Tutto a gonfie vele per Lebron e Shaq
Abbiamo passato la prima metà stagione, 42 delle 82 partite di regular season sono state giocate dai Cavaliers.
Giocate con buoni, ottimi, riusltati dalla squadra di Mike Brown visto che ad oggi i Cavaliers, con 31 vinte e 11 perse, hanno il miglior record della Eastern Conference e sono secondi nella lega alla spalle dei soli Los Angeles Lakers nella lega.
Dopo aver vinto la partita di Natale, dando oggettivamente una lezione di gioco e di energia ai Lakers, i Cavaliers hanno continuato il loro buon periodo con 8 vittorie e 3 socnfitte nelle successive 11 parite.
Tutte e le 3 sconfitte sono state sconfitte risicate: 97 a 99 contro i Denver Nuggets che seppur privi di Carmelo Anthony continuano ad essere una delle squadre più ostiche da affrontare per i Cavaliers.
Una tripla dell'ex Flip Murray ha invece permesso ai Bobcats di battere alla Quicken Loans Arena i Cavaliers 91 a 88.
L'ultima sconfitta in ordine di tempo arrivata per i Cavs è quella di Salt Lake City contro i Jazz per 97 a 96 grazie a un [c]buzzer beater[/c] di Sundiata Gains.
Esatto, l'ultimo giustiziere dei Cavaliers non è stato Boozer ne Deron Williams ma l'ex canturino Gains, arrivato dalla NBDL per dare minuti di riposo a Williams e, per una notte, diventato l'eroe di una città ; insomma con qualche giocata andata in un'altra maniera i risultati avrebbero potuto essere ancor migliori per Lebron James e compagni.
Guardando alle partite passate, al calendario dei Cavaliers si può notare come la squadra dell'Ohio abbia giocato più in trasferta che in casa in questo inizio di stagione, e che ben 23 delle ultime 30 partite di stagione regolare verranno giocate alla Quicken Loans Arena, quindi le prospettive, calendario alla mano, sono di confermare se non migliorare la percentual di vittorie e sconfitte del record attuale.
In questo scorcio di stagione si sono consolidate alcune delle novità nella gestione della squadra da parte di Mike Brown, infatti a seconda della tipologia dell'avversario contro cui si trovano a giocare, i Cavaliers possono giocare “lunghi” con O'Neal o Ilgauskas da centro e un'ala forte di ruolo, ad esempio contro squadre come Lakers e Orlando.
La fiscità di O'Neal permette ai Cavaliers di attaccare ma sopratutto difendere contro queste squadre in una maniera impensabile la scorsa stagione.
Quando invece ci sono squadre senza un centro di ruolo o che comunque non hanno dei lunghi dominanti come Atlanta, Dallas o Phoenix possono giocare per larghi tratti con una squadra più piccola e dinamica con un lungo di movimento come Varejao, con Lebron James da ala grande e con altri 3 piccoli.
Due anime ben distinte che si stanno sempre più definendo e che danno diverse soluzioni difensive e offensive ai Cavs.
La squadra sembra da un lato ancora in costruzione, in cerca della sua vera identità , dall'altro lato sembra invece che stia volontariamente costeggiando la regular season senza spingere il piede dell'acceleratore sino in fondo.
Probabilmente giocatori e staff tecnico ricordano ancora la passata regular season, giocata in modo incredibile, conclusasi altrettanto incredibilmente con l'eliminazione nei play off per mano degli Orlando Magic.
Lo stesso Lebron James ha dichiarato: “Non sono sorpreso dal nostro record, Sono sorpreso maggiormente da chi dice che non siamo una squadra così buona. Tutti pensano che l'inserimento di Shaq non stia funzionando e altre cose del genere. Invece penso che stiamo superando di gran lunga le aspettative più rosee.”
Rispetto all'inizio di stagione sta assumendo sempre più importanza la presenza della medusa Varejao, che riesce ad essere il gisuto complemento di O'Neal nella configurazione tradizionale dei Cavs, e diventa poi il lungo di ruolo quando i Cavs giocano “piccoli”.
Il brasiliano riesce a essere decisivo dando equilibrio alla squadra in difesa e adesso non è più un turista in attacco, grazie al suo dinamismo e mobilità .
Nella partita contro gli Hawks ha marcato Horford, Joe Smith e Joe Johonson, dando fastidio e limitando tutti e tre i giocatori, ossia il centro, l'ala e la guardia della terza miglior squadra della Eastern Conference.
Versatilità e duttilità sembrano essere le armi in più su cui stanno puntando i Cavs in questo inizio di stagione, naturlamente tutto ciò sarebbe inutile senza l'MVP della lega in carica, che sta continuando a giocare sui livelli della scorsa stagione, aggiungnedo anzi qualche cosa di nuovo come alcune soluzioni di post basso, utili per punire le altre squadre che cercano di seguire i Cavaliers giocando con 4 piccoli senza avere un playmaker-ala di 130 chili.
Il percorso che porta alla fine della regular season è ancora lungo, i Cavaliers sembrano affrontarlo con il passo e il piglio giusto per arrivare ancora in forze per la battaglia dei play off.