Sempre più dominante, Al Jefferson ha caricato tutta la squadra sulle sue possenti spalle.
I Celtics hanno sempre qualche giocatore sotto i ferri del chirurgo. Questa settimana è toccato a Tony Allen subire un intervento in artroscopia per l'infortunio al legamento crociato. Nel frattempo Al Jefferson continua a mostrare il suo talento superando dopo 3 anni quota 20 rimbalzi per un Celtic e diventando il faro dei biancoverdi ancora sani.
Risultati
Boston Celtics @ Detroit Pistons 73-81
Boston Celtics @ Atlanta Hawks 96-100
Sacramento Kings @ Boston Celtics 96-91
Commento
Nella seconda parte del mese di dicembre i Celtics hanno inanellato una serie di 6 sconfitte, poi interrotte il primo di gennaio. Ora con l'ultima sconfitta contro Sacramento la striscia negativa è aperta ancora a 6 sconfitte, record stagionale eguagliato ma, come è possibile leggere nella sezione "Appuntamenti e classifiche", questa striscia rischia di allungarsi ulteriormente.
Un osservatore poco attento potrebbe pensare che nei Celtics ci siano rivolte, spogliatoio spaccato, allenatore incompreso, dirigenti inascoltati, invece nulla di tutto questo sta accadendo. Certamente il clima non è dei più felici, ma è presente la speranza e la voglia di migliorare. Sentiamo BigAl: "anche se perdiamo, stiamo migliorando ogni giorno".
Come testimoniato da Jefferson, i giocatori rimasti attivi sono concentrati nel migliorare sé stessi e la loro intesa in campo, e questo sta riuscendo perché si può vedere partita dopo partita. Eppure le vittorie ancora latitano ed apparentemente è difficile da comprenderne il motivo, ma, a parte la giovinezza dei giocatori che porta errori che diventano fatali per il conseguimento del risultato finale, una differente chiave di lettura è consultabile nella nuova sezione "spazio tanking".
Questo decreta la fine delle speranze di partecipare ai play-off? Chissà , tutto può succedere, ma abbiamo già ventilato questa ipotesi nelle settimane scorse ed i fatti recenti ci stanno dando purtroppo ragione.
Nel frattempo i giocatori stanno cercando di migliorare sé stessi e vogliono mettersi in mostra per farsi vedere pronti ed utili per la prossima stagione, quella che si sta già definendo ora come del possibile riscatto.
Fuori Pierce, Wally, West (rientrato solo nell'ultima partita) e recentemente Allen, il vero faro in campo per i biancoverdi è rimasto Al Jefferson. "Questa esperienza (gli infortuni dei compagni di squadra) mi ha insegnato ad essere un uomo". Poi prosegue con un interessante aneddoto: "sapete cosa mi ha detto Danny al mio compleanno (4 gennaio)? Ora che hai raggiunto i 22 anni non puoi più considerarti un prospetto, ora devi far vedere quello che vali. Devi farlo".
Il general manager Danny Ainge ha sempre creduto in Jefferson, lo ha fatto quando Jefferson era criticato, lo sta facendo ora che vede Al sbocciare, ma ha l'esigenza di indirizzare il suo talento verso i canali giusti per continuare a migliorare e proseguire la sua efficacia in campo. Inoltre Ainge, come ha confessato Jefferson, riesce a sollecitare i giusti tasti nel giocatore, riuscendo a farsi ascoltare ed a dirigerlo verso la retta via.
Ora BigAl ha raggiunto l'invidiabile primato di vantare una doppia doppia di media in stagione con 13,5 punti e 10,3 rimbalzi. Per essere considerato una vera stella ci vuole ancora molto lavoro ed impegno, con il raggiungimento di 20 punti di media, che presumibilmente non ci riuscirà entro breve, ma la strada è quella giusta e tutti noi speriamo che ce la possa fare. Nel frattempo ci gustiamo un BigAl sempre più efficace e forte.
Si dice che "20 punti l'NBA non vengono negati a nessuno", ed in effetti è così, visto che anche il 15esimo del roster biancoverde, tale Allan Ray, ne ha messi 22 contro Atlanta, beneficiando dei minuti messi a disposizione da un Green troppo falloso. Il problema è poi confermarsi, ma purtroppo Ray non è che faccia molto oltre a tirare, e se il tiro non va non vediamo come possa essere utile in altri modi, ma è una scommessa che Ainge vuole provare, tanto mal che vada ci si perde poco.
Infortuni
Non è ufficiale, ma poco ci manca: fino all'All-Star Weekend di metà febbraio possiamo dimenticarci di vedere Paul Pierce in campo. Questa considerazione viene fatta valutando le condizioni attuali del piede del giocatore che non consentono di vederlo in campo prima dell'inizio del prossimo mese, poi ovviamente ci vuole almeno una decina di giorni per fargli riprendere la confidenza col campo. Non conviene rischiare la salute del giocatore per risollevare le sorti della franchigia che faticherebbe in ogni caso a riconquistare i play-off. Ben venga quindi un po' di prudenza per averlo al meglio l'anno prossimo.
I recenti raggi X confermano un tiepido miglioramento ed i successivi verranno effettuati il prossimo mercoledì, dopo dei quali potremo avere notizie più attendibili riguardo un suo ritorno in campo. Nel frattempo Pierce prosegue il suo mantenimento del tono muscolare muovendo i muscoli delle gambe su di una bicicletta da palestra e non ha perso il buonumore, sentiamolo: "può darsi che questo (infortunio) possa allungare la mia carriera, con questo periodo di riposo". Il giocatore inoltre è preoccupato del fatto che non riesca a partecipare all'All-Star Game, programmato per i giorni dal 15 al 19 febbraio, ma è anche consapevole che la salute è più importante.
La guarigione della slogatura alla caviglia di Wally Szczerbiak è più lunga del previsto e quindi il rientro del giocatore contro i Kings è stato rimandato almeno a metà della settimana prossima. Il giocatore ed i medici vogliono essere sicuri della guarigione prima di fargli rivedere il campo.
Per Delonte West invece la guarigione alla schiena si è compiuta prima della fine della settimana e ha potuto riprendere a scendere in campo in tempo per affrontare i Kings.
Il 13 gennaio scorso Tony Allen è stato operato al legamento crociato del ginocchio sinistro dal dottor Brian McLeod. Tutto è andato bene e Doc Rivers riferisce che il giocatore ha uno spirito positivo, necessario per una pronta guarigione che non può essere inferiore ai 5 mesi oltre al tempo necessario per riabituarsi allo spirito competitivo delle partite.
La settimana prossima potrebbe essere quella buona per il ritorno in campo di Brian Scalabrine. Lunedì prossimo proverà a testare il ginocchio operato al legamento collaterale mediale ed al menisco del ginocchio destro. In assenza di problemi potrebbe essere in campo lunedì prossimo, altrimenti il suo rientro verrà spostato al mercoledì successivo. Questo almeno sono le notizie delle fonti ufficiali, noi invece crediamo che in assenza di un prolungato test del ginocchio sia impossibile per il giocatore rientrare in campo. Sul ginocchio posa tutto il corpo ed è difficile che possa giocare in una partita ufficiale dopo soli pochissimi giorni dal primo test del ginocchio.
Curiosità
Contro Detroit Al Jefferson ha catturato ben 22 rimbalzi. Oltre ad essere il suo record di carriera, è dal primo marzo 2004 che un Celtic non riusciva a superare la soglia dei 20 rimbalzi. Tre anni fa è stato Mark Blount a riuscirci.
Un imbarazzante teatrino è accaduto subito dopo il termine della gara contro Sacramento. Corinne Grousbeck, moglie del capo dei Celtics Wyc, ha invitato 9 dei suoi amici ad una sessione di autografi non preventivata e che è stata vista da tutti come un'iniziativa di poco gusto. Alcuni amici sono entrati negli spogliatoi quando i giocatori ancora non erano completamente vestiti ed un'amica si è fatta firmare l'autografo sulla nuda pelle della spalla sinistra. Pierce e Szczerbiak hanno atteso l'arrivo degli amici di Corinne fuori degli spogliatoi.
L'assistente allenatore Clifford Ray, che cura il settore lunghi, ha ricevuto dall'università che ha frequentato, Oklahoma, una riconoscenza in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni di attività cestistica dell'università . È attualmente il terzo rimbalzista dell'ateneo di tutti i tempi.
I migliori della settimana
12 + 22, 18 + 17, 23 + 11. Sono i punti ed i rimbalzi di Al Jefferson questa settimana: ci sono dubbi su chi sia il migliore? Sul secondo classificato invece la scelta è più difficile. Escluso West per aver giocato solo una partita, anche se superlativa, escluso anche Ray per aver giocato sempre, ma solo in un'occasione si è fatto notare, sostanzialmente i papabili sono soltanto Green e Gomes. Anzi, se Gerald non avesse steccato la gara contro Sacramento sarebbe stato sicuramente secondo, ma purtroppo per lui ha avuto una pausa e Gomes ha messo a segno una doppia doppia che ha ribaltato le carte in tavola. Alla fine è più importante la costanza della prestazione singola ed è importante eccellere anche in altri aspetti che non siano i soli punti, quindi va a Gomes il premio come secondo classificato.
Classifica aggiornata:
13 Pierce
11 Jefferson
5 Allen
4 Szczerbiak
3 Gomes
Appuntamenti e classifiche
La settimana prossima attende i Celtics con ben 4 partite:
sabato in trasferta contro Washington
lunedì in casa contro San Antonio
mercoledì in casa contro Atlanta
venerdì in trasferta contro Toronto
Decisamente difficile la settimana che attende i Celtics, anche se all'atto pratico tutte le partite sono difficili per questi Celtics. Le prime due partite sono abbastanza proibitive, con due squadre abbondantemente sopra il 50% e che lottano per andare più avanti possibile nel ranking.
Le altre due sono più abbordabili, ma mentre la seconda vuole andare ai play-off, non siamo sicuri che Atlanta abbia tutta questa passione di non essere in vacanza a maggio. Non diciamo che giocheranno a chi sbaglia più tiri, quando sei in campo la voglia è quella di vincere, ma il talento tecnico è tale che non è possibile fare sogni di gloria, ma se c'è da tirare indietro, l'allenatore avrà sicuramente ricevuto informazioni in tal senso. Affronteremo il problema nel nuovissimo "Spazio tanking" alla fine di questo report.
Le sei sconfitte consecutive hanno inciso profondamente nel record della nostra squadra preferita. L'ultimo posto dell'Atlantic Division è ancora in mano ai 76ers, ma Boston li sta seriamente minacciando e sta cercando (in senso figurato) a strappargli questo poco invidiabile primato. Per quanto riguarda l'Eastern Conference sia Atlanta che Charlotte hanno una vittoria in più dei Celtics, mentre in una visione globale solo la già citata Philadelphia e Memphis hanno un record peggiore, rispettivamente di una e due vittorie in meno. Ormai siamo costretti a guardare solo le vittorie perché la percentuale è così bassa che non è più conveniente osservarla per chiarire le situazioni in classifica.
Per chi spera sempre in un approdo ai play-off la distanza dalla prima dell'Atlantic Division (New Jersey) è pari a 6 lunghezze e mezza, ovvero 11 risultati utili, un distacco che inizia a farsi pesante.
Spazio tanking
Inauguriamo questa settimana questa nuova rubrica, dedicata alla tanto discussa pratica del perdere per avere più possibilità di scegliere al numero 1 al draft. Già le settimane scorse abbiamo accennato a questa pratica di tanking, ma da questa settimana avrà uno spazio fisso e più ampio.
Proseguiremo nelle prossime occasioni di finire di rispondere alle domande che ci siamo fatti le settimane scorse perché in questa sede vogliamo affrontare un problema interessante, già accennato poco fa: l'allenatore ed il tanking.
È noto che l'allenatore, assieme ai giocatori, è il più coinvolto nella buona riuscita della partita, infatti quando si vuole cercare i colpevoli per un periodo sfortunato della franchigia si guardano prima di tutto i giocatori, ma chi ne fa le spese in genere sono prima di tutto gli allenatori.
Essendo così esposti, quando si parla di tanking in teoria gli allenatori non ne vogliono neanche sentir parlare, perché qualche sconfitta in più od in meno può voler dire perdere o mantenere il lavoro. In teoria è così, ma se nella pratica c'è qualche forma di accordo, tacito o concordato, tra allenatore e dirigenza, di far perdere la squadra senza dare nell'occhio, allora l'allenatore non vedrebbe la sconfitta come fumo negli occhi.
Pensiamo ad una partita punto a punto, ogni episodio può essere importante e decisivo per la vittoria, ed allora l'allenatore che ha ricevuto ordine di non far vincere la propria squadra inizia a sbagliare qualche cambio, mette dentro un difensore inefficace per l'attaccante avversario o fuori forma, oppure un giovane poco esperto in finale tirati, oppure ancora non cambia un giocatore in evidente affanno. Ecco che quindi la sconfitta può essere facile da ottenere, l'allenatore subisce qualche critica, ma ha le spalle coperte da una dirigenza che approva il suo operato e lo protegge trovando scuse e giustificazioni che tolgono dall'allenatore le colpe della sconfitta.
Per caso avete sentito cosa dice Ainge di Rivers? Ne parla poco, cerca sempre di stare su di un basso profilo, e qualunque sua parola è conciliante, benevola, quasi giustificatrice dei risultati, e conclude sempre dicendo che Doc ha la completa fiducia della dirigenza, anche nei periodi in cui Doc non ottiene buoni risultati. Non vi dice nulla aver fatto entrare un Telfair in serata-no nel momento più importante della gara contro i Kings e da lì gli avversari hanno portato a casa la vittoria?
A risentirci.