NBA: The Road to MVP 2010

Sfida a 2 anche quest'anno per la corsa all'MVP

"M-V-P! M-V-P! M-V-P!"
Quante volte abbiamo sentito echeggiare questo coro nei palazzetti di tutta l'America…e chissà  quante volte un giocatore della NBA, o di Eurolega, o anche un ragazzo del più sperduto playground avranno sognato di essere la persona a cui quel coro veniva rivolto.

In realtà , sono pochi i giocatori ai quali è stato concesso di emozionarsi nel sentire 20.000 persone associare quelle tre lettere al loro nome. E ancora meno sono i giocatori ad aver ricevuto il trofeo, e tutto l'onore e la gloria che ad esso si accompagna.

MVP sta per Most Valuable Player, "il giocatore dal maggior valore", colui che riesce a fornire prestazioni individuali di grande spessore senza perdere di vista quella che è l'importanza del gioco di squadra. Attenzione, non il giocatore più forte che ci sia in circolazione a livello individuale, ma colui che sa mettere a disposizione dei compagni il proprio talento, sapendo qual'è il momento di coinvolgerli o di mettersi in proprio, a seconda delle circostanze.

Sapere quand'è il momento di sfruttare in modo solitario il proprio talento e quand'è invece il momento di mettere il proprio talento al servizio della squadra: in questa frase c'è la definizione dell'MVP.

Si può essere il miglior realizzatore in circolazione, o il miglior difensore in circolazione, o ancora si può essere il miglior assist-man o il più grande rimbalzista…senza essere l'MVP.

Per poter ricevere questo riconoscimento bisogna saper fare (quasi) tutto: ma soprattutto bisogna avere in mano le redini della propria squadra. E' impossibile che a vincere un premio del genere sia un giocatore che non ha leadership, carisma, capacità  di guidare i compagni, esattamente come un comandante che si trova alla testa dei propri uomini, pronto a lottare.

Mancano poche gare al termine della regular season, e piano piano tutti i tasselli stanno andando al proprio posto, in attesa dei play-off. La classifica inizia a parlare chiaro, i rapporti di forza tra le squadre sono sempre più delineati e anche la lotta per assegnare il trofeo di "giocatore dal maggior valore" comprende ormai pochi candidati credibili.

Parleremo di cinque candidati, ma è opportuno fare una precisazione. Tre di loro hanno poche speranze reali di vincere, mentre gli altri due sono protagonisti di un appassionante testa a testa dal quale, al 99%, uscirà  il nome del Most Valuable Player 2010.

Chi sono questi duellanti? Beh, non avrete mica dubbi…

Kobe vs. LeBron

Inutile girarci intorno, al momento Kobe Bryant e LeBron James sono i due giocatori più rappresentativi della NBA.

Kobe ha già  vinto 4 anelli, ha giocato 6 finali, e il trionfo del 2009 ha accresciuto ancora di più la sua immagine di uomo-squadra. Che fosse un grande solista lo si sapeva fin da quando entrò nella Lega (1996); più difficile è stato il cammino che lo ha portato a diventare il leader di una formazione da titolo, ma alla fine è riuscito anche in quest'impresa.

LeBron James, invece, sta portando a termine un processo di maturazione che lo avvicina sempre più al top. Nonostante la giovane età  (25 anni) ha già  giocato una finale nel 2007 e altre volte ha "rischiato" di arrivare in fondo con la sua squadra. Ci riferiamo, ovviamente, ai play-off dello scorso anno, ma anche all'epica serie contro i Boston Celtics nel 2008, quando servì un maestoso Pierce in Gara-7 per avere ragione di James e dei suoi Cavaliers.

L'anno scorso Kobe e LeBron hanno accarezzato il sogno di giocare uno contro l'altro in finale, ma gli Orlando Magic non erano d'accordo e così non se n'è fatto nulla. Questa volta sembra tutto pronto per la grande sfida, e anche il fatto che proprio loro due siano i principali candidati al premio di MVP dimostra la grande portata non solo della loro stagione in quanto singoli, ma anche della stagione disputata finora dalla propria squadra.

I Cavaliers finiranno la regular season al primo posto, mentre i Lakers saranno secondi o, tutt'al più, terzi. Sotto questo punto di vista James sembra avere un vantaggio: più partite vince la tua squadra, più tu che ne sei il leader hai possibilità  di portare a casa premi individuali.

Dal punto di vista più personale, LeBron mette in campo delle cifre spaventose: 29.7 punti, 7.3 rimbalzi e 8.5 assist. A margine, da non disprezzare la stoppata rifilata agli avversari per ogni partita e i quasi 2 palloni rubati, a testimoniare un grande impegno anche nella propria metà  campo.

E' anche vero che, a differenza di Bryant, il numero 23 dei Cavaliers vede il gioco della propria squadra tutto accentrato su di sé. Spesso si dice che avere il pallone tra le mani per un maggior numero di possessi porta ad avere cifre migliori, e questa è una teoria valida…ma è anche vero che poi quei possessi bisogna gestirli, e LeBron li gestisce meravigliosamente!

Le cifre le abbiamo riportate sopra, e per sottolineare la bontà  delle sue scelte potremmo indicare il fatto che tira con oltre il 50% dal campo o che il numero di palle perse (3.5 a gara) rientra comunque nella norma, viste le enormi responsabilità  di cui si fa carico.

Insomma, il grado di maturità  raggiunto dal ragazzo di Akron è davvero elevato. Il suo modo di giocare si avvicina sempre di più a quello dei grandi di questo gioco, e se c'è un giocatore capace di fare davvero tutto su un campo da basket quello è lui. In questi play-off si attende la conferma definitiva della sua forza, grazie anche ad un collettivo di tutto rispetto che la dirigenza dei Cleveland Cavaliers gli ha messo attorno con il passare degli anni.

E Kobe? Beh, dopo tutto quello che è stato detto non dovrebbero esserci speranze per il numero 24 dei Lakers, in ottica MVP. In realtà , Bryant ha qualche buona carta da giocare, anche se è bene affermare che parte nettamente sfavorito.

Innanzitutto, il suo rendimento nei mesi di novembre e di dicembre è stato da numero 1. Quelli sono stati forse gli unici mesi in cui Kobe è riuscito ad esprimersi ai massimi livelli, risultando più forte e decisivo di ogni giocatore della NBA.

Con l'inizio del 2010, però, le cose sono peggiorate.
Intendiamoci, i Lakers hanno vinto molte partite e il ragazzo di Philadelphia ha fornito il suo contributo in tante gare, ma è andato troppo a corrente alternata. In diverse gare lo abbiamo visto forzare dei tiri senza riuscire a segnarli, e più in generale il suo impegno in difesa e la sua voglia/capacità  di coinvolgere i propri compagni sono risultate minori in confronto a quanto ha fatto LeBron.

Certo, questo discorso potrebbe indurci a parlare dei problemi fisici di Bryant, dei suoi quasi 32 anni e di un fisico che ormai inizia ad accusare il passare del tempo, ma sono tutti fattori che non incidono nell'assegnazione di un trofeo MVP.

Se proprio vogliamo andare a vedere l'unico, vero punto di forza dell'asso dei Lakers nei confronti del suo avversario, potremmo fare riferimento ai 7 "buzzer-beaters" scagliati nelle retine di Toronto, Memphis, Dallas, Milwaukee, Sacramento, Miami e Boston. Ecco, in quanto a tiri decisivi quest'anno Kobe non si è fatto mancare nulla, e se è vero che quando si parla di "Most Valuable Player" si parla di un giocatore in grado di essere decisivo per la propria squadra, allora indubbiamente Kobe ha avuto una grande incidenza in quelle che sono state le imprese sue e dei suoi compagni.

Basteranno questi epici canestri e una buona stagione, anche se inferiore rispetto a quella di LeBron James, per fargli avere il trofeo? Io credo di no. "Il Prescelto" si prepara a bissare il successo del 2009, e per la voglia e la determinazione messe sul parquet direi che sarà  un riconoscimento meritato.

Gli altri

Sotto ai due giocatori sopra menzionati, sentiamo di poter fare tre nomi di tre giocatori che si sono particolarmente distinti in questa regular season: Kevin Durant, Dwight Howard e Carmelo Anthony. Nessuno di loro tre ha reali chances di vittoria, più per meriti altrui che per demeriti loro a dire la verità .

Kevin Durant

sta diventando un fenomeno, pronto a recitare un ruolo da protagonista assoluto negli anni a venire. Già  ora è uno dei migliori attaccanti di tutta la Lega, capace di tirare bene in sospensione, da 3, di attaccare il canestro e di creare mismatch continui contro i suoi avversari. Se il suo diretto marcatore è più basso di lui, gli tira in testa; se è più alto, lo batte dal palleggio o comunque si crea lo spazio per il tiro grazie ad una maggiore velocità .

In più, ha già  dimostrato doti da leader. Unanimemente riconosciuto come un ragazzo tranquillo, KD35 è benvoluto da tutti i compagni, e il fatto di avere attorno a sé dei ragazzi a lui coetanei (Westbrook, Harden, Green…) rende più facile l'accettazione della sua leadership. Anche perchè, se gioca così, uno come lui è sempre meglio averlo proprio fianco piuttosto che come avversario.

Dwight Howard

Si è confermato il miglior centro della Lega, nonché uno dei migliori difensori. Gran parte dell'ottima stagione dei Magic passa da lui: capace di essere un fattore sia in attacco che in difesa, Howard sta mettendo a segno una stagione da 18 punti e 13 rimbalzi di media, più 3 stoppate e il 60% dal campo, senza giocare troppi minuti (35).

Chiedere di più a "Superman" è obiettivamente difficile, anche se i suoi tifosi avrebbero gradito un maggiore arsenale offensivo l'anno scorso, quando nei play-off venne bloccato dall'esperienza di Gasol. Più che la regular season, sarà  interessante vedere il comportamento di Howard nella post-season: i Cavaliers hanno acquistato Shaq proprio per limitare lui…ci riusciranno?

Carmelo Anthony

Mai come quest'anno 'Melo sta dando l'impressione di avvicinarsi sempre di più al vertice della Lega. L'anno scorso, grazie anche al fondamentale contributo del suo scudiero Chauncey Billups, i Nuggets riuscirono a raggiungere la finale di Conference. L'obiettivo dichiarato è l'anello, anche se sarà  molto difficile da raggiungere visto che la squadra, nel complesso, sembra inferiore rispetto alle altre contendenti.

Anthony, da parte sua, ha dimostrato di non avere paura di nessuno. Attualmente per caratteristiche tecniche e fisiche è il giocatore che più si avvicina a LeBron, del quale però non sembra avere la stessa mentalità . Per dire, un Anthony super-incisivo in difesa non lo abbiamo mai visto, mentre LeBron ha dimostrato di saper eccellere anche nella propria metà  campo.

Talento, record di squadra, leadership, capacità  di incidere sia in attacco che in difesa…queste sono le caratteristiche dell'MVP. In attesa di vedere se, per la prima volta dal 2003, il giocatore a vincere questo trofeo riuscirà  a vincere anche quello più importante: l'anello. Senza scordare che entrambi, senza il supporto dei propri compagni, sarebbero impossibili da vincere.

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