Grande contributo da parte di Luol Deng
Gennaio, il mese della rinascita. Il mese dei Bulls e di un primo traguardo finalmente raggiunto (e poi subito lasciato).
Con una striscia positiva di quelle che possono davvero invertire le sorti di una stagione, Chicago è tornata sopra al 50%, toccando quota 23 vittorie, prima di infilare una mini-serie negativa e tornare sotto.
Difficile dire quali sia la vera identità di una squadra che ora molti dovranno analizzare o meglio ri-analizzare con più calma e con maggiore riflessione, dopo averla demolita ad inizio stagione.
Invece, com'era (mi ci metto senza timore) mia convinzione da tempo, questi Bulls avevano ed hanno potenzialità importanti e sottovalutate; giocatori da far crescere e risorse in grado di rendere questa squadra indigesta a molte altre e non solo dal lato atlantico degli Stati Uniti.
Lo si è capito chiaramente anche dal road trip sulla costa ovest degli States, con 7 gare consecutive fuori casa, dall'altra parte dell'America dove tradizionalmente, negli ultimi anni, regna un maggior equilibrio e dove il tasso tecnico e la profondità dei roster crescono.
Laggiù, nel vecchio west"
Una serie che poteva stroncare le speranze di Rose e compagni, allontanandoli definitivamente dall'ottavo posto, in una Eastern Conference che, seppure a rilento, pare vicina a colmare il gap con il "west side" della Nba.
Una serie partita anche male, con due sconfitte (Golden State e Clippers) in casa di due squadre dal canestro facile. Non certo due contender, ma proprio quel tipo di avversario in grado di mettere maggiormente in difficoltà il quintetto di Del Negro.
Chicago veniva dal sofferto successo su Washington dopo 2 overtime, e probabilmente ha accusato anche un po' di stanchezza. Eppure, giusto il tempo di adattarsi al fuso dell'ovest, ed ecco venir fuori qualità ma soprattutto carattere. Cinque successi in fila, tutti contro squadre abbondantemente sopra il 50%, e tutte chiuse sul filo (massimo scarto +10 ad Oklahoma City).
Insomma, una serie di vittorie in qualche modo anche storica, che non deve certo far abbassare la guardia ai Tori, ma che certamente può infondere la giusta dose di determinazione per restare su questi livelli. Dopo gli aggiustamenti in quintetto, i risultati stanno arrivando, ma è la "nuova" mentalità di squadra a dare quella spinta che finora era mancata, come ha detto saggiamente Luol Deng:
Quando si vince, tutto è positivo. Ora entriamo in partita aspettandoci di vincere, la mentalità adesso è che possiamo vincere ogni partita
Dunque a questo punto, anche se siamo solo a metà dei giochi, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare e soprattutto a Vinny quel che è di Vinny (e dei suoi assistenti"). A metà stagione regolare da poco passata, il lavoro fatto fin qui è buono; le singole qualità dei giocatori vengono sfruttate decisamente meglio, così come le rotazioni. E se prima della deadline arrivasse anche un ritocchino al roster, Chicago diventerebbe realmente una squadra tra le più fastidiose in circolazione da aprile in poi per le contender che puntano alle finali.
Tanto per parlar chiaro: con un buon centro in più ed il resto del gruppo sostanzialmente confermato, si potrebbe pensare con tutta tranquillità a stendere il tappeto rosso alla superstar di turno, la prossima estate (Wade who?…).
Dopo la corsa, ecco la prevista frenata
Buone prospettive, dunque, ma evidentemente quest'anno a Chicago non si fa in tempo a sorridere che subito ci si ritrova seri. Con la squadra sulle ali dell'entusiasmo per la bella striscia di vittorie, ecco due nuove sconfitte.
Prima la sconfitta interna contro i Clippers, ancora loro (0-2 quest'anno) con Baron Davis e compagnia bella che hanno fatto storcere il naso a tanti tifosi Bulls. E qualcuno avrà pur pensato che forse sarebbe stato meglio restare in trasferta"
Niente paura, perché la sera dopo al Wachovia Center di Philadelphia i Sixers, seppure dopo un supplementare, hanno piegato Chicago, con un sontuoso Andre Iguodala che ha pure sfiorato la tripla doppia.
Nei Bulls si salva Rose, alla fine a referto con 30 punti e 9 assists. A completare il tris, ecco la gara di Atlanta, vinta dagli Hawks ma con Chicago sempre lì, a tratti anche avanti nel terzo quarto, prima dell'ultimo parziale, dominato da Atlanta, con un Josh Smith da tripla doppia. Ma la giocata da copertina la confezionano John Salmons e Derrick Rose, con un alley-oop chiuso dalla schiacciata a una mano dell'ex stella di Memphis. Uno spettacolo"
Insomma, piccola mini-serie negativa, chiusa subito con il successo convincente sugli Heat, dopo un periodo che va in archivio sicuramente con molti dati positive ed altrettante buone indicazioni per le prossime settimane. Chicago resta vicinissima al 50%, a pochi giorni dalla pausa per l'All Star Game di Dallas; uno stop che non dispiace e che anzi consentirà allo staff di lavorare ancora a livello tattico e ai giocatori di rifiatare un po' (Derrick Rose a parte).
A livello di squadra, complessivamente, si continua a tirare maluccio dal campo (44%), ma la squadra concede poco anche agli avversari, che contro i Bulls non vanno oltre il 43.6%. E anche se non sempre le statistiche sono assiomi incontestabili, questo dato invece sembra assai importante per comprendere le caratteristiche di una squadra che non è certo l'emblema del basket spettacolo, ma che sa darsi molto da fare a livello difensivo.
Sul campo
Decisi passi in avanti, invece, sul fronte della qualità del gioco. Gli spazi tendono ad essere più aperti e il risultato è un sensibile miglioramento nel tiro dalla lunga distanza, che un paio di mesi fa pareva invece il problema più pressante. L'attuale 35% abbondante dall'arco può essere considerato un buon risultato, merito tanto dell'inserimento di Hinrich in quintetto quanto dei miglioramenti a livello di movimenti e circolazione della palla.
Le notizie migliori, tuttavia, arrivano da Derrick Rose, tornato a tutti gli effetti quello dei giorni migliori. Qualità e quantità , che fanno ben sperare i tifosi dei Bulls.
Sotto canestro continua il buon lavoro di Noah e dei suoi compagni di reparto. I Bulls dominano nel pitturato: rimbalzi e stoppate fioccano, tanto da fare di Chicago la miglior squadra della Lega (almeno statisticamente). A dirlo sono i numeri, poi è chiaro che nonostante questo, come abbiamo detto poco sopra, un centro puro farebbe anche comodo a Del Negro e permetterebbe di dare profondità al roster ma soprattutto di ampliare la gamma dei giochi a disposizione della squadra.
Mercato, ultimi giorni prima dell'estate 2010"
Intanto, a metà regular season ormai superata, si procede a passo spedito verso la trade deadline. Se soltanto qualche settimana fa sembrava che potessero andare anche in porto affari importanti ben prima della fatidica estate, ora il ritmo sembra decisamente più rallentato.
Per quanto riguarda i Bulls, si è parlato di un possibile interessamento per il recordman di Duke JJ Redick, in forza agli Orlando Magic ma sembra proprio che la voce sia destinata a rimanere tale senza concretizzarsi in alcuna trattativa. Peraltro come tipologia di giocatore, Redick avrebbe anche potuto far comodo a Del Negro: liberando gli spazi giusti la guardia ex Duke potrebbe essere letale dal perimetro. Proprio la caratteristica che più a lungo è mancata a Chicago.
Per quanto riguarda Hinrich, invece, il problema è sempre lo stesso, e cioè il peso contrattuale che la guardia cresciuta a Kansas si porta dietro. Hinrich ha estimatori in mezza America, ma come abbiamo già detto più volte, il momento non è di quelli ideali e le trattative non sono di semplice conclusione.
Decisamente più probabile, a questo punto, che i Bulls tentino di piazzare Tyrus Thomas, che a fine stagione sarà in condizione di qualifying offer. Gli estimatori del ragazzo nato 24 anni fa a Baton Rouge non mancano di certo in tutta la Lega, ed è probabile che Chicago preferisca scambiarlo adesso per ricavare rinforzi utili al roster piuttosto che rimandare la faccenda a fine stagione.
Si fanno i nomi di Denver e San Antonio, ma nelle ultime ore è spuntata pure l'ipotesi, riportata da CBS Sports, di un suggestivo scambio con i Celtics, che porterebbe a Chicago Ray Allen. Gran giocatore, tiratore pazzesco e contratto in scadenza alla fine di quest'anno"
Intanto prosegue la lotta per accaparrarsi un posto ai playoff.
Chicago attualmente occupa il sesto posto nella griglia della Eastern Conference, con lo stesso record dei Bobcats ed un leggero vantaggio sui Miami Heat, in piena crisi.
Non sarà un problema centrare la post-season e addirittura, se le cose dovessero continuare così, si aprirebbe l'intrigante accoppiamento con i Boston Celtics, dopo la spettacolare serie dei playoff 2009.