tutti gli altri lunghi Bucks messi insieme.

Tenerlo fuori nel parziale che ha sostanzialmente tracciato il solco definitivo tra le due squadre è equivalso a darsi una zappata sui piedi, anche se quello del turco è stata probabilmente l'unica pecca gestionale di coach Skiles durante la gara, avendo Scott saputo cavalcare molto bene Gadzuric, Ridnour e Stackhouse.

Altro dato da sottolineare sono state le percentuali al tiro.
Il 16,7% da tre punti trova giustificazione nell'attacco poco strutturato e nel tentativo di trovare una soluzione personale da parte della coppia Salmons – Jennings, che hanno combinato per un 1 su 11 dal perimetro.

Il dato che trova però meno giustificazioni è il 57,1% con cui son stati tirati i liberi. Vero che ad ammazzare le percentuali son stati uno 0 su 5 da parte di Mbah a Moute (che tira in carriera con il 70%) e Dan Gadzuric (un orrido 40% per lui in stagione) e che mettere dentro anche solo 3 di quei 5 tiri avrebbe cambiato poco nell'economia dell'incontro, però gli errori sono arrivati in un momento in cui i Bucks stavano tentando il recupero, e hanno tarpato non poco le ali alle speranze di rimonta.

Chiave dell'incontro

Già  detto della immarcabilità  in questa serie di Josh Smith, bisogna far notare come i break decisivi dell'incontro siano arrivati quando Atlanta è riuscita a correre. In contropiede, con gli atleti che ha a disposizione, la squadra di Woodson è letale e i parziali sono li a dimostrarlo. Contropiedi che derivano principalmente dalla tattica difensiva adottata dai falchi.

Johnson su Jennings e le continue rotazione e i cambi accettati da parte della difesa hanno mandato in completa confusione l'attacco dei Bucks, già  in difficoltà  di suo, e ne sono scaturite una miriade di palle recuperate convertite poi in punti veloci.

Quando però un incontro trova un padrone ben saldo al comando, c'è da chiedersi anche se una delle chiavi non sia nella prestazione degli avversari. Principalmente questa notte negli esterni di Milwaukee. Vero che la difesa su di loro è stata più che buona, purtroppo però le lacune dei Bucks sono state evidenti.

Per il tipo di giocatore che è al momento, infatti, Jennings è efficace solo se riesce a produrre punti e ad avere buone percentuali. Questo perchè dando continuità  all'azione offensiva, costringe gli avversari a chiudere di più gli spazi e a lasciare a Brandon la possibilità  di scaricare meglio e a mettere in ritmo i compagni, dandogli più spazio per la conclusione.

Brandon infatti non ha nelle sue caratteristiche quella di far girare bene l'attacco. Ci riesce però quando può essere efficace offensivamente, perchè prendendo fiducia ha la possibilità  di sfruttare la sua visione di gioco perimetrale nei suoi penetra e scarica.

Se si considera poi che Salmons ha caratteristiche simili, e in caso di giornata nera tende anche lui a voler strafare giocando più per se che per gli altri, è automatico che l'attacco dei Bucks perda efficacia nella sua globalità , risultando statico e monodimensionale.

Aggiustamenti per Gara3

Con la serie sul 2 a 0 ora Atlanta va a giocarsi la qualificazione a Milwaukee. Coach Woodson deve essere bravo non tanto a fare aggiustamenti tattici, visto che il gioco sugli interni sta dando i frutti sperati, quanto a lavorare sull'approccio che dovranno tenere i suoi giocatori nel prossimo incontro.

Il record in trasferta di Atlanta in Regular Season non è da squadra da playoff e anche se il vantaggio tecnico nei confronti degli avversari è tangibile, deve cercare di portare a casa la prima delle gare nel Wisconsin, per evitare di allungare la serie più del necessario.

Fondamentale sarà  partire bene e prendere subito un buon vantaggio nei primi 12 minuti, in modo da mettere subito i Bucks alle corde.

Dal canto suo, coach Skiles deve cercare di trovare qualche soluzione al gioco esterno dei suoi. La tattica di concedere qualcosa di più ai lunghi avversari è l'unica percorribile, però una volta riuscito a limitare le guardie di Atlanta ha bisogno di ottenere di più dai suoi elementi di spicco.

Jennings deve essere bravo a buttarsi alle spalle la prestazione di questa notte, mentre Salmons deve essere più concreto, congelando meno la palla e soprattutto accontentandosi meno del tiro da fuori, provando a buttarsi di più a canestro, cosa che nelle fasi conclusive di gara2 gli ha consentito di segnare canestri importanti più che per il risultato per ritrovare il feeling con il canestro.

La prossima per i Bucks sarà  la gara della svolta, anche perchè difficilmente riusciranno a tenere per più partite Bibby e Crafword ai livelli di Gara2, e se non portano a casa la prima delle partite al Bredley Center, potrebbe anche arrivare lo sweep.

Quotes of the game

Mike Woodson sulla difesa di Joe Johnson su Jennings “Brandon è rapidissimo, ma Joe ha fatto un gran lavoro. E anche quando abbiamo dovuto ruotare i lunghi gli hanno sempre concesso tiri in sospensione invece che penetrazioni”

John Salmons: “Nel terzo quarto non siamo stati capaci di rispondere al loro attacco fatto di corsa e rapidità . Nel prossimo incontro dobbiamo giocare più duramente per tutti i quattro quarti dell'incontro”

Joe Johnson: “Devo ringraziare i miei compagni che mi hanno messo nelle condizioni di fare bene. Ora sappiamo che Milwaukee cercherà  di portare a casa la prossima gara e non molleranno fino alla fine”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi