Owner, GM, Coach: c'è ancora sintonia?
Playoff? Who cares?
Se n'è parlato poco in questi giorni, in Oregon. Scommettere sulla qualificazione dei Blazers al tabellone della post-season paga quanto azzeccare la loro eliminazione al primo turno: spiccioli.
A dieci partite dalla fine del regular season resta da scoprire il nome dei giustizieri degli oregoniani. Una vittoria in Arizona, domenica scorsa, avrebbe potuto allargare la finestra delle opportunità . Missione fallita. E così in prima fila ci sono i campioni in carica, i Los Angeles Lakers. I migliori killer sulla piazza.
Ecco perché nella città della Nike l'attenzione si è spostata sulla prossima stagione e sulle decisioni che verranno prese durante la off-season. Ma non è solo un destino a breve termine già segnato ad aver anticipato le riflessioni che tradizionalmente si affrontano durante l'estate.
Il 16 marzo è stato improvvisamente licenziato, per “divergenze filosofiche”, Tom Penn.
Entrato nel management della franchigia di Portland nel 2007, lo scorso maggio era stato promosso VicePresident of Basketball Operation: un nuovo targhetta sulla scrivania che – per stessa ammissione di Penn – aveva prodotto solo un aumento di stipendio e non un reale cambiamento di attività .
Penn per tre anni si è occupato di negoziare i contratti dei giocatori ed è stato l'esperto di salary cap della franchigia. Più di ogni altra cosa, è stato il braccio destro del general manager, Kevin Pritchard.
Per molti si tratta del primo passo di un processo di rinnovamento in cui il prossimo a fare le valigie sarà proprio Pritchard. Gli elementi a supporto di questa tesi non mancano.
Il Presidente Larry Miller ha detto che il futuro di Pritchard verrà valutato a fine anno, che nessuno può dirsi certo di restare a lungo termine e che è meglio pensare a fare dei bei playoff. Rimanda, minimizza, sposta l'attenzione: bagnomaria.
Pritchard ha affermato di avvertire ancora la piena fiducia di Paul Allen. Ma chi davvero avrebbe potuto mettere a tacere tutte queste voci, vale a dire il co-fondatore di Microsoft, non ha speso una sola parola da quando si è generato questo putiferio mediatico.
Warren LeGarie, l'agente di Pritchard (e di Penn), ha confermato i timori di un addio del suo assistito, poiché “non ci sono state date indicazioni che questo team veda Kevin come qualcuno destino a restare a lungo. Tutto quello che vediamo è che stanno togliendo a Kevin le persone che lui riteneva importanti per fare bene il suo lavoro.”
Wojnarowski di Yahoo!Sports sostiene che i vertici della Vulcan Inc. – il gruppo di società di Paul Allen – detestano l'attuale G.M. dei Blazers, colpevole di mettere le proprie ambizioni e la ricerca dell'adulazione pubblica davanti al bene della franchigia. Pritchard in estate si era lamentato di essere, assieme a Roy, l'unico ad avere problemi ad ottenere un contratto equo per quanto fatto per l'organizzazione.
C'è chi sostiene che il più grave errore di Pritchard sia stato quello di farsi convincere dal proprio agente di meritare un migliore riconoscimento economico e di poterlo ricevere altrove. E che solo dopo aver realizzato di non avere poi chissà quali offerte, ora sia pronto a tutto per non perdere l'attuale lavoro.
Il columnist dell'Oregonian Joe Canzano ha scritto.
Pritchard, il cui contratto scade nel 2011, è l'architetto del roster dei Blazers. Sue le scelte al draft. Lui ha firmato i free-agent. Questi Blazer stanno puntando alle 50 vittorie e a migliorare la posizione nella griglia dei playoff. Il Rose Garden è sempre tutto esaurito. Si vede un buona pallacanestro, il più delle volte. Eppure c'era Pritchard lunedì, a dover dichiarare quanto ci tiene ad essere il general manager dei Blazers. Lo implorava, quasi.
Chi è Kevin Pritchard? Quello che ha puntato su Oden invece che su Durant, o quello che al draft ha soffiato ai colleghi Roy, Aldridge, Fernandez, Batum? Quello che ha trasformato i Jail Blazers in una dinastia in divenire, o quello che si è fatto prendere in giro da Turkoglu? Un bravissimo scout poco abile quando si tratta di concludere trade e firmare i free-agents, o l'uomo giusto a cui affidare le decisioni più delicate all'interno di una franchigia di basket NBA?
Fossero i tifosi di Portland a rispondere, non ci sarebbero dubbi.
Il sondaggio proposto ai lettori della versione digitale dell'Oregonian – “chi è la persona più importante per il futuro successo dei Blazers?” – ha un esito sorprendente. Il 33% ha accordato la sua preferenza a Pritchard, davanti a Paul Allen (27%) e solo terzo Brandon Roy (24%). Un discreto 11% di voti vanno allo sfortunato Greg Oden, mentre solo le briciole a gratificare LaMarcus Aldridge e Nate McMillan.
Proprio il rapporto tra gm e coach sembra godere di un equilibrio molto precario.
Il primo è amato dai tifosi, il secondo no.
L'allenatore ha la stima della proprietà , che lo ritiene il primo responsabile della Rifondazione e lo paga di conseguenza. Il dirigente non ha ottenuto lo stesso trattamento economico, pur ritenendo il suo lavoro più determinante sui risultati raggiunti. La firma di Andre Miller la scorsa estate ha dimostrato che i due non necessariamente trovano sempre un'intesa.
Eppure Pritchard ha auspicato che ai Blazers si possa seguire il modello Jazz: oltre vent'anni senza cambiare coach e gm. Autolesionismo?
Doveva essere un'annata in grado di fornire delle risposte e invece sono addirittura aumentati i dubbi sulla direzione da seguire per diventare una vera contender. A Portland sono tutti sotto esame: dirigenti, allenatore, atleti. E la possibilità che in estate si pensi a dare una nuova forma al progetto è tutt'altro che una boutade.
NEWS MATTUTINE
Nella notte Portland ha vinto al Rose Garden contro Dallas: in regular season è la terza affermazione in altrettanti incontri contro i texani. Per il tradizionale “sweep” resta ancora il match del 9 aprile, sempre in Oregon. Questa sconfitta costa a Nowitzki l'aggancio da parte di Denver e Utah, lasciando un punto di domanda su chi occuperà le posizioni due, tre e quattro nel tabellone dei playoff.
Sopravvive dunque qualche timida speranza, per i Blazers, di incontrare Dallas al primo turno. E come biasimarli? La squadra che segna meno punti in contropiede questa notte ha inflitto un sorprendente 16-0 ai Mavericks proprio alla voce “fastbreak”. Contro di loro ai Blazers riesce proprio tutto!
Da segnalare anche la prestazione di Marcus Camby, alla prima doppia doppia in divisa biancorossonera. Dopo aver realizzato 35 punti nelle prime dodici partite, contro Dallas stanotte ne ha messi insieme ben 17 con 8/13 dal campo. Il centro arrivato a febbraio dai Clippers continua a dare il suo fondamentale e necessario contributo difensivo – 15,4 rimbalzi e 3,7 stoppate di media nelle ultime tre partite – ma se può anche aggiungere una dimensione interna all'attacco “jumpers-based” di McMillan, allora qualche sorpresa piacevole può ancora arrivare.
“Dobbiamo abituarlo a giocare nella posizione di centro come vogliamo noi – ha spiegato il coach dei Blazers – I marcatori hanno raddoppiato sui suoi compagni e lo hanno lasciato libero, lui ha preso posizione nel pitturato rendendosi disponibile a ricevere palla, così stanotte è stato ricompensato.”
Andre Miller continua a giocare il suo miglior basket proprio quando di fronte ha Kidd: dopo i 52 punti con cui ha guidato Portland ad espugnare l'arena di Cuban a fine gennaio, questa notte è andato in doccia con 19 punti, 10 assist, 3 rimbalzi e 3 recuperi in 33 minuti. Menzione di merito anche per Aldridge, 20 punti e 10 rimbalzi. Rudy Fernandez è tornato a giocare dopo la breve apparizione contro Washington e la successiva assenza contro i Suns.
E alla fine anche Paul Allen ha parlato. Confermata la fiducia a Pritchard, anche se la sua dichiarazione è terminata con un “valuteremo tutto a fine stagione” che non placa le voci di questi giorni.
PLAYOFF RACE
1. LA Lakers 74,6% [53-18]
2. Denver Nuggets 65,3 % [47-25]
3. Utah Jazz 65,3% [47-25]
4. Dallas Mavericks 65,3 % [47-25]
5. Phoenix Suns 63,4% [45-26]
6. Oklahoma City Thunder 61,4% [43-27]
7. San Antonio Spurs 60,0% [42-28]
8. Portland TrailBlazers 59,7% [43-29]
9. Memphis Grizzlies 52,8% [38-34]
10. Houston Rockets 50,7 % [36-35]