Howard ha spesso un rapporto conflittuale coi tiri liberi…
Orlando infila otto vittorie consecutive ma si deve arrendere ai Bobcats anch'essi in striscia positiva da sei gare e reduci dalle vittorie su Lakers e Cavs.
Le vittorie con Philadelphia, Warriors e New Jersey hanno preceduto il doppio incontro casalingo con le squadre losangeline chiuse con altrettante vittorie. Le gare con Chicago e Washington non hanno presentato grossi ostacoli per Howard e compagni che però si sono arresi ai Bobcats di coach Larry Brown nonostante l'assenza di Wallace.
Nel cercare un appunto alle prestazioni recenti dei Magic si può notare che le ultime due sconfitte, arrivate nell'arco di dieci gare, sono arrivate contro buone squadre ma con importanti assenza. Gli Hornets sono orfani di Paul ormai da lungo tempo e i Bobcats erano privi di Wallace. Nonostante l'assenza dei giocatori di riferimento delle due squadre la difesa dei Magic non è riuscita a contrastare quelli che generalemte sono i secondi violini. David West ha messo a referto 40 punti e Stephen Jackson 28.
Due sconfitte nel complesso ininfluenti sia per la classifica sia per il rendimento della squadra viste anche in un quadro generale più ampio in cui sono state battute le due dirette concorrenti per il titolo, Cavs prima Lakers dopo. Proprio la gara contro i giallo viola assumeva un significato particolare, annunciata come la rivincita delle Finals anche se uno scontro diretto a L.A. le due squadre l'avevano già giocato. Si tornava però sulla scena del crimine, nove mesi dopo i festeggiamenti per il titolo che i Lakers avevano strappato ai Magic sul loro stesso campo.
Fin dalle battute iniziali si era capito che non sarebbe stata una partita come le altre di Regular Season. Le motivazioni non mancavano da entrambe le parti. I Lakers che rischiavano la terza sconfitta consecutiva, evento mai successo prima nell'era Gasol, anche se in un momento di difficoltà hanno affrontato la gara come se fossero i play-off e i ragazzi di Van Gundy non si sono tirati indietro.
Orlando parte affidandosi a Carter che guadagna tiri dalla lunetta uno dopo. A Bynum viene affidata la marcatura di Howard sia per evitare falli a Gasol sia per provare a tamponare la fisicità del centro dei Magic. La partita del giovane centro giallo viola è condizionata fin dall'inizio dai falli e il suo contributo non può che essere altalenante per tutta la gara. Odom fa presto la sua apparizione in campo e si va ad occupare di Lewis con Gasol che passa su Howard.
La prima differenza tra le ultime Finals e la nuova stagione la propone Orlando in difesa. Se a Giugno su Bryant la staffetta difensiva iniziava con Lee, proseguiva con Pietrus e aveva dei momenti in cui se ne occupava Turkoglu, questa volta a cercare di limitare Kobe Van Gundy può schierare Barnes e Carter. Se la sfida diretta tra Carter e Bryant è sporadica e figlia di situazione estemporanee, l'accoppiamento con Barnes è stato il duello più seguito della partita.
Barnes è conscio di poter solo cercare di limitare Bryant che a suo modo però soffre in difesa l'ex Suns non tanto nelle giocate uno contro uno ma maggiormente a rimbalzo dove Barnes cerca sempre lo spiraglio per catturare palloni in attacco.
Kobe non si tira indietro, Barnes rischia di esagerare con le provocazioni ma nessuno dei due passa il limite e il confronto continua di puro agonismo fino a fine gara.
I Lakers per natura sono narcisisti e spesso cominciano a giocare solo quando la partita rischia di andarsene. Questa volta solo la voglia di vincere di Bryant li tiene a contatto quando i Magic tentano la fuga tra terzo e quarto quarto. Gortat, Williams e Bass, che ha preso ormai il posto di Anderson nelle rotazioni, incidono più della panchina ospite vincendo il confronto diretto mentre Pietrus è utilissimo su Bryant ma poco incisivo in attacco.
Gasol soffre l'atletismo di Howard e, forse memore del fallo di Pietrus in gara 5 delle finali, cerca di fermarlo con un fallo inutile in quanto Howard aveva già praticamente schiacciato, sanzionato con un antisportivo.
Gli animi si accendono e dopo un canesto allo scadere dei 24 di Odom e un facile lay up sbagliato da Lewis quando Barnes mette la tripla del +6 sfruttando la distrazione di Bryant la partita sembra indirizzata pro Magic. Naturalmente il numero 24 giallo viola non ha nessuna intezione di perdere e riesce a segnare una tripla sulla sirena dei 24 secondi dall'angolo in equilibrio precario ostacolato da Barnes.
Orlando non trova la via per il canestro e ancora una volta sembra che Kobe sia riuscito a rimettere tutto a posto con un altro canestro non difficile come quello precedente ma più decisivo per la partita. In realtà quella che gli arbitri avevano segnalato inizialmente come una tripla viene giustamente declassato a tiro da due perché come mostra il replay Bryant pesta la riga nel momento del tiro.
Nell'azione successiva Carter torn in lunetta ma dopo il 12 su 12 registrato fino a quel momento segna solo il secondo dei due tiri a disposizione. Orlando solo a +2 e Lakers ancora vivi. Tutti gli occhi sono fissi su Bryant già autore quest'anno, prima di questa gara, di cinque conclusioni vincenti allo scadere. Isolamento cetrale uno contro uno contro Barnes che cerca di impedirgli la penetrazione. Bryant decide per un arresto e tiro buttandosi all'indietro dai 6 metri che gira sul ferro ed esce.
Note positive per i Magic sono le ultime prestazioni di Nelson tornato sui livelli di inizio stagione 2008/09 e l'apporto della panchina. Periodo di scarsa forma per Lewis che nelle ultime tre partite ha segnato solo 12 punti complessivamente. Nonostante l'apporto quasi nullo dell'ala ex sonics i Magic hanno continuato a vincere grazie anche alle solite doppie doppie di Howard.
In una squadra dal gioco perimetrale come Orlando due sono gli aspetti statistici rilevanti: le percentuali al tiro e i rimbalzi. Se il tiro da tre è spesso abusato le statistiche dicono che quando Orlando tira con almeno il 50% dal campo ha sempre vinto.
Invece a rimbalzo l'unico in doppia cifra è Howard con oltre 13 a partita mentre il secondo è Barnes con solo 5,5 rimbalzi a gara. Da sottolineare le sole 14 palle perse di squadre a gara segno che i giocatori son inseriti in un sistema che ormai conoscono ed eseguono a memoria anche se la preferenza per il tiro perimetrale aiuta questa statistica.
La difesa è sicuramente l'aspetto meno evidente del basket di Van Gundy ma i numeri gli danno ragione. Orlando concede poco più di 95 punti agli avversari a partita, quarti nella NBA, è seconda solo ai Cavs per differenza tra punti fatti e subiti ed la miglior nelle pecentuale concessa agli avversari con il 43,7%. Nonostante il gioco dei Magic abbia una grande risorsa nel tiro da tre i Magic non tirano e non difendono particolarmente bene.
Con sole 15 gare da disputare, ameno di grosse sorprese, i Magic raggiungeranno i play-off con la seconda posizione ad Est. Con la testa sicuramente proiettata anche alla post-season i Magic cercheranno di perfezionare i meccanismi di gioco e di arrivare con tutti i giocatori in forma.