Al Horford. Autore di 15 punti e 5 stoppate
Atlanta porta a casa la prima gara di playoff contro Milwaukee con il punteggio di 102 a 92.
Lo fa però faticando più del dovuto, soprattutto in considerazione del fatto che dopo i primi due quarti l'incontro sembrava essere già in ghiaccio.
Un primo quarto di primissimo livello in attacco sembrava tracciare un solco profondo tra le speranze dei Bucks e la realtà . Già in profonda difficoltà per l'assenza del loro centro titolare, Andrew Bogut, Milwaukee non riusciva ad arginare le offensive degli Hawks, ed erano soprattutto Horford e Smith, autori di 8 punti a testa e Marvin Williams (6 punti per lui) ad approfittare delle lacune dei cerbiatti sotto i tabelloni e a sancire il 34 a 17 che chiudeva i primi 12 minuti.
Nel secondo quarto la musica non cambiava, ma a cambiare erano gli interpreti. Milwaukee iniziava a dare qualche segno di vita, e Skiles provava ad attuare le prime contromosse, schierando Ridnour e Jennings insieme per provare a dare più incisività sul perimetro. Così facendo però si esponeva troppo agli esterni di Atlanta.
Se nella prima frazione infatti erano i lunghi a dominare la scena, nella seconda frazione erano Crafwford, Bibby e johnson a fare i danni maggiori, segnando 21 dei 25 punti totali del quarto e rispondendo a Jennings autore di 13 punti.
All'intervallo il punteggio diceva 62 a 40 per gli Hawks, con i Bucks che davano l'impressione di essere più passivi di quanto il punteggio non dimostrasse. Conoscendo il carattere di coach Skiles la pausa negli spogliatoi non doveva essere stata delle più soft per la compagine del Wisconsin e la strigliata dev'essere arrivata puntuale.
Al rientro in campo infatti Milwaukee pareva un'altra squadra, soprattutto difensivamente. Salmons, fino a quel momento non pervenuto, iniziava ad entrare in partita e a dare una mano a Jennings che dal canto suo continuava la sua buona serata offensiva.
I due, con 12 punti a testa, permettevano di ricucire lo strappo, prima con un parziale di 11 a 0, utile a riportarsi a meno 12 sul 70 a 58, poi con un'altra fiammata utile ad avvicinarsi fino ad un inaspettato meno 7. La terza frazione si chiudeva 81 a 70 per Atlanta, che grazie a una tripla di Mike Bibby riprendeva un po' di fiducia e scacciava i fantasmi di un'ulteriore rimonta.
La gara però era ancora lontana dalla conclusione e la buona difesa di Milwaukee non concedeva più buoni tiri ad Atlanta, che si doveva affidare in più di un'occasione alla classe di Joe Johnson. A 3 minuti dalla fine, però, con Atlanta in vantaggio in doppia cifra, era Bibby che provava a riaprire l'incontro perdendo 2 palloni alquanto discutibili e concedendo in un amen 4 punti a Stackhouse (poco incisivo questa sera) e Mbah a Moute. Milwaukee però dopo aver speso molte energie nel recuperare lo svantaggio dei primi due quarti, sbagliava i tiri che avrebbero potuto portarla ad agganciare Atlanta, e la freddezza ai liberi di Marvin Williams e Jamal Crawford metteva il sigillo sulla vittoria Hawks.
Cosa ha funzionato
Gli Hawks hanno avuto un contributo da tutti i giocatori del quintetto. Tutto lo starting five più il sesto uomo di lusso è andato in doppia cifra. Le percentuali al tiro, Crafword a parte, sono state ottime, e la squadra ha tirato con il 53,9% incluso un lusinghiero 6-11 da tre.
Grazie alla poca incisività dei lunghi avversari, oltretutto, i lunghi hanno potuto dedicarsi agli aiuti a centro area, e Horford e Smith, rispettivamente con 5 e 4 stoppate hanno costretto gli esterni avversari ad accontentarsi del tiro da fuori. Quando la partita si è incanalata in binari più difficili, inoltre, Atlanta ha sempre trovato un uomo che suonasse la carica e ristabilisse le distanze.
Per i Bucks ci sarebbe da spaccare la partita, nella prima parte non ha funzionato quasi nulla, con Salmons che pareva la controfigura di se stesso e una difesa nel pitturato che imbarcava più acqua del Titanic.
Nella seconda parte invece la squadra ha ripreso a funzionare e coach Skiles ha avuto un'intuizione che per un po' ha sorpreso Atlanta. A marcare Josh Smith è andato infatti Delfino, che marcando d'anticipo la PF degli Hawks è riuscito a limitarne i rifornimenti.
L'approccio difensivo tenuto da Delfino ha fatto sì che quando Atlanta provava a servire i lunghi in post, tutta la difesa collassasse al centro, negando le possibilità di uno contro uno a Smith e Horford e riuscendo a recuperare palloni e a prendere più rimbalzi. A questo va aggiunto il diverso rendimento di Salmons, autore di 12 punti nel terzo quarto, che ha iniziato a produrre offensivamente e a mettere a tabellone punti preziosi per la rimonta.
Ilyasova è stata un'altra chiave importante nella seconda parte di match, e finalmente con qualche gioco in&out i Bucks sono riusciti a stanare la difesa di Atlanta e a fare qualche punto nel pitturato.
Cosa non ha funzionato
Ovviamente la prima cosa che salta agli occhi è la solita incapacità di Atlanta di mantenere un vantaggio importante acquisito nelle prime fasi di gioco. Come da copione, ormai, bastano pochi minuti agli avversari degli Hawks per rimontare anche 15 punti di vantaggio.
Questo difetto, ormai cronico, è la più grossa spada di Damocle pendente sulla testa della squadra di coach Woodson. La difesa sugli esterni nel terzo quarto inoltre è stata decisamente rivedibile e anche quando era palese che Milwaukee avesse deciso di chiudere l'area, troppo spesso Atlanta si ostinava a provare a dar la palla sotto canestro, generando palle perse o tiri difficili.
Altro dato che salta all'occhio è il numero di rimbalzi concessi agli avversari. Una squadra fisica come gli Hawks che si trova ad affrontare dei Bucks privi del centro titolare non può farsi mettere sotto a rimbalzo come successo nel 3° quarto e il computo finale di 46 rimbalzi a 44 per i Bucks è indicativo di come sotto le plance ci siano state difficoltà .
Per Milwaukee nel primo tempo principalmente è stato l'approccio ad essere sbagliato. Logicamente non è facile presentarsi ad Atlanta senza il centro titolare e contro una squadra che per tutta la Regular Season tra le mura amiche ha viaggiato con il ritmo di una schiacciasassi.
Però regalare un quarto e mezzo ad una squadra talentuosa come gli Hawks è un peccato da non commettere nemmeno in condizioni psicologicamente difficili come i Bucks di questo inizio di serie. La timidezza dimostrata da Salmons e la poca determinazione dei lunghi nelle fasi iniziali della partita hanno da subito tarpato le ali alle speranze dei cerbiatti, che nonostante la rimonta tentata si sono trovati a dover recuperare una situazione troppo difficile.
Chiave dell'incontro
Per quanto sia scontato dire che la chiave dell'incontro è stata la differenza tra i lunghi di Atlanta e quelli di Milwaukee, non si può fare a meno di dire che è stato proprio questo l'aspetto che ha inciso di più sull'andamento della gara.
Offensivamente infatti gli interni Hawks hanno segnato il primo solco nel punteggio, dando il vantaggio che poi a fine gara si è rivelato decisivo. Nell'altro lato del campo poi è stato ancora maggiore l'effort che hanno potuto dare alla causa biancorossa.
Non dovendosi occupare troppo dei diretti marcatori, infatti, Smith e Horford hanno istituito una sorta di “no fly zone” all'interno del pitturato, chiudendo ogni possibile buco ai penetratori avversari e dando così il la alla vittoria della squadra della Georgia. Quando la partita sembrava farsi più complessa, inoltre vanno segnalati due canestri di Joe Johnson, autore alla fine di 22 punti, che hanno tarpato le ali alle speranze di rimonta dei verdeviola.
Aggiustamenti per Gara2
Indubbiamente tutti e due gli allenatori dovranno lavorare sulla testa dei giocatori. Da un lato Woodson dovrà continuare a lavorare sulla concentrazione dei suoi per evitare di lasciar per strada tutte le volte un cospicuo vantaggio, soprattutto facendo rallentare il gioco in certi momenti per evitare palle perse sanguinose.
Dal punto di vista del gioco invece al momento si può ritenere soddisfatto. La squadra ha prodotto con tutti gli elementi e ha sempre giocato nelle zone in cui gli avversari concedevano qualcosa, più interni nel primo quarto e più sul perimetro nel resto dell'incontro.
Il suo avversario Skiles invece dovrà evitare che i suoi scendano in campo così molli ad inizio incontro per provare a restare in partita e giocarsela punto a punto dall'inizio alla fine. Tatticamente inoltre dovrebbe forse osare di più un quintetto piccolo, dando più minuti ad Ilyasova da centro, in modo da aprire l'area e permettere alle sue guardie di buttarsi dentro senza trovare nelle linee di penetrazione l'aiuto pronto a stoppare.
Questo indubbiamente vorrebbe dire porre il fianco agli avversari a rimbalzo e in difesa, ma con una strutturazione con Delfino da 4 e il turco da 5 si può pensare di giocare sulle linee di passaggio e provare ad anticipare il ricevitore.
Il rischio è che così si vivrebbe molto sulle percentuali al tiro dei vari Salmons, Ilyasova e Jennings, ma è probabile che se non scommette forte su qualcosa di diverso dal classico difficilmente Milwaukee potrà portare a casa Gara2 in trasferta.
Quotes of the Game
Joe Johnson: “Per la prossima partita dobbiamo solo stare più concentrati ed evitare di farci sorprendere”.
Brandon Jennings: “Credo fossimo un po' nervosi. Senza Bogut dovrò fare come a inizio stagione ed essere più aggressivo. E' l'unico modo che abbiamo per vincere, che io e gli altri ci assumiamo più responsabilità “.
Coach Skiles sulla decisione di far difendere Mbah a Moute su Joe Johnson: “Senza Bogut ci sono alcuni mismatch su cui scommettere. Joe è uno che se trova una guardia più bassa di lui gli tira sopra, ho provato a mettere qualcuno più alto su di lui”.