Spalding's World Tour – by Mark Lamster
Centoventi anni prima dell'edizione inaugurale del World Baseball Classic, l'organo massimo del baseball americano aveva tentato un'internazionalizzazione del gioco. O meglio, un potentissimo personaggio della National League aveva cercato tutto questo; uno che, dall'espansione oltreoceano dello sport americano, avrebbe tratto notevoli profitti economici personali.
Molti appassionati di baseball avranno sentito parlare del giro del mondo di una ventina di giocatori professionisti, organizzato da Albert Goodwill Spalding; qualcuno saprà che si sono disputate partite anche in Italia (Napoli, Roma e Firenze) o avrà visto la foto dei Major Leaguer in azione con lo sfondo delle piramidi e della Sfinge.
Notizie ulteriori, nonostante oggi sul web si trovino informazioni su qualsiasi argomento, erano difficili da reperire finché, quest'anno, Mark Lamster ci ha servito tutto su un piatto d'argento.
Anzi, su 350 pagine di carta stampata.
Spalding's World Tour racconta, come da sottotitolo, dell' "epica avventura che portò il baseball in giro per il mondo" e ne fece lo sport d'America".
Mark Lamster ha effettuato una splendida ricostruzione storica, andando a recuperare gli articoli di quotidiani e periodici, sepolti da oltre un secolo di avvenimenti, e situati ai quattro angoli del globo, e integrandoli con gli scritti dei giocatori-turisti che tennero un diario.
Quello che accadde tra il 20 ottobre 1888, quando i Chicago White Stockings e la selezione All-America incrociarono le mazze per la prima volta, e il 20 aprile 1889, 6 mesi, 57 incontri e 30mila miglia dopo, è nelle pagine di Spalding's World Tour.
Il viaggio in treno verso la Costa Ovest, dove la National League allungherà i propri tentacoli solo 70 anni dopo, e la navigata verso l'Australia con tappa alle Hawaii, ancora in fase di annessione agli USA, sono solo l'inizio di un tour che toccherà cinque continenti, passando per i tre oceani, prima di concludersi dove aveva avuto inizio.
Tra i banchetti in onore dei turisti, indetti da sovrani o ambasciatori disseminati nel globo, e miracoli di ingegneria appena terminati (il Canale di Suez), o in fase di costruzione (la Torre Eiffel), i rappresentanti del passatempo americano si esibiscono nei luoghi più disparati - da splendidi ovali per il cricket, a spazi fangosi o innevati - e di fronte a spettatori ogni volta diversi, per cultura, numero e interesse verso la forma di intrattenimento statunitense.
La forza del racconto di Lamster risiede nell'efficace intreccio di almeno tre elementi: il baseball, che sta definitivamente acquistando la forma che conosciamo, alla vigilia di importanti confronti tra i giocatori e i proprietari; la figura di Spalding, uomo d'affari già proiettato in un possibile mercato internazionale; lo stile di vita, in piena evoluzione, nelle varie parti degli States e del mondo.
Il giro del mondo di Spalding è forse una delle prime manifestazioni del desiderio americano di estendere al resto del mondo il proprio modus vivendi.
Il raro lettore del lato est dell'Atlantico potrà dunque apprezzare, nel testo di Lamster, la prima crociata americana: siamo di fronte al caso unico di un libro di baseball che può raccontare a un lettore italiano qualcosa in più che a uno americano. Perché lasciarsi sfuggire l'occasione?