Jones e Butler festeggiano la vittoria di West Virginia, che ora dovrà vedersela con Kentucky
Rosso. Questo era il colore del Carrier Dome di Syracuse nella notte italiana, per la sfida tra Cornell e Kentucky.
I fan dei Big Red, infatti, erano arrivati in massa, un po' sfruttando la vicinanza della sede dell'incontro con il campus di Ithaca, ma anche e soprattutto trascinati dall'entusiasmo di vedere la propria squadra di "secchioni" in campo in una partita così importante.
Il problema, per loro, è che è stata la piccola minoranza di tifosi Wildcats quella che ha festeggiato, ponendo così fine ad una delle storie più belle del Torneo NCAA di quest'anno. Kentucky, infatti, si è confermata come squadra di autorità e, da vera numero uno del seed, ha sconfitto Cornell (45-62), non lasciandosi intimidire né dalla folla né dalle grandi prestazioni dei loro avversari, fino a questo momento, nel Torneo.
E dire che il maggior dubbio riguardante i Wildacts, fino ad una settimana fa, era legato alla loro inesperienza ed alla loro gioventù. Molti osservatori ed addetti ai lavori si chiedevano la squadra di Calipari sarebbe riuscita a sopportare la tensione di partite così importanti, giocate per di più con il favore del pronostico: la risposta fino ad ora, come abbiamo visto nelle ultime tre partite, è sì.
Il coach di Kentucky, comunque, non è ancora completamente soddisfatto, perché i suoi Wildcats hanno iniziato e finito la partita con il motore a bassi giri: "Credo che nel secondo tempo ci siamo un po' tirati indietro, volevamo solo farla finita. Non puoi giocare in questo modo nel Torneo NCAA: ma va bene, abbiamo imparato una lezione facendoli riavvicinare nel finale."
Dopo una grande partenza che aveva illuso i suoi tifosi (10-2), Cornell non ha potuto più niente contro i suoi avversari che, dopo il break iniziale dei Big Red, hanno risposto alzando la pressione difensiva e realizzando un contro parziale che ha cambiato e delineato le sorti dell'incontro, nonostante il ritorno di Cornell, come già detto, fino al meno sei nel finale della gara.
Cornell, campione della Ivy League negli ultimi tre anni, va a casa con il rimpianto di non aver sfruttato al meglio le proprie caratteristiche, in particolare pagando la non precisione al tiro da tre punti. Se, infatti, in stagione i Big Red hanno tirato con un notevole 43%, ieri notte hanno realizzato solo cinque dei ventuno tiri tentati da oltre l'arco (23%). Senza la sua arma principale, è chiaro che Cornell poco ha potuto contro una Kentucky che presenta una serie di giocatori con un futuro scritto al piano di sopra.
I Big Red escono comunque dal campo con la testa alta, applauditi dai loro tifosi, in particolare i seniors Foote, Wittman e Dale, alla loro ultima partita collegiale, che pur perdenti escono con la consapevolezza di aver davvero messo Cornell nella mappa del basket collegiale.
Kentucky avanza dunque alla finale del Regional, nella quale cercherà di arrivare alla Final Four per la prima volta dal 1998 (anno in cui vinse il titolo).
Se questa parte del tabellone, alla vigilia, sembrava poter riservare delle grandi sorprese e possibili upset nelle Sweet Sixteen, le speranze sono state deluse. Non solo, come già detto, Kentucky (1) ha fatto fuori la favola Cornell (12) ma, in precedenza, West Virginia (2) aveva eliminato i fino ad ora sorprendenti ed in formissima Huskies (11).
Washington, che arrivava da nove vittorie consecutive, compresa quella nella finale della Pac-10, aveva grandi speranze per questa gara, speranze che sono poi state disilluse dalla prova di West Virginia, che ha vinto con il punteggio di 69-56.
Infatti, nel confronto tra il gioco veloce e spumeggiante di coach Romar, e quello fatto di difesa e controllo del ritmo di West Virginia, sono stati i Mountaneers ad avere la meglio. La squadra di coach Huggins, per la sesta gara consecutiva (striscia iniziata nel primo match del torneo della Big East, poi vinto), ha tenuto i suoi avversari sotto i cinquantanove punti, vincendo inoltre nettamente la battaglia a rimbalzo (49-29).
Questa vittoria, per i Mountaneers, ha ancora maggiore importanzasì se pensiamo al fatto che la squadra si è trovata per la prima volta a dover fare a meno del suo metronomo, il playmaker Darryl Bryant, che si è rotto il piede in allenamento martedì. La sua assenza si è fatta sentire soprattutto per quanto riguarda la gestione della palla, come dicono non solo Ebanks: "E' veramente difficile,m soprattutto in questo momento della stagione. E' stato difficile non avere il nostro playmaker, ed infatti abbiamo giocato abbastanza male nel primo tempo", ma soprattutto le cifre: nel solo primo tempo West Virginia ha perso tredici palloni, tre in più rispetto a tutta la partita contro Missouri e quasi due in più della loro media stagionale (11.3).
Washington, invece, si è trovata sopraffatta in quella che dovrebbe essere la sua caratteristica principale, vale adire l'energia. Come ha dichiarato Darnell Grant a fine gara: "Lì fuori, sembrava fossimo in cinque contro otto". Infatti, più che le percentuali di tiro, comunque scarse (22/56 dal campo, segnando solo tre dei primi quattordici tentativi di tiro), è proprio la mancanza di energia che ha fatto infuriare durante la gara coach Romar ed ha condannato gli Huskies alla sconfitta.
Di sicuro non hanno aiutato la causa di Washington le prestazioni dei due giocatori che li avevano portati fino a qui, e che hanno entrambi toppato nella gara più importante: alla fine non è stato sufficiente Thomas (13 punti), ma a deludere è stato, in particolare, Pondexter, uomo copertina fino ad ora. Pondexter non è mai entrato in partita, ha avuto molti problemi non solo per i falli (il terzo gli è stato fischiato già a quattro minuti dall'intervallo), ma anche di realizzazione (ha segnato il primo canestro solo dopo due giri di lancette nel secondo tempo, chiudendo con soli sette punti).
E' West Virginia, quindi che avanza alla finale del Regional, nella quale incontrerà Kentucky: per sua fortuna, sarà a disposizione di coach Huggins anche Da'Sean Butler, che ha fatto prendere un grande spavento a tutti nella gara contro Washington, cadendo male sulla mano.
Appuntamento a tutti per sabato notte.