Joe Thornton e i San José Sharks non possono più sbagliare nei Play Off
Non fateci troppo l'abitudine a vedere i Colorado Avalanche affrontare i primi della classe nel primo turno dei Play Off. Nei prossimi anni potrebbero essere loro a guardare dall'alto in basso gli avversari di turno. La compagine guidata dall'ottimo Joe Sacco, il quale se non fosse per il miracolo compiuto da Dave Tippett a Phoenix meriterebbe il Jack Adams Trophy quale miglior allenatore della stagione, è infatti imbottita di talenti pronti a esplodere (e in parte già esplosi) che potrebbero andare a formare una squadra formidabile a lungo termine.
Per il momento, però, la realtà vede le valanghe affrontare i San José Sharks che, ormai è un'abitudine, hanno fatto la voce grossa nella Regular Season e conquistato la prima posizione della Western Conference in un duello con i Chicago Blackhawks conclusosi solo all'ultima giornata. A dispetto della classifica, però, non è assolutamente scontato che i primi facciano un sol boccone degli ottavi, tutt'altro.
Delle difficoltà storicamente incontrate nei Play Off dai San José Sharks si è ormai detto e scritto tutto. Solo una volta, nel 2004, gli squali sono riusciti ad avanzare fino al terzo turno, dove persero in sei partite contro i Calgary Flames. Altrimenti, solo delusioni, su tutte quella dello scorso anno, con l'eliminazione già al primo turno a opera degli Anaheim Ducks dopo una Regular Season dominata in lungo e in largo.
Il campionato 2009-10 ha seguito più o meno la falsa riga dei precedenti. La squadra allenata da Todd McLellan ha fatto corsa ai vertici sin dall'inizio, anche se ha avuto una forte flessione subito dopo la pausa olimpica. Solo un colpo di coda nell'ultima decina di partite ha permesso a Joe Thornton e compagni di non dilapidare il vantaggio accumulato.
Rispetto alle passate edizioni, la squadra che si appresta a nuotare nelle tumultuose acque della Post Season sembra forse meno dipendente dalle lune della superlinea. Il terzetto composto da Joe Thornton, Dany Heatley e Patrick Marleau ha realizzato 103 gol e 254 punti, ma è stato supportato al meglio da gente come Ryan Clowe, che per caratteristiche potrebbe essere uno dei protagonisti dei Play Off, Devin Setoguchi e Joe Pavelski, senza dimenticare Dan Boyle, sempre abile a inserirsi dalle retrovie.
Mai come a questo stadio della stagione le cosiddette seconde linee devono garantire una buona produzione offensiva, visto che gli avversari raddoppieranno gli sforzi per fermare i migliori attaccanti rivali, una circostanza che negli ultimi anni Joe Thornton ha sempre dimostrato di soffrire.
Sull'altro fronte, i Colorado Avalanche hanno sorpreso moltissimi addetti ai lavori qualificandosi ai Play Off. Non dimentichiamo che le valanghe hanno lottato ai vertici della Northwest Division per buona parte della stagione, prima che un crollo in queste ultime settimane mettesse in dubbio a un certo punto anche l'ottavo posto. Resta da vedere se il recente calo di rendimento sia dovuto alla classica flessione post-olimpica che ha colpito diverse franchigie o se invece vada chiamata in causa la mancanza di esperienza di molti componenti la rosa, trovatisi improvvisamente a giocare per un obiettivo importantissimo.
V'è da credere, però, che, raggiunta la fase decisiva della stagione contro ogni pronostico, i giovinastri di Denver possano tornare a scendere sul ghiaccio con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. E per gli Sharks potrebbero essere dolori.
Matt Duchene ha disputato un'ottima stagione come centro della seconda linea. Nell'immaginario collettivo, il 19enne di Haliburton (Ontario) dovrà a lungo termine prendere il posto nel cuore della gente di un certo Joe Sakic e per il momento ha gestito al meglio la pressione. Sarà sicuramente tra i nominati per il Calder Trophy, anche se forse Tyler Myers dei Buffalo Sabres e Jimmy Howard dei Detroit Red Wings sono favoriti per il premio quale miglior rookie per la continuità di rendimento su tutto l'arco della stagione.
Anche Chris Stewart, T.J. Galiardi e Ryan Wilson, tutti poco più che ventenni (oltre ovviamente a Peter Mueller, che sarà importantissimo recuperare dopo la commozione cerebrale subìta a una manciata di partite dalla fine della Regular Season), hanno dimostrato il loro valore. Ma la vera sorpresa è stata Ryan O'Reilly, che ha svolto un ruolo più delicato del coetaneo Matt Duchene, quello del centro difensivo, e lo ha fatto con una maturità pazzesca, giostrando regolarmente contro le migliori linee avversarie e sciroppandosi spesso oltre tre minuti di presenza sul ghiaccio in inferiorità numerica. Dati che non figurano nel tabellino dei marcatori, ma non meno importanti, anzi.
Sulla bilancia della qualificazione al secondo turno, come sempre, peseranno le prestazioni dei portieri. Evgeni Nabokov è capace del meglio come del peggio, mentre Craig Anderson è reduce da un campionato strepitoso, anche se con un preoccupante calo nelle ultime settimane, forse dovuto alle moltissime (troppe?) partite nelle quali è stato schierato da Joe Sacco.
I favori del pronostico spettano di diritto agli squali californiani, campioni della Western Conference. Ma se dovessero dimostrarsi i cefali di passate edizioni dei Play Off e soccombere alla pressione di non poter più sbagliare, potrebbero essere seppelliti da una valanga di gioventù, pronta a continuare a sorprendere.