L'immagine, tratta da Wikipedia, che descrive l'effetto Magnus
Vi siete mai chiesti perché una palla curvi? Perché assuma improbabili (agli occhi di un profano) traiettorie a mezz'aria anziché andare via dritta? Chiaramente è un concetto collegato al "taglio" o alla rotazione della palla, ma pochi, anche fra i professionisti, saprebbero spiegare bene il principio.
Play.it lancia oggi il suo Pitch Clinic, un grande speciale nel quale con articoli e blog vi spiegherà come effettuare i diversi tipi di lancio e chi siano stati i grandi specialisti di ogni tempo. Prima di addentrarci però nella tecnica e nella storia, dobbiamo necessariamente fare una digressione scientifica per spiegare l'effetto Magnus, che è responsabile della "rottura" (break) della traiettoria dei lanci e che ritroveremo poi spesso quando parleremo di tecnica. Naturalmente non vi offriremo un trattato di fisica (potrete senz'altro approfondire le vostre ricerche su internet), ma cercheremo di spiegarvi in termini semplici ed in sommi capi questo effetto.
Che forze agiscono su una palla lanciata?
La prima è quella impressa dal lanciatore, naturalmente. Non c'è solo il braccio, ma anche il gomito, il polso, la spinta dei piedi sulla pedana e la rotazione dell'anca. Vari studi scientifici hanno dimostrato che la velocità di un lancio aumenta proporzionalmente alla velocità di rotazione dell'anca, che risulta essere molto più importante di quanto si pensi. Questa forza è ovviamente la principale nel determinare la velocità del lancio prodotto, ma agisce solo sul piano orizzontale, dal rilascio della palla fino al guanto del catcher.
C'è poi la resistenza dell'aria, che rallenta il lancio progressivamente, contrastando la forza del lanciatore. Tutte le palle devono confrontarsi col muro invisibile opposto dall'aria, e penetrarlo. La velocità di un lancio al momento del rilascio è superiore a quella del momento d'arrivo a casa base proprio per questo motivo. Anche la resistenza dell'aria, però, agisce esclusivamente sul piano orizzontale, in direzione opposta rispetto a quella del lancio.
La terza è la forza di gravità . Tutte le palle lanciate vengono spinte verticalmente verso il basso. Chiaramente quelle lanciate con maggior forza subiscono meno la spinta della gravità perché il loro tragitto dura di meno, rendendo meno visibile e tangibile la sua influenza. Questa forza, ovviamente, agisce solo sul piano verticale.
La Forza di Magnus
L'ultima forza è quella di Magnus, che prende il nome da Heinrich Magnus, fisico tedesco che la descrisse nel diciannovesimo secolo. L'azione viene illustrata dall'immagine allegata all'articolo, presa da Wikipedia.
Questa forza dipende dalla rotazione (spin) della palla lanciata. Ogni palla riceverà una spinta perpendicolare al punto in cui viene colpita dall'aria, seguendo la direzione dello spin.
Osservando l'immagine, si può supporre che la palla venga lanciata da sinistra verso destra, con topspin (rotazione in avanti, come si può notare dalle frecce sulla palla). L'impatto con l'aria, simboleggiato dai triangolini rossi, avviene frontalmente rispetto allo spin. Secondo l'effetto di Magnus, vi sarà una forza che agirà sulla palla a 90° rispetto all'impatto, seguendo lo spin in quel punto. Essendo uno spin in avanti (che sul punto di impatto con l'aria, tende verso il basso), la forza spingerà la traiettoria verso il basso, sommandosi alla forza di gravità e producendo in pratica la traiettoria di una curveball (palla curva).
Similarmente, se lo spin fosse stato all'indietro (backspin), la forza avrebbe agito spingendo la traiettoria della palla verso l'alto e contrastando la forza di gravità . In certi casi, potrebbe anche portare all'innalzamento della traiettoria durante il volo della palla, come osservato talvolta in alcuni tipi di fastball.
La forza di Magnus è dunque ciò che fa curvare la traiettoria dei lanci, e dal momento che dipende dallo spin impresso alla palla lanciata, può agire su qualsiasi piano, a seconda della rotazione: da quello verticale, a quello orizzontale oppure obliquo. Non solo, la forza aumenta con la velocità del lancio e con l'aumento delle rotazioni. Una palla con più spin (che giri più vorticosamente su sé stessa) avrà una traiettoria più "rotta" rispetto ad una con meno spin.
L'effetto Magnus è osservabile in tutti gli sport dove venga impressa rotazione ad una palla: calcio, tennis e baseball sono solo tre esempi. Naturalmente, nei casi in cui manchi la rotazione della palla, ad esempio nel caso di knuckleball, l'effetto Magnus sarà assente ed agiranno solo le altre tre forze.
Avendo spiegato questo principio fondamentale, tra qualche giorno potremo iniziare a parlare di tecnica, nel nostro blog Pitch Clinic e di storia, nella nostra rubrica A Pitch's Tale.