Donatas Motiejunas con la nuova casacca, dal biancoverde dello Zalgiris a quello della Benetton
Con il termine globalizzazione si indica "il fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi ambiti, il cui effetto principale è una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo".
Questa è la definizione che fornisce wikipedia di un fenomeno che osserviamo in tutti gli ambiti, compreso quello sportivo, e che influenza anche il campionato di pallacanestro più competitivo del mondo: l'NBA.
Nei mitici anni '70-'80 per gli europei l'NBA aveva un sapore mitico, era un miraggio, un mondo lontano di cui si potevano avere solo piccole testimonianze quando qualche grande stella sul viale del tramonto attraversava l'Atlantico per monetizzare gli ultimi anni di carriera sui nostri parquet.
Poi arrivarono i primi pionieri europei in NBA come il compianto Drazen Petrovic o Arvidas Sabonis, teste di ponte del fenomeno migratorio di talenti a cui stiamo assistendo in epoca recente.
Sul finire degli anni '90 si è iniziata ad osservare una costante presenza di scelte europee al draft, e sempre più giocatori del vecchio continente hanno iniziato a calacare i campi d'oltreoceano anche se con risultati alterni.
Oggi siamo di fronte ad una NBA sempre più internazionale con ben 83 giocatori non americani presenti e il più volte all-star Dirk Nowitzki come testimonial. I motivi sono molteplici, sia di natura tecnica che commerciale, visto il manifesto interesse del commisioner Stern di allargare in maniera esponenziale il bacino di utenti, facendo diventare l'NBA un prodotto globale.
Come conseguenza ogni anno uno sciame di scout si presenta alle porte di centri sportivi e palazzetti di mezza Europa, alla caccia di qualche giovane virgulto che si spera si trasformi in un Nowitzki piuttosto che in un Milicic.
Anche quest'anno vi è una nuova pattuglia di talenti emergenti pronti per il grande salto, ma su tutti, due si stanno elevando per maturità e continuità di rendimento: il lituano Donatas Motiejunas e il ceco Jan Vesely, entrambi del 1990.
Donatas Motiejunas
Motiejunas è nativo di Kaunas, la città del basket per eccellenza in Lituania e ha mosso i primi passi presso la scuola basket di Sabonis, per poi trovare naturale prosieguo nelle giovanili dello Zalgiris, il team più rappresentativo della palla a spicchi baltica.
Dopo essersi messo in mostra nell'edizione 2008 del torneo giovanile dell'Eurolega con gli juniores dello Zalgiris, ha guidato la nazionale lituana all'argento sia degli europei u18 che u20 nell'estate dello stesso anno.
La scorsa stagione, dopo essere entrato a far parte in maniera stabile della prima squadra viene mandato in prestito alla seconda società di Kaunas, l'Aisciai, dove conclude la sua stagione con 20 punti e 7 rimbalzi di media nella LKL (la serie A lituana). Nella primavera dello scorso anno partecipa all'Hoop Summit di Portland dove il team world trionfa contro gli USA di Wall anche grazie al suo contributo di 21 punti e 8 rimbalzi, consacrandosi definitivamente come prospetto NBA di altissimo livello.
Quest'estate ha firmato un contratto triennale con la Benetton Treviso, scelta motivata dalla tradizione della società biancoverde nel coltivare giovani talenti da lanciare in NBA, come Boki Nachbar, Nikoloz Tskitishvili e naturalmente il nostro "Mago" Bargnani. Il contratto prevede un buyout di uscita per le prossime 2 stagioni mentre un'uscita a parametro zero nel 2012.
Motiejunas è alto (2,13) e longilineo, dotato di una buona struttura fisica e di un'eccellente velocità di piedi. Si tratta di un giocatore estremamente versatile per il ruolo, possiede infatti già la doppia dimensione interna/esterna, con un buon repertorio di movimenti sia fronte che spalle a canestro; inoltre è mancino e questa caratteristica aggiunge una ulteriore atipicità e maggiori difficoltà per chi è costretto a marcarlo.
Il range di tiro è oltre la linea dei tre punti, anche se deve prendere maggiore confidenza per diventare una minaccia credibile e costante. Ha un primo passo simile a quello di Bargnani alla sua età , anche se non possiede ancora la stessa velocità ed esplosività . Difensivamente è già una presenza anche a livello europeo, tiene bene i contatti ed è un buon stoppatore.
Si tratta di un ragazzo estremamente competitivo, duro, con un'etica del lavoro e una maturità ragguardevoli. Dai suoi comportamenti e scelte traspare la volontà di crescere e migliorare, è già un professionista esemplare. In quest'ottica ha dimostrato molti miglioramenti rispetto agli scorsi anni quando, conscio del proprio talento, tendeva ad accontentarsi della propria superiorità sui coetanei, affrontando con pigrizia gli allenamenti.
Questo conferma la bontà della scelta di un club dalla struttura importante come la Benetton, ed ora con l'arrivo di un coach di spessore come Repesa, i benefici saranno ancora maggiori, anche se comunque sta raccogliendo cifre di buon livello nella nostra serie A con 9.5 punti e 4.3 rimbalzi in poco più di 20 minuti di impiego medio.
In ottica NBA deve sicuramente irrobustire la parte superiore del corpo e migliorare le proprie capacità di rimbalzista.
Sicuramente si tratta di un talento purissimo, dal tremendo potenziale, al momento è presente nelle prime posizioni di tutti i principali mock draft, anche se sembra più probabile una sua dichiarazione per l'anno venturo.
Jan Vesely
La Cecoslovacchia è stata una vera potenza del basket europeo nel corso del XX secolo, con una medaglia d'oro e 6 medaglie d'argento ai campionati europei e svariate partecipazioni ai giochi olimpici.
Poi con la caduta del muro di Berlino e la fine dei regimi comunisti, seguita dalla secessione in due repubbliche differenti, sono iniziati gli anni bui per il basket ceco, con i soli Zidek ,Welsh e Barton tra i talenti degni di nota sul palcoscenico internazionale. Le nazionali giovanili mostrano tuttavia qualche segno di risveglio, e il gioiello più splendente di questo difficile processo di ricostruzione è il 2,11 Jan Vesely, che attualmente milita nel Partizan Belgrado di Dule Vujosevic.
Vesely è nativo di Ostrava, dove ha inizato a giocare per la locale società del BK Snakes Ostrava. Nel 2007 il ragazzo decide di lasciare il proprio paese in direzione balcani, più precisamente Lubiana, sponda Slovan, per giocare nella lega adriatica.
Nella stagione 2007/2008 il ragazzo fa segnare cifre timide, ma il buon Dule Vujosevic, scopritore di talenti del calibro di Danilovic, Divac, Djordjevic, vede il suo potenziale e lo chiama a Belgrado per la stagione successiva.
Dopo un anno la scommessa è ampiamente vinta, Vesely sta giocando una stagione di alto livello in un palcoscenico importante come quello dell'Eurolega, e sta raccogliendo buone cifre come testimoniano i 7.5 punti e i quasi 5 rimbalzi. Recentemente ha giocato una grande partita nella strepitosa vittoria del Partizan contro il Barcellona, il team più forte e completo d'Europa, dove oltre a stampare sul tabellino 13 punti e 15 rimbalzi ha dimostrato una maturità degna di un veterano.
Vesely è un giocatore estremamente versatile, di energia, dotato di un ottimo tiro da fuori e che corre il campo con naturalezza. Grazie alla sua velocità di piedi ed esplosività può evolvere come giocatore perimetrale, inoltre è in grado di mettere a terra il pallone ed attaccare il canestro con efficacia, anche con conclusioni di potenza.
Vesely è anche un ottimo rimbalzista per istinto e volontà di attaccare il tabellone e dimostra anche delle inusitate doti di passatore per un ragazzo della sua età . Dal punto di vista difensivo grazie alla statura e all'atletismo è una minaccia sia come stoppatore che sulle linee di passaggio.
Deve sviluppare dei movimenti credibili per attaccare il canestro non contando sempre sulla sua energia. Inoltre deve irrobustire la parte superiore del corpo, soffre ancora la fisicità dell'Eurolega, soprattutto dei bloccanti avversari, dai quali tende sempre ad essere spinto lontano dalle traiettorie ottimali. Pur possedendo un ottimo range di tiro, deve migliorare il suo jump shot in avvicinamento e le percentuali ai tiri liberi, dove supera a malapena il 50%.
Il suo contratto con il Partizan scade nel 2013, il che lo rende un potenziale candidato, indipendentemente da una sua eventuale dichiarazione, alla permanenza in Eurolega per almeno un paio d'anni, per continuare il percorso di avvicinamento allo status di superstar di livello europeo.