Continua l’agonia dei Pacers

Ultimo report con Troy Murphy con la maglia dei Pacers?

Inizio febbraio e in casa Pacers non si fa altro che contare i giorni che mancano alla fine di questa disgraziata stagione, seppur i giocatori in modo patetico (o da professionisti, dipende dai punti di vista) continuino a negarlo.

Il 18 febbraio sarà  il giorno della deadline e Indiana ha due giocatori che potrebbero essere oggetto di discussione. L'obiettivo sarà  quello di cercare di alleggerire un salary cap pieno zeppo di contratti pesanti che in questo momento non hanno un risvolto sul campo.

Si è parlato di Troy Murphy e di T.J. Ford in particolar modo. Il primo sembra sia finito sul taccuino dei Cleveland Cavaliers che cercano una power forward da affiancare a Shaq. I Pacers stanno temporeggiando non solo per il fatto che non si è trovati un giusto accordo, ma anche perchè in questo momento con Tyler Hansbrough (fuori in 14 delle ultime 19 gare) e Jeff Foster fuori non si è sicuri se sia il caso di privarsi di un lungo. "E' tutto un business e capisco che c'è la possibilità  di poter andare via". Le parole dell'ex Golden State.

Ben più spinosa è la questione Ford. Il giocatore non gioca ormai dal 30 dicembre e non ci sono i presupposti che rientri a farlo, il problema sta solamente nella difficoltà  nel riuscire a piazzare un contratto di una certa entità  come il suo.

Coach Jim O'Brien è assolutamente favorevole ad una cessione della point guard. "Penso non ci siano dubbi sul fatto che possa andare via" – ha affermato l'allenatore – "E' una point guard di qualità , potrebbe dare una mano a qualche altra squadra. Non sarà  mia decisione ma di Bird ovviamente".

"T.J. è la nostra terza point guard della rotazione" – continua Bird – "Siamo contenti di quello che Earl Watson ci sta dando da titolare e del modo in cui stiamo facendo crescere Price che penso sarà  per noi una solida point guard per tanto tempo". Chiare le sue parole.

Parlando di quello che succede il campo, per meglio spiegare quanto sia maledetta questa stagione basta fare un paragone con quella scorsa in questo stesso periodo facendo riferimento alle prestazioni di Danny Granger.

Seppur per Indiana neanche quella scorsa era stata una stagione da ricordare, c'era un Granger che a fior di grandi partite era in lizza per giocare l'All-Star Game e la gara dei 3 punti. Adesso, complice anche la fascite plantare, non stiamo ammirando lo stesso giocatore.

"Questa stagione è veramente frustrante" – ha detto Granger – "Con una squadra diversa non siamo riusciti a giocare in maniera differente. In attacco non siamo stati fluidi e difensivamente non siamo riusciti ad essere continui".

Parlando di All-Star Game se c'era un giocatore che poteva ambire almeno al Rookie Challenge era sicuramente Roy Hibbert che non ha giocato male fino ad ora, ma non è stato sempre continuo e soprattutto ha avuto la sfortuna di avere fra i sophomore centri come Brook Lopez e Marc Gasol che stanno sicuramente facendo molto bene.

Due vittorie nelle ultime otto partite dallo scorso report, si è peggiorati quel piccolo trend positivo registrato nella prima metà  di gennaio.

Bruciante e senza appello la sconfitta in casa degli Heat, autentica bestia nera in questa stagione di Indiana. Si perdeva 83-113 ma è incredibile il fatto come in tre partite contro Miami, la squadra di O'Brien abbia perso con una media di 25 punti.

Più dignitosa era la sconfitta in casa di Orlando per 109-98 in una partita in cui Howard (32 punti e 11 rimbalzi) si vendicava con gli interessi di Hibbert che nella precedente gara fra i due team, bisogna dirlo, lo aveva nettamente battuto.

Indiana tornava a vincere 93-105 al Palace di Auburn Hills a Detroit in uno scontro fra due nobili decadute. La partita prendeva una buona piega per Indiana nel momento in cui utilizzava il quintetto piccolo con Murphy da pivot e quattro esterni. Brandon Rush con 19 punti giocava probabilmente la sua miglior partita stagionale. "E' stato straordinario" – si complimentava O'Brien – "Ha tirato bene e sono molto contento del modo in cui sta giocando".

I Pacers sentivano la fatica e nel back to back cedevano ai Sixers per 97-107, perdevano 21 palloni e perdevano di 10 la lotta a rimbalzo: era la quarta gara in cinque giorni. "I nostri giocatori erano stanchi", diceva O'Brien a fine partita.

Granger segnava 22 punti, Rush continuava nel buon momento aggiungendone 14 ma era di gran carriera il secondo tempo di A.J. Price che segnava 17 punti segnando in tutti i modi. Tutto ciò non era però sufficiente ad evitare lo stop.

Pacers che si vendicavano nella successiva partita con la stessa moneta andando a vincere a Philadelphia per 98-109. Il quintetto piccolo di O'Brien (per la cronaca il 17esimo diverso in questa stagione) con Watson, Head, Rush e Granger esterni con Murphy centro faceva la differenza. Dalla panchina erano però decisivi i 18 punti di un ottimo Dahntay Jones.

Proibitive le due partite successive. Prima in casa contro i Lakers arrivava una sconfitta per 96-118 con la scellerata scelta di O'Brien di mantenere lo stesso "small lineup" contro un settore lunghi fortmato da Gasol e Bynum. Dopo in casa dei Cavaliers mai in discussione la partita che finiva 94-73, troppo più forti loro, erano altri tempi quando Indiana a Cleveland andava e vinceva agevolmente.

Nel giro di due partite i Pacers potevano ammirare i due assi della lega, Kobe Bryant e Lebron James, non a caso i leader delle prime due squadre della lega.

Pacers incapaci anche di contrastare i Raptors in trasferta per 117-102, una squadra in forma nell'ultimo periodo. Head era il miglior realizzatore a quota 15, Granger continuava a litigare col canestro (3-13 dal campo) ma era eccessivo il 60% dal campo concesso a Toronto.

Adesso cosa succederà  da qui alla deadline? Considerando i precedenti forse sarebbe il caso di non cambiare nulla.

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