Uno dei quattro "Four Factors" propugnati da Dean Oliver (parametri statistici che descrivono la "competitività " di una squadra) sono i rimbalzi e nella fattispecie quelli offensivi, stimati in percentuale su quelli disponibili (ricordiamo gli altri tre fattori: percentuale dal campo "modificata" per valorizzare le triple, palle perse in percentuale sui possessi, ed infine il rapporto tra tiri liberi e tiri dal campo).
Proprio il rimbalzo in attacco è uno di quegli elementi offensivi che non viene "architettato" sulla lavagnetta, un componente che l'ingegneria dell'inbound non prevede come opzione certa, ma solo come migliore dei rimedi in caso di errore al tiro" stiamo dunque per vedere come proprio la capacità di andare a rimbalzo offensivo possa cambiare il corso di una partita, rendendo "eroe per un giorno" chi era magari stato designato come mero bloccante al servizio del go-to-guy.
Dove fallisce il tocco morbido di un fade away, possono riuscire l'aggressività , il tempismo ed un buon tagliafuori con senso della posizione.
Rockets vs Hawks (20/11/09)
103 pari, rimessa laterale per Atlanta che ha a disposizione 5 secondi per trovare la via del canestro, o quantomeno quella (meno probabile) dei tiri liberi; soluzione quest'ultima che lascerebbe forse un po' di tempo per una replica Houston, ma considerando che, a parte Josh Smith, gli altri quattro Hawks tirano con almeno l'80% dalla lunetta, darebbe comunque ottime chances ai "falchi" di agguantare il vantaggio.
La difesa Rockets, dal canto suo, sa bene che mandare ai tiri liberi i padroni di casa sarebbe un'idea non folle, ma sicuramente rischiosa, mentre contestare strenuamente il tiro, per poi giocarsela ai supplementari, appare come il male minore (fermo restando che intercettare la rimessa, per decollare solitario in contropiede, è il sogno proibito di ogni "razzo" in maglia rossa").
Hawks: 1-Bibby, 2-Crawford, 3-Johnson, 4-Williams, 5-Josh Smith.
Rockets: 1-Brooks, 2-Lowry, 3-Ariza, 4-Battier, 5-Hayes.
Restano 0.7 secondi e zero time-out per organizzare il tiro della disperazione: Rockets battuti.
Il video di riferimento (v. link sottostante) comprende l'esaustiva analisi tattica di Steve Smith e Mike Fratello, quindi è bene limitarsi a tradurre, anzi, sintetizzare.
Il "sorvegliato speciale" Johnson si ritrova circondato da blocchi alla lunetta e sceglie, con un bel cambio di direzione, di uscire in angolo verso la rimessa; Bibby, dopo un girotondo intorno a Smith, va quindi ad occupare l'altro spot classico per la ricezione, la punta.
La difesa ad elevata (eccessiva?) pressione di Brooks consente a Bibby di batterlo sulla partenza; una volta che Brooks finisce sul lato del proprio (pericoloso) uomo, è inevitabile il raddoppio per chiudere la penetrazione: puntuale come un esattore svizzero, Hayes si fa trovare presente ed a Bibby non resta che salire in sospensione con due uomini che saltano assieme a lui. Fin qui ottima reattività della difesa che concede un tiro fuori equilibrio e con due uomini addosso.
Il problema sorge quando Josh Smith, rimasto sul lato debole, non trova nessuno che gli faccia tagliafuori, poiché il suo uomo (il suddetto Hayes) è impegnato sul tiro di Brooks; a questo punto, Josh trotterella verso il ferro, spiega le ali e plana indisturbato a rimbalzo offensivo, depositando morbidamente il tap-in della vittoria.
Come osserva nel filmato Steve Smith, di fronte al buon raddoppio difensivo, Bibby avrebbe potuto servire Josh Smith con un "pin-point pass" per un piazzato dal gomito, ma (fortunatamente per gli Hawks) Josh ha avuto modo di chiudere l'incontro in modo ben più congeniale alle sue caratteristiche.
Mike Fratello, esperto della difesa, nota saggiamente coma la chiusura di Hayes fosse inevitabile: non si poteva lasciare la penetrazione indisturbata a Bibby, anche se questo comporta lasciare Josh in una "no man's land", terra di nessuno che né Brooks né altri Rockets possono pattugliare; anche perché l'effetto ipnotico della palla che si dirige verso il canestro, fa spesso passare in secondo piano la necessità di un buon tagliafuori o, come in questo caso, di recuperare sull'uomo libero.
Heat vs Magic (25/11/09)
95 pari, 19 secondi netti da giocare, di cui 8 per concludere l'azione offensiva dei Magic dopo che Wade ha stoppato senza troppi convenevoli un tiro in penetrazione di Carter.
Stavolta la rimessa è dal fondo, posizione rischiosa sia per i difensori che devono trovare la giusta triangolazione tra uomo-palla-canestro (per evitare questo o questo), sia per il rimettitore, che sbagliando il passaggio rischia di fare una involontaria apertura per il contropiede altrui.
Situazione che quindi esalta la creatività tattica dei coach e la prontezza "esecutiva" dei giocatori"
Magic: 1-Williams, 2-Carter, 3-Barnes, 4-Lewis, 5-Howard.
Heat: 1-Cook, 2-Wade, 3-Jones, 4- Haslem, 5-O'Neal.
Lewis, dopo la ricezione, mette palla a terra, incappando nell'intasamento sul lato forte che lo spinge ad un movimento con giro dorsale; Rashard può così scorgere Vince libero sul lato debole: Carter, dopo aver dato un angolo di passaggio, può così vestire i panni che un anno fa erano solitamente di Turkoglu (letale nei tiri pesanti dell'ultimo quarto) ed insaccare una tripla fondamentale.
Il buon vecchio pick the picker ("blocca il bloccante") consente a Carter di trovarsi libero sul lato debole, anche con la complicità della premura di Wade di affollare l'area per evitare canestri facili e scongiurare l'eventuale rimbalzo offensivo.
Da non sottovalutare al riguardo il ruolo di Howard: il blocco di Dwight non riesce ad ostacolare efficacemente Wade, ma la sua ingombrante presenza che si avvicina alla palla (con Barnes che se ne allontana, lasciando spazio) attrae quanto basta Dwane per concedere a Carter un buono spot per la ricezione. Tiro certamente non facile, con Wade che recupera sul suo uomo veloce come "Flash", ma stavolta non arriva in tempo per stoppare, e Vince si vendica dell'affronto subito mettendo tre punti preziosissimi sul boxscore di Orlando.
Contro-rimessa (laterale) degli Heat con 14 secondi a disposizione: tentare una tripla rapida per impattare subito la partita? Cercare 2 punti da sotto (sperando nel fallo) per poi iniziare il siparietto dei tiri liberi sistematici? Un po' entrambe le soluzioni"
Heat: 1-Cook, 2-Wade, 3-Jones, 4-Haslem, 5-O'Neal.
Magic: 1-Williams, 2-Pietrus, 3-Carter, 4-Lewis, 5-Howard.
Come da manuale, dopo l'uscita in punta (diversivo?) segue l'uscita in angolo del go-to-guy per il catch n' shoot; quello che non ci si aspetta, invece, accade dopo che la palla tocca il ferro"
Ripercorriamo la giocata fondamentale che tiene gli Heat ancora in corsa per la vittoria: dopo il guizzo verso la punta di Cook, Wade taglia in angolo, con Haslem ed O'Neal che si chiudono violentemente (come porte antincendio a doppia molla) sul malcapitato Pietrus, dando a Dwane l'attimo buono per ricevere, nonostante il pronto cambio difensivo di Lewis. Udonis sigilla poi dietro di sé il francese, facendo un roccioso tagliafuori che gli consente di effettuare il provvidenziale tip-in, senza il minimo disturbo e sotto gli occhi dell'ultimo Defensive Player of the Year"
Come già visto nel caso della prima rimessa (Rockets vs Hawks), un cambio negli abbinamenti difensivi ha dato adito ad un rimbalzo offensivo tanto indisturbato quanto decisivo: nella rimessa precedente, l'attaccante (Josh Smith) era rimasto isolato a causa di un (doveroso) raddoppio, mentre in questo caso Haslem si è trovato marcato, ma in una posizione comunque vantaggiosa per eseguire un efficace tagliafuori, come se fosse lui in difesa" tempismo e tocco morbido hanno poi fatto il resto.
Per la cronaca, seguirà una rimessa Magic, con fallo immediato subito da Williams; Jason fa 0/2 ai liberi; rimessa sul meno uno per gli Heat (inbound simile a quella vista nella scorsa puntata) che termina con un tiro-cross (per dirla alla calcistica) di Wade per Beasley che raccoglie al volo ed insacca da sotto.
Il secondo tagliafuori mancato corona il parziale di 4-0 targato Heat che vanifica la tripla di Carter e costa la vittoria ai Magic.
Pazienza Stan, meglio ora che ai playoffs, no?