Che noia, che barba: sempre tu ed io, io e tu……
Questo e' il guaio di non scrivere spesso o, meglio, di scrivere qualche appunto in attesa che diventi un "pezzo", salvo poi lasciarlo macerare e, riprendendolo, accorgersi che l'attualita' ti costringe a cestinarne una buona fetta.
Ai primi di gennaio avevo buttato in un file un paio di riflessioni su quelle che, a mio modesto avviso, erano le aspiranti a far durare la stagione oltre le 100 partite.
Ad Est Cleveland e Boston in primis, seguite a debita distanza da Orlando e Atlanta; ad Ovest i Lakers davanti a tutti, con Denver di rincorsa ed una piccola chance agli Spurs, nonostante si fosse in anno pari.
Gennaio ha pero' modificato alquanto il borsino di queste squadre, premettendo che queste idee potranno essere "scritte nella pietra" solo dopo il 18, giorno di chiusura del mercato di riparazione.
Ovvio che se le corrazzate di cui sopra muovessero in entrata qualcuno dei dinosauri insoddisfatti che ci sono in giro (Bosh, Amare, Butler o affini), questo rimischierebbe ulteriormente le carte.
Dicevamo di gennaio: a caratterizzare sono stati soprattutto i problemi di salute.
Garnett, Bryant, Bynum, Pierce, Nelson, Carmelo, Mo Williams, sono i nomi piu' pesanti tra quelli che si sono dovuti fermare a fare il tagliando. Ed e' interessante vedere la diversa reazione dei rimanenti alle assenze dei titolari.
Comincio con quelli che stanno risentendo meno delle insidie della strega dai denti verdi: i Cavs. Lebron sta avendo un mese di gennaio "del suo tipo". Sta sostanzialmente tiranneggiando le partite, fa assolutamente quello che vuole, non c'e' nessuno che gli vada lontanamente vicino. La sensazione e' che non stia nemmeno faticando troppo.
Moltissime vittorie con con ampio margine, e il ragazzo, nelle ultime sfide, ha spinto sul pedale solo nella consueta esibizione al Garden (dove, a mio modesto parere, amerebbe giocarne almeno 41 a stagione, anche se non e' detto che ci andra', perche' se Walsh non gli mette vicino qualcosa di piu' del Gallo, non se ne parla) mentre ha planato come i gabbiani sulle altre.
Io ammetto di non essere un tifosissimo del ragazzo (mi piace di piu' Kobe, e poi c'e' sempre il conflitto di interesse con i biancoverdi".), il che non mi vieta di convenire che siamo di fronte ad uno che fa categoria per conto suo (come in passato capitato probabilmente solo a Wilt, solo che questo ha SEMPRE la palla in mano), e che abbina ad un talento tecnico in possesso a 2-3 bipedi, uno chassis semplicemente incomprensibile.
Ho chiaramente piu' possibilita' di avere una notte da sogno con Heidi Klum, confidando solo sul mio charme (e non su una clamorosa miscela di droghe, alcool e sentimenti di umana pieta' dell'interessata) piuttosto che arrestare Lebron lanciato in contropiede. E, fidatevi, non sono il solo in questo sistema solare ad avere tale problema.
Ma il grande alleato dei Cavs in finale sono i problemi delle sue avversarie ad Est.
Comincio con quelli che erano, e probabilmente sono, l'unica reale alternativa: i vecchi pirati della nave biancoverde.
Archiviato con successo il problema "assegnare un titolo ai 3 moschettieri", i Celtics sono stati probabilmente ad un ginocchio di Garnett sano dal tentare la ripetizione, visto che la versione del 2009 (almeno fino a dicembre 2008) e' stata quasi meglio di quella vincente dell'anno prima.
Quest'anno, risolti apparentemente i problemi fisici del totem, si e' ottenuta l'acquisizione di un cattedratico del giochino, ancorche' con eclatanti problemi di rapporto con l'ambiente esterno.
La stagione e' sembrata partire con la consueta altissima velocita' di crociera che avrebbe portato ad un agevole titolo di division (la Atlantic resta poca roba) e ad una possibile seconda moneta ad Est. Bisognava solo fare il tifo per i Magic in modo da non incontrare in Semifinale Atlanta, che ha dimostrato chiaramente di avere la kriptonite per Pierce e compagni.
Ma anche qui, dopo aver vinto la gara natalizia in quel di Orlando, sono cominciati i problemi. Prima di tutto quelli di salute: Garnett e Pierce si sono rotti e, vista' eta' e kilometraggio, si sta andando con i piedi di piombo. Nonostante questo, il Garnett di questi chiari di luna sembra un film d'autore, ma con i sottotitoli in polacco: stesso numero, stessa faccia, ma resa tremendamente diversa.
E fa sinceramente male al cuore vederlo quasi trascinare il fisico michelangiolesco su una zampa ferita. Visto il precedente dell'anno scorso, essere ottimisti e' piu' un esercizio di fede che di raziocinio.
A questo (grossissimo) guaio si aggiunge la chiara sensazione che il giocattolo abbia qualche problema strutturale. I vecchi stanno invecchiando ed i giovani non sembrano piu' disposti a stare al loro posto. Il tutto si ripercuote soprattutto su quella che era l'ancora di salvezza del gruppo, ovvero una difesa che strangolava l'avversario e consentiva di recuperare anche parziali importanti.
Ad oggi Boston i parziali li subisce, e per sovrammercato le difficolta' sono molto piu' evidenti fra le mura del TD Garden piuttosto che in trasferta. Su questa considerazione vale pero' la pena di attendere il viaggio ad Ovest di questo mese, che ci dovrebbe chiarire le cose. Attenzione poi a dare per scontato il titolo della Atlantic, perche' Toronto, approfittando peraltro di uno spicchio di calendario favorevole, naviga a sole 4 gare di distanza.
Agli amici che tifano Celts avro' mandato di traverso il caffe' quindi mi consento di chiudere con un paio di note positive: i Big 3 oramai si sono arricchiti di un play tra i primi 10 del circondario, alquanto complesso da decifrare ma assolutamente vitale nell'economia della franchigia, e fa piacere vedere che, a 3 anni dall'infortunio durante una schiacciata a gioco fermo (quando Boston era la barzelletta della Lega) Tony Allen e' ritornato ad essere un giocatore.
Le altre 2 ad Est le metto dietro a quelle citate (anche se, perdurando i problemi a Boston, potranno sopravanzarla nel ranking) e sinceramente non le ritengo in grado di impensierire Cleveland.
Orlando viaggia forte, ha di recente visto cosa puo' fare Carter in una giornata si, ma non credo che possa ripetere lo scorso anno, quando negli ultimi 5 minuti poteva vantare Mamma Lo Turko che sistemava parecchie cose.
Inoltre il rapporto tra il proprio allenatore e Howard e' troppo soggetto a continui distinguo (dategli la palla, non dategli la palla, oddio i liberi etc.etc.) e questo, alla lunga, rischia di logorare gli equilibri. Pero' in una serata in cui entra il tiro da fuori, questi sono in grado di schienare chiunque. Per informazioni, visionare il terzo quarto della recente gara contro Boston, premendo parziale di 35-11 e gara rivoltata come un pedalino.
Atlanta e' invece un interessante mammifero. A parte che certe volte pare che il playbook di questi qui sia come un listino prezzi appeso al bar: 10 voci, ma non se le fila mai nessuno.
Atleticamente hanno un paio di autentici fenomeni (Josh Smith potrebbe appendersi al ferro con i denti), e poi, quando la gara si deve decidere, sul perimetro hanno due Carabina Quigley come Joe Johnson e Jamal (preso alla Fiera dell'Est per due soldi, e non e' certo un topolino".ma allora ad Atlanta non e' vero che non ci sono dirigenti!) in grado di distribuire parziali da paura. Come detto, quando vedono verde diventano inarrestabili, ma da qui a dire che possono spaventare Lebron, c'e' un po' di strada da fare.
Varchiamo il Mississippi e vediamo cosa offre la Western.
Noblesse oblige ci impone di inizia re allo Staples dove, udite udite, sono riusciti a convincere Kobe a fermarsi un momento sul lettino del massaggiatore.
La cartella clinica e' imbarazzante:
Coach Jackson, deliziato dall'opportunita' di riposare nel weekend dell'All Star game, spera che la sua stella possa fare altrettanto, ma francamente non ha molto di che preoccuparsi.
A differenza degli amici nemici del Massachussets, i Lakers senza il 24 sulla schiena stanno giocando da dio. Un paio di giorni fa ho visto Lamar fare letteralmente a pezzi una versione degli Spurs che lui ha contribuito a far sembrare piu' dimessa del reale. Odom in quelle condizioni risulterebbe piu' intollerabile dell'Ossido di carbonio a qualsiasi rivale. A questo si aggiunga il Catalano alla Crema.
Per postura ed espressivita' del volto, il Gasol Maggiore (occhio, perche' bisognera' cominciare a chiamarlo cosi', visto come sta giocando il piccolo) paga una nomea di regale freddezza, ma francamente in post sembra McHale piu' aggraziato (la difesa invece resta "alla Crema", ma questa e' caratteristica angelina, non catalana). Anche Artest, benche' il teorema di Pitagora sia ancora lontano dalla soluzione, si rivela funzionale.
Considerando che, il piu' delle volte, questi "regalano" Bynum (per me l'esperimento di coesistenza con Pau e' fallito, e Bimbone prima o poi fara' le valige), tremo al solo pensiero che questi piglino uno che, sul perimetro, sposti davvero, perche' allora neanche Lebron potra' fare miracoli.
Qui e' piu' difficile trovare una rivale. Vado con piu' speranza che raziocinio a casa di Carmelo e Chauncey, sperando che traggano qualche lezione dal 4-2 dello scorso anno. Restano molto molto forti, e probabilmente Melo e' al suo massimo (certo che questa classe del 2003 e' veramente una roba da leccarsi le dita fino ai gomiti).
Pero'".non so".nella serie secca penso sempre che zio Phil trovi il sistema per mandare Karl fuori giri, e mentalmente ci sono un paio di Nuggets ad un neurone di distanza dall'andare via di testa (Kenyon e JR per dirne un paio). Pero' a talento puro questi sono da stra-corsa, qui c'e' poco da discutere. E ricordiamo che Billups ha una carrozzeria tremenda per i play avversari, tale da costringere rapidamente l'accoppiamento con Bryant (Fisher verrebbe tritato, Farmar idem, Vujacic lasciamo stare).
Chiudiamo con il pronostico di febbraio, che rivedro' periodicamente.
4-3 Cleveland sui Lakers, rating televisivi alquanto alti, e Stern che per un paio di settimane non pensera' ai fantasmi del lockout 2011.
Qualche chicca sui nostri 3 bimbi in missione.
Una bella stagione praticamente per tutti, con gli ovvi distinguo legati al paesaggio, al talento e al conseguente minutaggio.
Il Gallo ha mostrato le stimmate del giocatore importante anche a quel livello, speriamo che continui a far finta di non vedere il talento pressoche nullo dei compagni, e che Walsh e Dantoni gli forniscano qualcuno di adeguato nell'apocalittico mercato di luglio. Tutti dicono Lebron, per me e' piu' facile arrivare a Chris Paul (che comunque non e' poco). Buona fortuna.
A Toronto sono contento dello spazio che si e' guadagnato il Beli (ora meno che nel recente passato), speriamo che resti li' per un po', anche se DeRozan sara' difficile da scalzare dal quintetto. Ma 5-6 anni da microonda che esce dalla panchina non sono niente male. Ed e' universalmente merce apprezzata la guardia che sia in grado di passare la spicchia, dote che il Beli ha sempre avuto, ma che il vecchio trombone Nelson si teneva per la palestra d'allenamento.
Chiudiamo con il Mago, che sta giocando una stagione sontuosa in attacco e sovente decorosa in difesa. A giugno-luglio Bosh emigrera' e Toronto gli consegnera' la cartellina con la scritta "prima opzione dell'attacco". Staremo a vedere come la gestirà .Chissa che quel contratto da 5×10 milioni non si riveli un affare per il datore di lavoro.
A presto (o meglio"io ci provero'").