Andre Miller: MVP di gara uno.
Una serie di playoff inizia davvero con la prima vittoria in trasferta.
Così recita una vecchio adagio americano ed i Blazers hanno espugnato l'US Airways Center di Phoenix, dimostrando che anche senza Brandon Roy possono tenere aperto l'esito finale della sfida al meglio delle sette partite.
È inutile girarci attorno – commenta Alvin Gentry, coach dei Suns, nel dopo-gara – loro hanno fatto quel che dovevano fare per vincere ed hanno trovato delle grandi azioni nel finale, per questo hanno vinto.
Per alcuni addetti ai lavori il successo di Portland è stata una vera sorpresa, a maggior ragione dopo l'infortunio occorso al suo franchise player ed alla luce dello stato di forma di Phoenix, la squadra con il miglior record dopo l'All Star Game.
Tra le varie reazioni al risultato c'è chi, giustamente, sottolinea tanto i meriti della squadra vincente quanto gli errori di chi godeva del favore del pronostico. Henry Abbott, giornalista di ESPN, individua in una sostituzione avvenuta a metà della frazione conclusiva una possibile chiave di volta del match. Con il punteggio in parità Gentry rimette in campo Channing Frye al posto di Louis Amudson e da quel momento Portland va a segna in otto dei dieci possessi successivi, infilando il parziale che metterà (quasi) il risultato al sicuro.
La coppia di lunghi per più tempo in campo è stata quella formata da Frye e Stoudemire, a scapito degli specialisti difensivi Amudson-Collins. La vocazione offensiva dei Suns non ha pagato questa sera come in regular season e per la terza volta il punteggio a sei cifre e la gara a chi fa un canestro di più ha premiato i Blazers.
In realtà Portland non ha fatto un solo canestro in più degli avversari, ma a cronometro fermo ha tirato 15 volte di più, infilando dieci tiri liberi più dei padroni di casa. I Blazers sono stati molto più aggressivi su entrambe le metà campo, contestando i tiri dal perimetro degli specialisti e limitando Stoudemire (18 punti) ad un mediocre 8/19 dal campo ed alla miseria di tre tiri liberi in tutto il match.
I Blazers hanno vinto la sfida nel pitturato (44-38) ed incredibilmente anche quella in campo aperto (10-4), ma più di ogni altra cosa hanno messo in mostra le lacune difensive dei Suns, incapaci di trovare una soluzione alle penetrazioni della coppia di guardie Miller-Bayless. La strana coppia di guardie dei Blazers totalizza 49 punti complessivi e segna 25 degli ultimi 35 punti della squadra.
L'ex Arizona State ha contribuito con 18 punti partendo dalla panchina e McMillan lo ha preferito a Fernandez down the stretch. Ovviamente senza Brandon non abbiamo nessun altro che attacchi il canestro al di fuori di Andre – ha spiegato Bayless – perciò questo è quello che ho cercato di dare.
Andre Miller ha dominato offensivamente la partita dall'alto dei suoi 31 punti e 8 assist e nella foto in alto lo vediamo rientrare nella propria metà campo dopo aver infilato una tripla tirata alla sua maniera, senza alzare i piedi da terra. Un tentativo non contestato dai Suns che ha portato in vantaggio Portland e che è stato il via di un parziale di 14-5 che avrebbe chiuso la partita.
Avrebbe, perché i Blazers nell'ultimo minuto ne hanno combinate di tutti i colori: Camby in completa solitudine sbaglia una schiacciata a due mani e dalla lunetta lui, Aldridge e Bayless hanno fallito 6 tiri liberi su 8; in particolare tremano le gambe al ragazzo di casa: lo 0/2 dalla lunetta del solitamente precisissimo Bayless a 12 secondi dalla fine concede a Phoenix la tripla del pari.
Portland ha fatto una grande partita, mentre Phoenix ha molto da aggiustare in vista di Game-2, ma se solo un tentativo finito corto di Nash ha fatto la differenza tra le due squadre è evidente che in Arizona ci sono tutte le condizioni per rovesciare l'inerzia della serie. È probabilmente a questo che si riferiva coach McMillan quando a fine gara ha sostenuto pensiamo di poter giocare meglio di così.
Portland ha deciso di bloccare Stoudemire preferendo concedere al canadese il ruolo di scorer. Le lunghe leve di Batum, Aldridge e Camby sul parquet hanno intasato l'area e protetto bene l'area dalle penetrazioni, così i Suns che non hanno avuto uno Stoudemire a cui aggrapparsi sono ricorsi a numerosi jumpshot dal perimetro.
Non abbiamo fatto canestri che normalmente segniamo, abbiamo avuto un sacco di buoni tiri a disposizione, ma non siamo stati precisi, – è la spiegazione di Nash, miglior scorer dei suoi con 25 punti. – Loro continueranno a chiudere ogni spazio in area e noi dobbiamo fargliela pagare.
Le difficoltà di Amar'è sono culminate nel sesto fallo che lo ha tolto dal campo all'ultimo giro di lancette, mentre il diretto avversario finiva con 17 rimbalzi e 3 stoppate. Del grande impatto che può avere sulla serie Marcus Camby si è già detto in occasione della Preview, ma il centro di 37 anni ha voluto lasciare ad un compagno gli onori.
Andre è stato strepitoso. Là fuori è una specie di assassino silenzioso, il nostro leader tranquillo, sempre all'altezza della situazione al momento giusto.
Per Miller eguagliato il carrier high di punti in post-season, la maggior parte messi in faccia ad un anonimo Jason Richardson. L'emmevipì del match a due minuti dalla fine va in aiuto di Camby e costringe allo sfondamento Stoudemire, poi a tre secondi dalla fine mette i due liberi che sigillano l'upset. Una prestazione maiuscola, la sua, a tutto campo.
Gara-2 è in programma martedì notte, per Phoenix è già una must-win game. E nella sua storia Portland ha perso solo una serie di playoff su sedici, quando ha fatto sua gara-1.