Il rientro di Troy Murphy e la favola di A.J. Price per far tornare il sorriso
E' iniziato in maniera discreta il 2010 dei Pacers. Cinque vittorie in queste prime nove partite del nuovo anno nel segno sicuramente dei rientri importanti di Danny Granger (che ha bruciato le tappe) e Troy Murphy.
Ma non solo i recuperi degli infortunati, anche la bellissima favola di A.J. Price, questo rookie scelto a fine secondo giro che ha scalzato completamente T.J. Ford, ormai diventata la quarta point guard della squadra dietro anche a Travis Diener.
Nelle ultime partite si è anche rivisto il cosiddetto spirito di squadra, quello che riesce a farti vincere le partite anche quando sembrano perse, esempio eclatante le due vittorie consecutive contro Toronto e Phoenix quando i Pacers sono stati capaci di rimontare 24 punti si svantaggio.
Sono state una serie di partite positive, niente di più, ma nella incredibile Eastern Conference ammucchiando qualche vittoria consecutivamente, si può risalire la china anche in una situazione difficile come quella che si viveva.
Se si chiede ai giocatori se credono ancora nei playoff, risponderanno in maniera positiva, forse per facciata o no, ma intorno all'ambiente da un po' di tempo sta crescendo il partito "prima scelta assoluta al prossimo draft" perchè insistente si fa il nome di John Wall, una point guard dall'università di Kentucky che a detta di molti sarebbe l'elemento perfetto per Indiana.
Ma tornando sulla terra, parlavamo del rientro di Granger che ha sicuramente portato qualcosa in più alla squadra che, evidentemente, ha sentito più del previsto la sua assenza. "E' importante avere un giocatore col talento di Granger in campo per tanti motivi" – ha detto coach Jim O'Brien – "E' un go-to-guy, è ottimo in isolamento quando il gioco si ferma e il nostro gioco funziona quando lui è in campo".
O'Brien ha trovato una buona quadratura del cerchio con Watson e Head come guardie e il trio Granger, Murphy e Hibbert come front-court cercando di avere il meglio di Mike Dunleavy dalla panchina. E' una soluzione che nelle ultime uscite ha convinto.
Si parlava di point guard e del modo in cui Price si è preso in mano la squadra, dimostrandosi un buon ricambio di Watson e soprattutto scalzando Ford per la sua capacità di aprire il campo, utilizzare al meglio i pick and roll e tirare da fuori. "La cosa che bisogna cercare di fare è quella di vincere le partite ma anche quella di sviluppare i talenti che abbiamo. Non posso farlo se metto in panchina Price e lo faccio giocare solamente in Summer League". Ha detto in maniera decisa il coach.
L'ex Toronto per adesso non ha chiesto di essere ceduto, continua a lavorare in allenamento e ad incitare i compagni dalla panchina durante le partite, ma non è escluso che si possa costruire un altro "caso Tinsley" col passare del tempo. "Non è stato facile digerire la notizia dal coach ma accetto la scelta" – ha dichiarato Ford – "Ho combattuto con questo genere di cose anche altre volte nella mia carriera perciò ho la mia esperienza".
Obiettivamente Ford paga un rendimento quasi scadente. Neanche la doppia cifra di media in punti, appena 3.6 assists (43esimo assistman delle lega) e soprattutto un imbarazzante 1-28 dalla linea dei 3 punti che sappiamo sono fondamentali per il gioco dei Pacers.
Indiana aveva vinto la prima partita del 2010 in casa contro Minnesota 122-111, nonostante 29 punti di vantaggio in gran parte sprecati. Protagonista era Hibbert con 21 punti (in compagnia di Head) e 7 rimbalzi. "Penso che Roy stia facendo bene" – diceva il suo compagno Watson – "Se cerchiamo di renderlo produttivo e dominante in post come in questa occasione, anche il gioco degli esterni ne giova".
Storica era invece la sconfitta a New York per 132-89 nella partita successiva, la peggiore degli ultimi 23 anni, bisogna tornare al 1987 per trovarne una peggiore. "Non abbiamo giocato bene, ma è solo una partita, una di 82" – il parere di Dunleavy – "Alla fine è la stessa cosa di perdere di 1, questo è quello che penso".
Pacers che si rifacevano battendo i Magic a domicilio 97-90 grazie ancora una volta ad un grandissimo Roy Hibbert che stravinceva il duello con Dwight Howard (che alla fine usciva dalla partita per raggiunto limite di falli) segnando 26 punti e giocando una grande difesa.
Due stop in trasferta di fila a Minnesota e Oklahoma City affievolivano un po' questa vittoria. Con i Timberwolwes si perdeva 116-109 in una partita tirata che alla fine poteva chiudersi anche diversamente. "Penso che i nostri avversari siano stati più aggressivi di noi" – diceva il coach – "Ogni volta che si ha uno svantaggio in tiri liberi tentati e rimbalzi vuol dire che è mancato qualcosa a livello di intensità ".
In casa dei giovani Thunder, i Pacers andavano nettamente sotto ma perdevano 108-102 grazie ad un recupero con protagonista Price nel secondo tempo. "Sotto di 18 punti siamo tornati in corsa" – dichiarava O'Brien – "A.J. è stato grande in questo frangente e ci ha permesso di recuperare". Il rookie giocava l'intero quarto periodo e stabilizzava il suo massimo in carriera in punti a quota 23 giocando da veterano.
Dopo queste due sconfitte Indiana si rifaceva vincendone altrettante grazie a grandi rimonte come dicevamo all'inizio.
Contro i Raptors si vinceva 105-101 e la chiave della partita era nel terzo quarto quando O'Brien decideva di utilizzare un quintetto piccolo con Murphy da pivot e quattro esterni. Ma decisiva era anche la difesa di Watson che riusciva a recuperare palloni importanti. "Bisogna dar credito alla pressione difensiva di Earl nel terzo quarto" – si complimentava il coach a fine gara.
Price era nuovamente importante e autore di 16 punti. "Non so se ha giocato per Uconn o da qualche altra parte, ma penso abbia grande feeling per le grandi partite". Il commento di Dunleavy sulla favola Price.
Curiosa era l'esclusione di Dahntay Jones che per la prima volta in stagione non entrava in campo. "Dahntay è un grande giocatore da avere in squadra, niente contro di lui, ho solamente provato a mettere giocatori che possano meglio spaziare per il campo" – giustificava la scelta O'Brien – "E' un giocatore tenace e non credo sia una scelta permanente questa".
Una promessa mantenuta perchè, ionia della sorte, Jones era decisivo per battere Phoenix nella partita dopo 122-114. Uscendo dalla panchian portava 11 preziosi punti con 9 rimbalzi in 25 minuti di impiego. "Ha mostrato tutta la sua professionalità per il modo in cui si è battuto e ha lottato in tutti i palloni dopo una esclusione". Apprezzava O'Brien.
Ma partendo dalla panchina i 30 punti di Dunleavy erano di certo la migliore prestazione a livello personale, dopo infortuni e tempi di recupero. 33 erano invece i punti di Granger.
La terza vittoria consecutiva arrivava in casa dei Nets 105-121 grazie ad una fortunata serata nel tiro da 3 punti. Granger faceva 4-7 e Brandon Rush addirittura 3-3, nel complesso un ottimo 13-23 per la migliore percentuale stagionale.
Granger segnava 22 dei suoi 28 punti nel primo tempo, mentre Murphy collezionava la sua 14° doppia-doppia stagionale con 21 punti e 14 rimbalzi.
Nella notte la sconfitta contro gli Hornets 96-101, in una serata in cui a differenza della partita precedente il tiro non funzionava (6-29 dai 3 punti) e non si aveva il solito contributo dal trio Granger-Murphy-Dunleavy.
L'unico giocatore veramente effettivo in attacco era Hibbert che segnava 27 punti raccogliendo anche 10 rimbalzi.