Devin Harris e coach Kiki Vandeweghe si consultano, ma i risultati sono molto deludenti…
Se cercaste su un ideale vocabolario cestistico la parola "ricostruzione", trovereste il logo dei New Jersey Nets 2009-2010. Fin dall'inizio si capì che questa squadra era ormai una parente lontana di quella che raggiunse due finali consecutive, nel 2002 e nel 2003, entrambe perse rispettivamente con i Los Angeles Lakers e i San Antonio Spurs.
In realtà non bisogna meravigliarsi dei numerosi risultati negativi, dal momento che la franchigia del New Jersey attraversa un momento di estrema transizione, in attesa delle grandi novità che ci saranno a partire da quest'estate.
Volendo fare un'estrema sintesi di quello che è stato il cammino delle "retine" fino ad oggi, potremmo rivolgerci a delle statistiche piuttosto eloquenti. Il record recita 7 vittorie a fronte di 62 sconfitte, il che significa ultimo posto nella Lega.
Il tutto è condito dalla peggior partenza nella storia della NBA, con i giocatori allora allenati da Lawrence Frank che hanno dovuto subire ben 18 sconfitte prima di battere gli Charlotte Bobcats nella sfida del 4 dicembre, e conseguire così il primo successo della stagione.
Le altre sei vittorie? Raggiunte sconfiggendo i Chicago Bulls, i New York Knicks (2 volte), i Los Angeles Clippers, i Boston Celtics e nuovamente i Bobcats. Insomma, una sola vittoria veramente significativa sul campo dei Celtics, che si trovavano peraltro in un periodo di crisi.
Preso atto di questo, le domande da porci (e a cui cercheremo di dare una risposta in questo articolo) sono: cosa non sta funzionando nella franchigia?
Perchè il divario dalle altre squadre è così netto?
Ma soprattutto, dato che il 2009-2010 ha regalato ben poche soddisfazioni, quali sono le prospettive future?
Innanzitutto, c'è da dire che quando una squadra si trova in una crisi di risultati così profonda bisogna ricercare sempre una serie di problemi, e non UN singolo problema.
Nel caso specifico, i Nets hanno a propria disposizione un roster povero dal punto di vista qualitativo. Basti pensare che i principali punti di forza della squadra sono il playmaker Devin Harris (ottimo giocatore, ma ancora lontano dall'essere definito una stella) e il centro Brook Lopez, che si trova appena al secondo anno nella Lega.
Insomma, nel quintetto titolare mancano due stelle…e per stelle intendiamo giocatori di prima fascia, di quelli che spostano gli equilibri. Non mancano invece dei discreti comprimari: i sopraccitati Harris e Lopez possono recitare un ruolo importante in futuro, così come la guardia Courtney Lee e l'ala grande Yi Jianlian. In più, due rookie interessanti come Chris Douglas-Roberts e Terrence Williams.
Questi sei giocatori sono tutti giovani (Harris 26 anni, Lee 24, Roberts 23, Yi e Williams 22, Lopez 21), ma soprattutto saranno tutti sotto contratto con i Nets l'anno prossimo. Oltre a loro, rimarranno Kris Humphries, che con tutta probabilità deciderà di allungare di un anno il contratto, e forse Josh Boone, sul quale la decisione spetterà invece al team.
A fronte di un parco giocatori che ad oggi si presenta molto debole, si può guardare con una certa fiducia al futuro. Avere otto giocatori sotto contratto per un totale di 19 milioni non è male, se consideriamo che tra questi otto giocatori ci sono elementi affidabili.
Per dire, Harris potrà benissimo ricoprire il ruolo di playmaker titolare, così come Lopez dà ampie garanzie nel ruolo di centro. Lee, Roberts, Yi e Williams sono buoni elementi per la panchina, dopodichè intorno a questo nucleo formato da ragazzi bravi e giovani si potrà affiancare gente di un certo spessore.
I milioni a disposizione saranno verosimilmente intorno ai 35-38, in più con l'avvento del miliardario russo Mikhail Prokhorov (già proprietario di una grande potenza cestistica europea come il CSKA Mosca) non ci saranno grossi problemi se si tratterà di spendere qualche milione di luxury tax.
Ricapitolando: se dovessimo dare un giudizio su quello che è stato l'operato della dirigenza, diremmo che il lavoro svolto è stato eccellente. Nel 2010, come sappiamo, ci saranno dei grossi nomi tra i free agent, e nel New Jersey avranno tutte le risorse per ingaggiare due stelle più qualche interessante elemento di contorno.
Spesso per avere molto spazio salariale le franchigie sacrificano il proprio roster futuro, mentre in questo caso ci sono molti milioni da spendere, alcuni buoni giocatori e un nuovo proprietario ricco e con una storia di successo come quella del CSKA alle proprie spalle nel mondo del basket. Aggiungeteci lo spostamento in quel di Brooklyn, località certamente affascinante e redditizia dal punto di vista economico…ed ecco perchè non mancano i motivi per guardare con fiducia alla stagione che verrà .
Senza contare il fatto che, ad oggi, i Nets sono la squadra favorita per aggiudicarsi la prima scelta del prossimo draft, e male che vada avranno a propria disposizione la quarta chiamata assoluta. Come possiamo vedere, una serie di pezzi sembrano pronti ad incastrarsi all'interno del mosaico…alla dirigenza non resta che incrociare le dita e sperare che il lavoro svolto finora possa dare i suoi frutti.
Poi è ovvio… la scelta al draft potrebbe non essere tra le prime tre ma "solo" la quarta, molti free agent potrebbero rifiutare la destinazione per un motivo o per l'altro, e qualcuno di quei giocatori giovani che sono già presenti nel roster potrebbe peggiorare il proprio rendimento non appena verrà caricato di responsabilità e di obiettivi da raggiungere.
Ma il bello del basket è anche questo: l'imponderabilità , che altro non è se non la possibilità che qualcosa possa andare in un modo diverso da quello previsto. Altrimenti, se tutto fosse scontato, che basket sarebbe?