Nelle 5 partite senza Kobe, i Lakers hanno mostrato un ottimo gioco corale…
E così torniamo a ragionare dei Lakers dopo un periodo in cui abbiamo avuto un'infinità di spunti di cui discutere, come varie partite giocate senza Kobe Bryant, la pausa per l'All star game, la chiusura della finestra di mercato.
Da cosa iniziamo? Prima di tutto dall'argomento più rapido da trattare. La chiusura della finestra di mercato.
Infatti al 18 di febbraio i Lakers non hanno effettuato alcun movimento, restando esattamente com'erano. Ciò era preventivabile, in primo luogo perché oggettivamente la squadra è forte, reduce da due anni con una vittoria ed una finale, un nucleo tutto sommato relativamente giovane, con il solo Fisher nella fase calante della carriera, gente abituata a giocare insieme da anni e ben amalgamata.
In secondo luogo un montesalari piuttosto elevato, ben 91 milioni di dollari, scoraggiava avventure e monetizzazioni dei contratti in scadenza. A fine anno scadranno i contratti di Fisher, Farmar e Morrison, con gli ultimi due che potrebbero avere un'estensione annuale, la famosa qualifying offert, e nonostante queste scadenze si arriverà ad una somma di 83 milioni.
Probabilmente nonostante questo il GM Kuptchak ha provato fino all'ultimo a scambiare qualcuno fra Morrison, Vujacic e, malvolentieri, anche Walton, ma non ha trovato la possibilità di effettuare scambi realmente utili.
Pazienza, la rosa dei Lakers è molto valida, difficile da migliorare, l'unica necessità reale sarebbe stata una point guard capace di essere una reale alternativa al trentaseienne Fisher, ma chissà Phil Jackson non riesca a sviluppare uno fra Farmar e Brown o riesca a recuperare Vujacic riportandolo al livello di due anni fa.
Fra le avversarie si sono rafforzati i Mavericks, che hanno dato via un Josh Howard ormai fuori posto a Dallas ed un Gooden mai davvero importante, per l'ex gialloviola Caron Butler ed un Haywood che è un centro interno abituato a giocare con compagni molto perimetrali, ed i Cavaliers, che hanno ottenuto Jamison in cambio di nulla, infatti hanno ceduto il centro lituano Ilgauskas che è già stato tagliato e tornerà alla base appena le norme lo consentiranno.
Che i Mavericks siano tornati ad essere una avversaria temibile, da rispettare, lo ha mostrato lo scontro diretto, mentre i Cavaliers già erano pericolosi prima, adesso lo sono ancora di più. Non a caso Phil Jackson ha smoccolato parecchio, esibendosi in mind games meno efficaci del solito, criticando la pratica di scambiare un giocatore che sarà tagliato e tornerà alla base.
Giusta o sbagliata che sia la critica di Jax le norme consentono queste operazioni, quindi inutile starsi ad arrovellare. Semmai gli sfoghi del nostro potranno servire per modificare le norme in futuro.
Quel che consola, nel paragone con i Cavaliers, sono le partite giocate senza Kobe Bryant. Ovviamente Kobe è il leader della squadra, una pedina indispensabile per sognare in grande, ma queste partite hanno sancito un verdetto certo ed inappellabile: i Lakers sono una ottima squadra, non un buon supporting cast di una stella, senza il Mamba i compagni sono stati più attenti nell'applicazione degli schemi, hanno fatto girare molto bene la palla, si sono impegnati molto in difesa ed hanno portato a casa una serie di partite, alcune anche contro avversarie molto pericolose.
Infatti se i Trail Blazers erano incompleti anche essi, ma giocare a Portland non è mai facile, le vittorie a Salt Lake City e contro gli Spurs sono molto importanti. Ed anche la sconfitta contro i Celtics è arrivata solo per un punto e solo per una pessima gestione degli ultimi possessi, cosa che può capitare quando manca colui che è abituato a gestirli. Davvero una bella squadra, anche più bella di quella che vediamo di solito.
Anche Kobe l'ha vista, ha approfittato della pausa per l'All Star Game per riposarsi, ha saltato 5 partite, ha recuperato ed al ritorno è stato perfetto, facendo capire di aver anche lui apprezzato come noi le partite giocate dai suoi compagni.
Infatti abbiamo visto un Kobe leader, che prende in mano la situazione quando la palla scotta, ma di solito gioca molto con i compagni. Qualche volta può capitare anche a lui di giocare meno bene, come a Dallas, ma queste prime tre partite giocate dal suo rientro hanno dato ulteriori spunti positivi.
Che si stia vedendo il famoso cambio di passo che spesso le squadre di Phil Jackson hanno dopo la pausa per l'All Star Game?
Anche i giocatori sembrano sentire che la posta inizia ad alzarsi.
Ron Artest ha dichiarato che la difesa deve migliorare, e che lui per primo deve tornare ad essere dominante in difesa. Se consideriamo che già ci sono stati miglioramenti rispetto all'anno scorso la dichiarazione è promettente.
Gasol ha dichiarato invece che occorre mostrare più grinta e personalità , e lui per primo deve farlo. Anche qui se consideriamo i progressi compiuti da quello che una volta era definito "Gasoft" c'è da ben sperare.
Il primo posto assoluto è appannaggio dei Cavaliers, e sarà dura scalzarli, ma il gioco sta finalmente cominciando a convincere.
Le partite
Mercoledì 10 Febbraio: Lakers @ Utah Jazz, 96 - 81
Martedì 16 Febbraio: Lakers vs Golden State Warriors, 104 – 94 T
Giovedì 18 Febbraio: Lakers vs Boston Celtics, 86-87T
Martedì 23 Febbraio: Lakers @ Memphis Grizzlies, 99-98
Mercoledì 24 Febbraio: Lakers @ Dallas Mavericks, 96 - 101
Venerdì 26 Febbraio: Lakers vs Philadelphia Sixers, 99-90
I Singoli
Detto di Kobe, assente prima e giocatore squadra poi, ha deluso, specie in fase difensiva contro i Mavericks, ma ha ben giocato le altre due, e soprattutto le ha giocate come deve fare se vuole sperare di ottenere altri anelli, hanno davvero convinto in questo ultimo periodo Artest, Odom e Gasol, i protagonisti dei buoni risultati ottenuti senza Bryant. Tre giocatori più o meno coetanei che pare siano fatti per giocare assieme, tre giocatori che già da soli rendono i Lakers una squadra davvero temibile.
Se Gasol nelle partite in cui ha giocato quest'anno ha fornito quasi sempre ottime prestazioni, possiamo dire che Odom pare tornato ai suoi livelli migliori e che Artest si è finalmente del tutto ambientato.
Fisher ha convinto pure lui ma, alla fine, davvero difficile bocciare qualcuno al momento.
Bynum è tornato quello di qualche mese fa, dopo qualche infortunio e diverse partite in sordina, Farmar e Brown hanno dato qualche segnale positivo, specie in fase offensiva il primo ed in fase difensiva il secondo, persino Vujacic ha dato qualche segno di ripresa, anche se il suo rendimento non è ancora soddisfacente.
Per la prima volta quest'anno pare davvero che si stia imboccando la strada giusta, certo, il cammino è ancora lungo, i Lakers prima di tutto soffrono ancora troppo le point guard avversarie, poi in generale la difesa sugli esterni va migliorata, i lunghi ancora non fanno la differenza come potrebbero, Bynum è un buon attaccante ma ancora non è decisivo, ma la strada intrapresa pare quella giusta.
Un saluto
Non è certo costume dei redattori di Play.it effettuare dei saluti in un pezzo.
Stavolta però spero mi sia consentito di fare una eccezione.
Il redattore più prolifico, l'autore dei controversi report dei Celtics, Christian, il direttore di Italian Celtic Pride, ci ha lasciato. La sua vis polemica, il suo attaccamento ai Celtics, la dedizione con cui si documentava, l'incrollabile solidità delle sue convinzioni, che difendeva contro tutto e tutti, la sistematicità e la continuità con cui svolgeva una attività assolutamente amatoriale come questa ci mancheranno molto.
A nome anche dei tifosi dei Lakers che frequentano il forum di questo sito, voglio approfittare di questa occasione per ricordarlo e per porgere le condoglianze alla sua famiglia.