Gialloviola in difficoltà 

Kobe ha trovato pane per i suoi denti contro Toronto…

Un mese di Gennaio in chiaroscuro finora per i Lakers.
Fermo restando che chi scrive farà  molta attenzione in futuro a farlo a distanze temporali ragionevoli da partite contro i Cavaliers, abbiamo visto dei gialloviola vincere tutto sommato un numero soddisfacente di partite, restare in piena corsa per la prima posizione in classifica assoluta e tenee sempre più saldamente quella della western conference, ma abbiamo visto anche qualche scricchiolio che ancora non lascia del tutto tranquilli.

A tratti si è visto quel gioco fluido e scorrevole che è stato il marchio di fabbrica della passata stagione, ma ogni tanto si è purtroppo tornati al Kobe contro tutti, sistema con cui si può anche portare a casa una partita ma difficilmente il premio più ambito, come si è visto nel 2006 e nel 2007, e come hanno dimostrato anche gli stessi Cavaliers lo scorso anno, quando ai Magic hanno opposto un gioco offensivo troppo basato sul solo Lebron James.

Perchè avviene ciò?
Le spiegazioni possono essere molteplici, in parte il fatto che Kobe Bryant quando la forma latita tende a perdere lucidità  ed a sbagliare qualche scelta, e la forma non è più quella scintillante esibita a dicembre, in parte lo stesso Mamba tende a fidarsi poco dei compagni quando vede le percentuali diminuire, e questo è un difetto da limare assolutamente, in parte però gli stessi compagni, non essendo troppo in vena nemmeno loro, a volte si sono nascosti lasciando ben volentieri le responsabilità  al celebre compagno.

Tenuto conto che la rosa dei Lakers conta giocatori come Odom, Artest, Gasol, Fisher, che Walton sembra essere tornato in forma decorosa e che Bynum anche lui in questa stagione ha dato ottimi segnali, seppur senza trovare continuità , probabilmente si tratta di un difetto che troverà  soluzione col tempo, ma Phil Jackson ha trovato un bel lavoro da affrontare quanto prima e non può di sicuro pensare di restare a casa nelle lunghe trasferte come faceva lo scorso anno.

Ciò avviene dopo un mese di dicembre in cui Bryant ha giocato in modo davvero impressionante, Gasol ha deliziato gli spettatori con il suo repertorio fatto di fondamentali da guardia ma ha anche compiuto un salto di qualità  a rimbalzo, Odom ed Artest stavano convincendo a pieno, Bynum era in calo ma dopo un ottimo inizio di stagione, quindi sappiamo già  che con il migliorare delle condizioni fisiche i Lakers torneranno ad essere una squadra spumeggiante, ma occorre assolutamente che la fluidità  del gioco, la difesa di squadra e l'armonia generale vengano meglio metabolizzate in modo da poterle mostrare anche in periodi di scarsa brillantezza o in momenti di difficoltà .

Ampiamente consolante è il fatto che dopo la crisetta natalizia ed una ripresa difficoltosa i Lakers siano sempre la seconda squadra più vincente della lega, abbiano ben il 75% di vittorie, nelle ultime 10 ne abbiano comunque portate a casa 5, abbiano pur sempre il maggior differenziale fra punti fatti e subiti, il sesto attacco della lega e l'ottava difesa, e specie questo ultimo dato non era affatto del tutto previsto. Se questo è un momento di difficoltà , e lo è, possiamo aspettarci ottime cose nei momenti di brillantezza.

Specialmente in difesa l'apporto di Artest pare importante, e sottolineiamo che ha preso il posto dell'ottimo e sottovalutato Ariza, non di un giocatore di secondo piano, ed il ritorno a buoni livelli di Bynum ha dato una mano anche in fase difensiva, non tanto perché il bimbo sia un difensore particolarmente buono, ma perché ha portato quella intimidazione vicino a canestro che in parte mancava lo scorso anno.

Speriamo che l'incontro alla Casa Bianca con il presidente Obama, che si è congratulato per la vittoria del quindicesimo titolo, costituisca il punto di svolta e ci sia il cambio di marcia. Abbiamo visto lo scorso anno come il primo posto assoluto non sia indispensabile per la vittoria finale, ma in una eventuale serie con i Cavaliers credo tranquillizzerebbe parecchio Phil Jackson ed i suoi ragazzi e fra pochi giorni c'è una certa partita nel New England il cui esito potrebbe modificare parecchio, in meglio o in peggio, il morale della truppa.

Le partite
Venerdì 8 gennaio, Lakers @ Portland Trail Blazers 98 - 107
Domenica 10 gennaio, Lakers vs Miwakee Bucks 95 - 77
Martedì 12 gennaio, Lakers @ San Antonio Spurs 85 – 105
Mercoledì 13 gennaio, Lakers @ Dallas Mavericks 100 – 95
Venerdì 15 gennaio, Lakers vs Los Angeles Clippers 126 - 86
Lunedì 18 gennaio, Lakers vs Orlando Magic 98 – 92
Giovedì 21 gennaio, Lakers @ Cleveland Cavaliers 87 - 93
Venerdì 22 gennaio, Lakers @ New York Knicks 115 – 105
Domenica 24 gennaio, Lakers @ Toronto Raptors 105 - 106S

I singoli

Dura parlare del rendimento dei singoli in un momento di squadra non brillantissimo, per usare un eufemismo. Fra coloro che alla fine hanno comunque avuto un rendimento accettabile c'è stato il solito Kobe Bryant, non certo ai livelli di dicembre, autore di qualche partita negativa, una per tutte quella con i Cavaliers in cui si è intestardito a tirare, ben 31 i suoi tentativi dal campo, nonostante percentuali non esaltanti, o l'ultima con i Raptors, in cui la partita è stata decisa nell'ultimo minuti dai canestri del romano Andrea Bargnani e del turco Hedo Turkoglu di fronte ai tre errori consecutivi di Kobe, ma è rimasto pur sempre la guida del gruppo, quello da cui andare quando ci sono problemi, l'uomo che negli ultimi minuti prende in mano la situazione e nelle vittorie è risultato sempre decisivo.

Giustissimo, viste le condizioni fisiche, declinare la partecipazione alla gara delle schiacciate del prossimo All Star Game, in cui si era ventilata la partecipazione sua, di Carter e di Lebron James. Fino a che non sarà  tutto a posto, meglio evitare rischi di infortuni, tanto più che in una gara in cui l'atletismo è fondamentale diventa impossibile ben figurare se la forma non è ottimale.

L'apporto di Artest si può notare soprattutto dalla fase difensiva, in cui sta dando un contributo notevole, ed anche in attacco Ron è diligente ed applica decorosamente i principi della triangolo. Fino a che gioca con questa attitudine e riesce così a controllare i propri stati mentali occorre dire che si tratta di una scommessa ampiamente vinta. Chissà  che Phil Jackson non abbia recuperato in pieno un altro giocatore.

Oltretutto Ron non è al meglio, per via di una fastidiosa fascite plantare. Phil Jackson da la colpa alle scarpe, che non sarebbero ideali, ma Ron Ron dichiara amore eterno alle sue Peak, le scarpe migliori che abbia mai provato, a suo dire. Speriamo abbia ragione lui e si sbagli Jax, o che nel caso il fornitore possa modificare il palntare.

Gasol ha saltato qualche partita per infortunio, in qualche altra ha dimostrato di non avere una condizione ottimale, ma un eventuale giudizio negativo, come per Bryant, può avere senso solo se in rapporto allo straordinario giocatore visto ad inizio stagione, in assoluto il suo contributo c'è stato, quando è riuscito a scendere in campo.

Lamar Odom ha sfruttato l'assenza di Gasol per rimpinguare le sue statistiche, facendo incetta di rimbalzi. Qualche punto in più non avrebbe però guastato, Lamar è sembrato ancora timido, come gli accade a volte quando non ha sicurezza assoluta del suo stato di forma.

Timidezza anche da parte di Bynum, dimostrata, al contrario di Odom, non tanto al tiro, i suoi punti non sono mancati, ma a rimbalzo, dove ancora ha dei limiti. In difesa aveva mostrato qualche incoraggiante segno di progresso, ora ha fatto un passo indietro, ma nel complesso sta ritrovando la condizione dopo un pessimo periodo natalizio.

Fra le guardie, Kobe escluso, il discorso diventa difficile da valutare.
Fisher è in squadra non tanto per quello che può dare ora, a 35 anni non può essere lui a tirare la carretta per tutta la stagione, ma per quello che potrà  dare a primavera inoltrata. Al momento però subisce troppo le point guard avversarie, quando i Lakers riescono ad avere una buona difesa di squadra il problema viene in parte risolto, ma quando la condizione non è eccellente riciccia come i cetrioli nell'insalata.

I cambi stanno tutto sommato giocando decorosamente, poco si può eccepire a Farmar e Brown in questo momento, ma se non faranno un salto di qualità  possono essere solo buoni cambi, non certo uomini importanti.

Il fatto che siano entrambi in progresso e stiano mettendo cifre decorose fa sperare che il salto di qualità  possa prima o poi avvenire, ma ancora i due vivono di minuti decorosi quando la partita è su binari per loro favorevoli e di tante speranze.

Speriamo in bene, anche perchè il montesalari impedisce di pensare ad altre acquisizioni.

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