Sixers: pagelle di metà  stagione

Jrue Holiday, qui a colloquio con coach Jordan, una delle poche certezze nel futuro dei Sixers

Il weekend dedicato all'All Star Game è dietro l'angolo, ciò significa che l'NBA sta girando la boa di metà  stagione. Quale miglior occasione quindi per stilare le pagelle di questa prima metà  di Regular Season in casa Sixers?

Mentre i risultati continuano ad essere deficitari (incredibile come i nostri ragazzi non siano ancora stati in grado di mettere insieme una serie di tre vittorie consecutive, tre!), le prestazioni serata dopo serata assomigliano sempre più ad un viaggio sulle montagne russe e le rotazioni di Eddie Jordan sembrano essere fatte completamente a casaccio senza uno straccio di filo logico, ecco un giudizio giocatore per giocatore.

Andre Iguodala

Doveva essere la stagione del definitivo salto di qualità  per il nuovo AI, avrebbe finalmente dovuto dimostrare di poter essere un vero leader e trascinatore di una squadra e di meritarsi quel contratto da superstar. Invece niente di tutto questo è successo, dando uno sguardo oltre le cifre si può dire che siano stati addirittura fatti dei passi indietro. Pur avendo career highs in assist (5.7) e rimbalzi (6.8), i punti per partita (17.4) sono ai minimi storici o quasi, escludendo le prime due stagioni nella Lega, e soprattutto le percentuali dal campo sono letteralmente crollate al 42% (di gran lunga il peggior risultato in carriera).

Nelle ultime settimane è inoltre stato inserito in qualsiasi rumor che riguardasse una trade; se fino all'anno scorso qualcuno credeva ancora che si potesse costruire una squadra competitiva attorno ad Iguodala questa prima metà  di stagione sembra aver convinto anche i più testardi. Lo stesso Iguodala ha recentemente annunciato che non sarebbe affatto sorpreso di essere ceduto prima della deadline del 18 febbraio prossimo.

Voto: 4.5

Lou Williams

La stagione di Williams va probabilmente divisa in due parti, pre e post infortunio. Prima di ricevere la gomitata di Antwan Jamison a fine novembre che lo ha tenuto fuori per circa un mese, Lou stava giocando il miglior basket della carriera, molto autoritario con la palla in mano, sicuro di sè e dei propri mezzi e con cifre di tutto rispetto (circa 18 punti di media con 5 assistenze ad allacciata di scarpe).

Tornato dall'infortunio però le cose sono cambiate, grazie anche al ritorno di Allen Iverson i suoi minuti sono scesi, ha perso il posto in quintetto a favore di Jrue Holiday (decisamente più propenso alla fase difensiva) e una buona dose di fiducia (e i numeri sono crollati a 11 punti con poco più di 3 assist a partita). Anche su di lui aleggia qualche dubbio sul suo futuro all'interno della squadra.

Voto: 6

Allen Iverson

Il 7 dicembre 2009 è una data che tutti i tifosi dei 76ers ricorderanno per molto tempo. Iverson dopo la brutta parentesi di Memphis ha deciso di tornare all'ovile e lo ha fatto in punta di piedi, mettendosi al servizio della squadra, cercando di aiutare la crescita dei giovani e facendo tutto ciò che gli allenatori gli chiedono di fare. Sul campo di gioco ha avuto il grande merito di aver rimesso in piedi la stagione di Samuel Dalembert, che al suo fianco sembra tutto un altro giocatore.

Le cifre sono ovviamente ai minimi in carriera – 14 punti una volta li faceva nel primo tempo, quando era stanco – ma non si può certo recriminare niente al ragazzo che ormai si avvia verso le 35 primavere, e non gli si può certo chiedere di tornare a trentelleggiare tutte le sere come ci aveva abituato.

Voto: 10, con il cuore (6.5, con la testa)

Thaddeus Young

Un pò come per Iguodala ci si aspettava dei grossi miglioramenti anche da Thaddeus Young, arrivato al terzo anno nella Lega. Anche qui però, come nel caso del #9, siamo rimasti un pò a bocca asciutta. 14 punti a partita con il 45% dal campo e il 66% dalla lunetta non sono sicuramente i numeri che la stagione scorsa lasciava presagire.

Pur avendo infatti mostrato alcuni miglioramenti in diverse fasi del gioco (sicurezza nel tiro da fuori, movimento di piedi in difesa) Young non sembra aver acquisito quella sicurezza che si gli si chiedeva. Offensivamente è ancora troppo legato a situazioni estemporanee e non sembra ancora essere totalmente in grado di sfruttare i mis-matches che potrebbe creare contro avversari più grossi e quindi più lenti di lui o, viceversa, contro gente più piccola da portare in post basso. La carta d'identità  comunque dice 1988 e personalmente continuerei a scommettere su di una sua crescita nel prossimo futuro.

Voto: 5.5

Elton Brand

Spedito continuamente dentro e fuori dal quintetto da coach Jordan, il tanto chiaccherato Elton Brand sta mettendo in piedi una stagione discretamente solida. Certo, niente a che vedere con quello che ci si aspetterebbe da uno con quel contratto, ma comunque rispetto a dodici mesi fa si intravede qualcosa di buono.

In meno di 30 minuti di utilizzo (minimo in carriera, con distacco) EB sta segnando circa 15 punti di media con 7 rimbalzi, tirando con percentuali di tutto rispetto (50% da due e 76% dalla lunetta) e dando alla squadra un minimo di pericolosità  sotto canestro. Da quando è stato re-inserito nel quintetto base ha poi giocato alcune delle sue migliori partite in maglia Sixers (i 25 punti contro Detroit, i 23 contro Indiana e i 26+10 nella sconfitta con Milwaukee).

Voto: 6.5

Samuel Dalembert

Come nel caso di Williams la stagione di Dalembert va divisa in due parti, pre e post arrivo di Iverson. Se inizialmente infatti sembrava aver completamente perso fiducia sia nei propri mezzi che soprattutto da parte dello staff tecnico, arrivando addirittura a stare seduto per l'intero secondo tempo in diverse partite, da quando è tornato il #3 le prestazione dell'haitiano si sono impennate.
Per capire meglio di cosa sto parlando basta guardare gli splits mese dopo mese e notare come sia andando migliorandosi in virtualmente ogni categoria statistica. A novembre: 5.9 ppg, 8.1 rpg, 2.0 bpg, 45% fg e 2 palle perse per partita; a dicembre: 6.5 ppg, 8.9 rpg, 2.4 bpg, 50% fg e 1.5 palle perse; a gennaio: 9.6 ppg, 12.5 rpg, 2.4 bpg, 61% fg e 0.9 palle perse. Come se non bastasse lo stress di una stagione NBA ha poi anche dovuto affrontare le terribili vicende del suo paese natale.

Voto: 7

Marresse Speights

Un giocatore al secondo anno è solito avere delle prestazioni altalenanti e sicuramente non può fare della continuità  una delle sue virtù. Questo è stato il caso anche dello stesso Speights, partito alla grandissima (con diversi scollinamenti oltre quota 20 punti) e poi andato via via rallentando anche per colpa di un fastidioso problema al ginocchio che lo ha tenuto fuori per diverse partite. Se si esclude la prestazione da 28 punti nella sconfitta contro i Clippers di fine dicembre, Speights non è mai stato un fattore e il suo minutaggio è crollato, grazie anche alle buone prestazioni sia di Brand che di Dalembert. Per diventare un giocatore da quintetto NBA ha sicuramente bisogno di lavorare sulla fase difensiva, dove siamo ancora all'abc, se non più indietro.

Voto: 6

Jrue Holiday

Non ci si può aspettare troppo da un rookie di 19 anni con alle spalle un solo anno di college, ma il buon Jrue più passa il tempo e più sembra adattarsi alla Lega ed al suo stile di gioco. Portando con sè un bagaglio difensivo di tutto rispetto Holiday è riuscito a sobbalzare Williams nella depth chart e guadagnarsi un posto in quintetto. Con un paio di estati di lavoro sul suo gioco offensivo e sul tiro da fuori Holiday può certamente diventare la point guard del futuro di questa franchigia, John Wall (e le palline da ping-pong) permettendo, ovviamente.

Voto: 6/7

Willie Green

Pur non avendo niente di speciale Green, qualsiasi sia l'allenatore della squadra, riesce sempre a trovare il suo spazio. Utilizzato come guardia tiratrice uscendo dalla panchina sta mettendo in piedi la solita stagione da circa 8 punti di media con qualche exploit offensivo qua e la (da citare i 16 punti nell'incredibile vittoria al Garden di Boston di metà  dicembre).

Voto: 5.5

Jason Kapono

Arrivato in estate come il messia per sistemare i problemi con il tiro da fuori, Kapono è partito male e sta continuando peggio. Ha iniziato la stagione giocando poco e male fino via via a perdere definitivamente il posto all'interno della rotazione, finendo in fondo alla panchina. Nelle partite sin qui giocate durante il mese di gennaio ha messo piede in campo per tre volte, per un totale di 27 minuti. Insomma, ridateci Reggie Evans!

Voto: 4

Rodney Carney, Jason Smith, Royal Ivey, Primoz Brezec

Utilizzati poco e male da coach Jordan sono stati tutti e quattro dei non fattori.

Voto: s.v.

Eddie Jordan

Qualcuno durante questa stagione ha invocato, non con tutti i torti, il nome di Tony DiLeo, una bravissima persona ma NON un allenatore NBA. C'è bisogno di aggiungere altro sull'operato sino a questo momento di Jordan? Oltre a non essere stato in grado, magari non completamente per colpa sua, di adattare la Princeton Offense al roster a disposizione è riuscito a peggiorare la fase difensiva di una squadra che nelle ultime due stagioni era sempre stata sopra la media della Lega.

Insomma, non ha migliorato l'attacco e ha peggiorato la difesa, sarà  ancora lui l'allenatore dei Sixers nei prossimi mesi? Io non ne sono più così sicuro.

Voto: 3

Pillole

Statement "¢ Come citato in precedenza Andre Iguodala dopo la sconfitta subita contro i Bucks ha rilasciato una particolare dichiarazione, che fa capire che poche certezze ci siano sul futuro, ma anche sul presente, della squadra. “Nothing is a surprise when you're 15-29 … Nobody wants to be on the losing end, but when you are on the losing end, you have to make changes. I wouldn't be surprised [to be traded], but this is my job, so I just go out and try to be professional every day instead of worrying why they're trying to trade me versus someone else, being bitter about it.”

AI = ASG "¢ Il 14 febbraio Allen Iverson giocherà  il suo undicesimo All Star Game della carriera. Ancora una volta i fans di tutto il mondo lo hanno votato all'interno del quintetto base della Eastern Conference.

Risultati & Classifiche

18/01 – at Minnesota L 103-108
20/01 – vs Portland L 90-98
22/01 – vs Dallas W 92-81
23/01 – at Indiana W 107-97
25/01 – vs Indiana L 98-109
27/01 – at Milwaukee L 88-91
29/01 – vs LA Lakers L 91-99

Record: 15-31 (.326)
4th Atlantic Division
14th Eastern Conference

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Cinque partite abbastanza complicate prima della pausa per l'All Star Game: due casalinghe contro Bulls e Wolves e tre trasferte a New Orleans, Houston e Toronto. Tornati dal weekend di Dallas, dopo aver ospitato Heat e Spurs, si partirà  per l'ultimo viaggio ad Ovest stagionale con impegni, dopo la sosta a Chicago, a Golden State, Phoenix e Los Angeles, sponda Lakers.

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