L'avventura di Eddie Jordan a Philadelphia è già finita
Finalmente è finita. È stato probabilmente questo il pensiero dei milioni di tifosi dei Philadelphia 76ers sparsi in tutto il mondo al suono della sirena dell'ultima partita giocata, e ovviamente persa, contro gli Orlando Magic.
Una stagione in cui tutto è andato male e poi peggio è giunta, finalmente, al termine. Il record finale parla di 27 vittorie e 55 sconfitte, buono per il tredicesimo posto ad Est e il sesto peggior record all'interno di tutta la Lega (a parimerito con i Detroit Pistons).
Eddie Jordan dopo aver firmato un contratto triennale durante la scorsa è già arrivato al capolinea della sua avventura philadelphiana. La sua Princenton Offense non è stata mai assimilata e forse, con i giocatori a disposizione, non sarebbe mai dovuta essere presa in considerazione dall'inizio. Il risultato è stato catastrofico, i Sixers rispetto alla stagione passata sono peggiorati sotto tutti i punti di vista e virtualmente ogni categoria statistica, offensiva o difensiva che sia.
La conferma del licenziamento è arrivata nelle prime ore del pomeriggio di giovedì. Ed Stefanski ha ammesso che le cose non sono andate come sperato e che quindi era necessario voltare subito pagina.
A questo punto quindi si dovrà ripartire da zero, per l'ennesima volta. Posto che i contratti di Elton Brand e Andre Iguodala sembrano essere inamovibili (ma per questo dovremo comunque aspettare l'estate, in cui si vivrà un mercato a dir poco frenetico) i primi passi da fare verso la ricostruzione sono due: primo, cercare la fortuna durante la lottery; secondo, trovare un allenatore adeguato (e possibilmente anche un nuovo GM, grazie ed arrivederci Mr. Ed Stefanski).
Iniziamo dalla lottery quindi.
Con il sesto peggior record della Lega i Sixers si sono assicurati una scelte all'interno delle prime 10, che potrà variare da una top 3 ad una tra la numero 6 e la 9. Questo per via del meccanismo della lotteria, che da la possibilità a tutte le squadre non qualificate per i Playoffs di avere una chance ad una delle prime tre scelte.
Nel nostro caso, i Sixers hanno esattamente il 5.3% di possibilità di aggiudicarsi la prima scelta assoluta e il 18.25% di assicurarsi una top 3 pick. Avendo lo stesso record dei Pistons, nel caso in cui nessuna delle due squadre riceverà una scelta all'interno delle prime tre, si ricorrerà ad un lancio della monetina per stabilire quale squadra sceglierà prima (6th pick) dell'altra (7th pick).
Potete dare un'occhiata a questa tabella per avere un'idea più chiara. Vi ricordo che l'estrazione avverrà il 18 maggio, giorno d'inizio delle finali di Conference.
Per quanto riguarda il nome del nuovo allenatore pochi giorni fa sul NY Post è uscito un pezzo di Peter Vecsey (uno dei più autorevoli insider del mondo NBA) in cui si è stato citato il nome di Larry Brown, che sembrerebbe sul punto di lasciare Charlotte per via di divergenze di vedute con il suo principale, il Sig. Michael Jordan.
La destinazione di Philadelphia sarebbe molto gradita a Brown e alla sua famiglia, ancora legatissima alla città (una delle figlie del coach frequenta infatti ancora la scuola a Philadelphia).
Per via del regolamento NBA i Sixers non potranno comunque avere nessun tipo di contatto con Brown fino a che la sua squadra sarà impegnata nei Playoffs. Al primo turno i Bobcats affronteranno gli Orlando Magic, è quindi auspicabile che le trattative inizieranno nelle prossime settimane.
Tornando a parlare del draft, negli ultimi giorni Tony Di Leo ha rilasciato qualche dichiarazione sul tipo di prospetti che i Sixers stanno monitorando e in generale su ciò che avviene durante il periodo draft.
“Qualsiasi sarà la nostra scelta andremo a scegliere un ottimo giocatore. È un draft molto ricco di talento, soprattutto per quanto riguarda le prime dieci chiamate. Se mai fossimo fortunati abbastanza di poter scegliere nella top 3 potremmo avere la possibilità di selezionare un franchise player.”
Inoltre è stato chiesto a Di Leo quale sarà la strategia da seguire durante il draft, se buttarsi sul miglior giocatore disponibile oppure prestare più attenzione al roster e ai bisogni effettivi della squadra.
“Quella di identificare i migliori giocatori del lotto è sempre stata la nostra filosofia, e continuerà ed esserlo. Se crediamo che un giocatore possa diventare una star non ci faremo alcun problema a selezionarlo, anche se magari in quella posizione abbiamo già degli altri validi giocatori. Se invece il livello di talento è abbastanza equilibrato andremo a cercare un giocatore che ci possa aiutare in determinati ruoli e situazioni. Il nostro scouting team ha sempre fatto un lavoro eccellente e continuerà a farlo.”
Infine gli è stato chiesto un parere sui due rookies della squadra: Jrue Holiday e Jodie Meeks, arrivato da Milwaukee durante la stagione.
“Jrue è uno dei giocatori che più ci piaceva l'anno scorso, abbiamo anche cercato di salire di qualche posizione per poterlo prendere ed alla fine siamo stati molto fortunati che sia arrivato sino alla 17esima chiamata. Nel suo anno da freshman a UCLA non ha sempre dimostrato quello che valeva ma lo seguivamo sin dai tempi dell'High School e dei tornei AAU.”
“Ci piace molto quello che può fare Jodie in campo, a Kentucky era uno scorer di primo livello, ma può essere decisivo anche in fase difensiva, ha un discreto ball-handling ed è un passatore molto sottovalutato. È un giocatore molto forte sia fisicamente che soprattutto mentalmente.”
Cala quindi il sipario su una delle più tristi stagioni degli ultimi anni, quella che doveva essere la rampa di lancio per un futuro luminoso si è trasformata in un calvario durato sei mesi. La ricostruzioni comincia da oggi e la strada da fare è ancora lunga.
Nei prossimi appunti con il Team Report andremo a dare un'occhiata ai prospetti che potrebbero interessare la scelta dei Sixers.