Dilemma in casa Sixers

Andre Iguodala, i suoi giorni a Philadelphia sono ormai contati?

Era già  successo l'anno scorso… e anche l'anno prima.

Dopo una partenza disastrosa o quasi, con l'arrivo del mese di gennaio e febbraio la squadra inizia a trovare una propria identità , un proprio gioco e soprattutto importanti vittorie.

Anche in questa stagione il copione si sta ripetendo: arrivati al 20 gennaio con un record di 13 vittorie e 28 sconfitte hanno inanellato una serie di vittorie (sette delle ultime undici giocate, di cui cinque in fila) che li ha riportati in piena corsa Playoffs nella disastrosa Eastern Conference (incredibile la disparità  delle due conference, pensate che una Houston al momento fuori dai Playoffs ad Ovest, da questa parte sarebbe in corsa per il quinto posto).

Un record di 20-32 alla pausa dell'All Star Game è infatti buono per il decimo posto a sole 5.5 partite di distanza dagli ultimi due posti disponibili per la post-season, al momento nelle mani di Miami e Chicago.

Questo ci porta al dilemma che pressochè qualsiasi testata giornalistica di Philadelphia sta trattando in questi giorni: è un bene continuare a vincere in questo modo? La domanda sembra stupida, in fondo si dovrebbe sempre giocare per vincere e non solo per partecipare, ma in una logica NBA non lo è, assolutamente.

I Sixers di oggi sono una squadra nel limbo, hanno un roster giovane e talentuoso che sicuramente vale più delle sei, sette peggiori squadre NBA (e vista la situazione della Eastern di oggi dì probabilmente varrebbe anche un posto ai Playoffs), ma non forte abbastanza per poter vincere qualcosa, cioè vincere un titolo. Come dicevamo prima, se si gioca per vincere lo si fa per vincere un anello, mica per accontentarsi di arrivare a giocare una serie di Playoffs, o no?

La domanda è quindi più che legittima: conviene raggiungere il settimo, ottavo posto per poi andare contro una Orlando o Cleveland di turno, essere spazzati via e scegliere nuovamente al Draft a metà  del primo giro un giocatore che non ti cambia nè il presente, nè soprattutto il futuro della franchigia?

Parlare di “tanking” (gergo NBA, fare in modo di perdere più partite possibili per cercare di avere una scelta al Draft più alta possibile) non è mai bello e un tifoso di una squadra si dovrebbe augurare di non doverlo mai fare, ma in questo caso mi sembra veramente l'unica soluzione attuabile per provare a riportare la franchigia ai piani alti dell'NBA, o almeno provarci.

Sulle pagine del Philadelphia Inquirer è uscito questo articolo di Stephen A. Smith – l'insider più insider che c'è per quanto riguarda i Sixers – in cui tra le altre cose si legge: “Tank the season. Stop wasting folks' time trying to win what amounts to meaningless games.”

Un pensiero forte e, personalmente, condivisibile su quello che dovrebbe essere il finale di questa, sciagurata, stagione.

Sperando di avere fortuna e buon occhio da parte degli scout, una delle prime quattro o cinque scelte potrebbe permettere di scegliere un giocatore su cui costruire il futuro della franchigia, affiancandolo ai vari rampolli in rampa di lancio (Young, Speights, Holiday).

Sono già  diversi i nomi dei giocatori collegiali di cui si parla che nel prossimo giugno potrebbe fare la fortuna di diverse squadre NBA, ma fare delle previsioni in questo momento è ancora molto prematuro. La classe di quest'anno sembra comunque poter essere abbastanza interessante e torneremo sicuramente sull'argomento all'interno dei Team Reports nei prossimi mesi.

L'altro importante passo che va fatto in questa direzione è quello di smontare il roster, liberandosi dei contratti più pesanti (quindi teoricamente di quei giocatori che sulla carta avrebbero dovuto dare qualcosa ma che poi hanno fatto tutt'altro… qualcuno ha detto Iguodala?) in modo da creare spazio salariale per l'estate e magari portare a casa anche qualche scelta aggiuntiva. Questo ci porta infatti a…

Trade Rumors

Con la deadline che si avvicina (18 febbraio) i telefoni dei GM sono in fibrillazione e uno dei nomi di cui si parla con più frequenza è proprio quello di Andre Iguodala. Il prodotto di Arizona sta dimostrando in questa stagione ciò che tutti i tifosi dei Sixers sapevano e forse avevano paura di ammettere: un grande secondo violino, ma assolutamente lontano dal poter essere una vera superstar che si possa caricare la squadra sulle spalle.

Iguodala infatti pur mettendo su le solite ottime cifre (parliamo pur sempre di 17 punti, 7 rimbalzi e 6 assist ad allacciata di scarpe) non ha fatto quel passo in avanti che ci si aspettava ed anche lo stesso Ed Stefanski sembra ormai disposto a ricominciare da capo lasciando partire il suo miglior giocatore e il suo contratto che nei prossimi tre anni chiama $50 mln.

Diverse sono le squadre interessate ai suoi servigi, tra tutte (in ordine di preferenza): Phoenix, Houston e Cleveland. Quello che i Sixers vogliono in cambio sono dei contratti in scadenza e possibilmente un giovane futuribile e/o scelte al prossimo Draft (all'occorrenza, se ce ne fosse bisogno insieme ad Iguodala potrebbe partire un altro giocatore come Dalembert).

I Suns sembrano in assoluto la squadra più interessata e sul piatto metterebbero Amar'è Stoudemire ($16,3 mln in scadenza, con però una player option da $17 mln per la prossima stagione) e probabilmente uno tra Leandro Barbosa e Jason Richardson nel caso in cui allo scambio venisse aggiunto lo stesso Dalembert. Stefanski ha preso tempo per valutare la proposta e, parere personale, assicurarsi che Stoudemire non voglia poi usufruire dell'opzione a suo favore, cosa che renderebbe lo scambio assolutamente inutile per i Sixers perchè a quel punto si aspetta un'altra stagione lasciando scadere i contratti di Dalembert, Kapono e Green senza cedere il tuo miglior giocatore (Iguodala).

Lo scambio con i Rockets prevederebbe invece l'arrivo a Philadelphia di Tracy McGrady, che porta con sè un altro contratto in scadenza da ben $23 milioni. In questo caso però siamo davanti ad un “long shot” e infatti nelle ultime ore pare che Houston si stia organizzando per un altro scambio a tre squadre che coinvolgerebbe anche Knicks e Wizards.

Ad una settimana dal giorno x queste sono ancora soltanto voci, seppur ricorrenti e spesso confermate. I telefonini e i fax nelle prossime ore continueranno a squillare come non mai, non ci resta che attendere e vedere che sviluppi prenderanno queste vicende.

Pillole

Close calls "¢ I Sixers in questa stagione sono 8-9 nelle partite decisiva da quattro o meno punti. Nessuna squadra nella Lega ha giocato così tante partite con un margine di distacco del genere, dopo le loro 17 ci sono infatti le 16 di Milwaukee.

Get that rebound! "¢ Samuel Dalembert ha preso almeno 10 rimbalzi in quattordici partite consecutive (da quella dell'11 gennaio contro gli Hornets a quella del 6 febbraio contro i Rockets), battendo la miglior striscia stagionale di Kevin Love con tredici partite. Nessun giocatore dei Sixers nelle ultime 21 stagioni aveva mai fatto una cosa del genere.

Young's ready "¢ Nella bella vittoria a New Orleans del 5 febbraio, Thaddeus Young ha chiuso con 19 punti uscendo dalla panchina, segnando otto dei novi tentativi dal campo (inclusi sette canestri consecutivi prima del primo errore). Young è stata la prima a riserva a segnare i primi sette tiri dal campo da quando ci riuscì Willie Green, nell'ottobre del 2008.

Risultati & Classifiche

31/01 – at New Jersey W 83-79
03/02 – vs Chicago W 106-103
05/02 – at New Orleans W 101-94
06/02 – at Houston W 102-95
09/02 – vs Minnesota W 119-97
10/02 – at Toronto L 93-104

Record: 20-32 (.385)
3rd Atlantic Division
10th Eastern Conference

Up Next

Dopo la tre-giorni di Dallas per il weekend dedicato all'All Star Game si tornerà  al Wachovia per due partite casalinghe contro Heat e Spurs; per poi salire sull'aereo ed andare ad Ovest per l'ultimo vero road trip stagionale, che toccherà  le arene di Chicago, Golden State, Phoenix e Los Angeles (sponda Lakers).

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