Acciacchi e stanchezza si stanno facendo sentire per i Lakers
Per la prima volta dall'inizio della stagione, i Los Angeles Lakers si trovano in un momento di difficoltà , se non di vera e propria crisi. La sconfitta subita nella partita di Natale contro i Cleveland Cavaliers aveva fatto suonare qualche campanello d'allarme, e prontamente sono arrivate le prime conferme negative.
La squadra appare sulle gambe, e il nuovo infortunio occorso a Pau Gasol non ha fatto altro che aggravare la situazione. I giallo-viola, si sa, nel reparto lunghi puntano forte sullo spagnolo, su Odom e su Bynum: una rotazione di grande qualità , ma anche molto corta. E proprio la mancanza di altri giocatori in grado di garantire un buon contributo ha fatto emergere alcuni problemi sotto canestro, specie nella fase difensiva.
Il problema fisico di Gasol consiste in uno stiramento alla coscia sinistra, che lo terrà fuori ancora per qualche partita. Ad oggi non si possono fare ipotesi certe sulla data del suo rientro, dal momento che bisognerà vedere giorno dopo giorno come reagirà la gamba del centro losangelino. L'impressione, comunque, è che lo rivedremo in campo verso la fine di gennaio.
RISULTATI
28 dicembre: Los Angeles Lakers @ Phoenix Suns 103-118 (L)
30 dicembre: Los Angeles Lakers vs Golden State Warriors 124-118 (W)
1 gennaio: Los Angeles Lakers vs Sacramento Kings 109-108 (W)
3 gennaio: Los Angeles Lakers vs Dallas Mavericks 131-96 (W)
5 gennaio: Los Angeles Lakers @ Houston Rockets 88-79 (W)
6 gennaio: Los Angeles Lakers @ Los Angeles Clippers 91-102 (L)
8 gennaio: Los Angeles Lakers @ Portland Trail Blazers 98-107 (L)
4 vittorie e 3 sconfitte negli ultimi 10 giorni per i ragazzi di Phil Jackson, che malgrado queste battute d'arresto mantengono comunque il primo posto nella Lega. Forti di un record da 28 vittorie ed 8 sconfitte, i Lakers hanno tre partite di vantaggio sui Dallas Mavericks, principali rivali nella Western Conference, e due sui Cleveland Cavaliers, che da parte loro sono primi nella Eastern.
Logico aspettarsi una pronta reazione nelle prossime gare, anche se il calendario non è molto favorevole. Ricorderete come, ad inizio stagione, Bryant e compagni giocarono ben 17 partite delle prime 21 in casa: ebbene, questo inizio agevole verrà "scontato" nel mese di gennaio, che presenta non poche insidie.
Il 12 i losangelini saranno di scena a San Antonio, contro i sempre temibili Spurs, mentre la sera dopo dovranno vedersela con i Dallas Mavericks, in un difficile back-to-back. Il 21 sarà di nuovo Kobe contro LeBron, stavolta in casa di quest'ultimo, mentre il 31 si finisce in bellezza con la classica per eccellenza della NBA, ovvero Lakers vs. Celtics.
La squadra
Come abbiamo appena visto, niente meglio degli scontri futuri potranno darci delle risposte sulla consistenza di questa squadra. Intendiamoci, parliamo pur sempre dei campioni in carica e di un gruppo comunque molto solido, ma la sensazione è che nel perfetto meccanismo di Phil Jackson stia scricchiolando qualcosa.
Lo stesso Coach Zen, pur predicando sempre grande ottimismo, si è detto preoccupato di come la sua squadra ha giocato contro i Blazers nell'ultima partita. Pronti via, i losangelini sono apparsi da subito molli in difesa e confusionari in attacco, subendo una sconfitta pesante contro una squadra a loro inferiore.
A proposito di Portland, sono ben 9 le sconfitte consecutive subite dai giallo-viola su quel campo. Una vera e propria maledizione, che ha portato Andrew Bynum a dichiarare che "è vero, per noi vincere qui è più difficile che sugli altri campi. Non riusciamo a pareggiare l'energia dei nostri avversari".
Chi lo avrebbe detto che Gasol sarebbe mancato così tanto sotto canestro? Non tanto in attacco, quanto in difesa. Lo stesso Bynum non è ancora un difensore di buon livello e lo sta dimostrando in questo periodo dove il suo minutaggio (e le sue responsabilità ) sono superiori al passato. Odom invece il suo lo fa sempre, e chiedergli più di così sarebbe ingeneroso. Alle loro spalle ci sono DJ Mbenga e Josh Powell, due onesti gregari e niente più.
Una cosa è certa. I Lakers hanno dimostrato, nel recente passato, di potersi organizzare molto meglio di quanto stanno facendo ultimamente nella propria metà campo. Il fatto che queste potenzialità non vengano espresse fa pensare che ci sia un calo della condizione fisica, dovuto a viaggi più frequenti e ad alcune assenze pesanti come quella già richiamata dello spagnolo.
D'altronde, non sarebbe la prima volta che una squadra guidata da Jackson parte in sordina per poi elevare il suo rendimento da febbraio-marzo in poi…
I singoli
Lamar Odom ha beneficiato molto del ritorno in quintetto. Schierato prima come ala piccola per sostituire Artest, poi come ala grande per sopperire all'assenza di Gasol, Lamarvellous si è reso autore di grandi partite. 20 punti e 10 rimbalzi contro i Kings, 15 punti + 15 rimbalzi + 6 assist contro i Mavericks, 17 + 19 + 9 contro i Rockets…
Insomma, complimenti a lui. Date le sue prestazioni, c'è da scommettere che nei momenti caldi delle partite verrà ancora preferito ad un acerbo Andrew Bynum. Quest'ultimo ha alternato cose ottime, soprattutto in attacco, ad altre meno buone. Questa sua discontinuità può diventare un problema, ma i mezzi a disposizione del ragazzo restano incredibili e vale la pena di perdere qualche partita in più adesso pur di avere un campione in più in futuro.
In questo senso, la partita coi Mavericks è stata un assaggio non solo della forza dei giallo-viola, ma anche del giovane centro. Bynum ha messo a segno 19 punti in 28 minuti di utilizzo, con un perfetto 8 su 8 dal campo, abusando continuamente in post basso dei suoi diretti marcatori. I miglioramenti in questo senso sono evidenti.
Continuando a parlare di singoli, anche Kobe Bryant ha alternato cose positive (molte) a cose negative. Il 2010 si è aperto nel segno del numero 24, dato il buzzer-beater (terzo in stagione) che ha dato alla sua squadra la vittoria contro i Kings. Ma Kobe ha anche forzato molto in questo periodo, e nelle ultime due gare con i Clippers e i Kings si è preso rispettivamente 30 e 37 tiri, infilandone appena 24 per un mediocre 28% dal campo.
Come detto altre volte in passato, quando Bryant tira così tanto non è una cosa buona per i Lakers. Il motivo delle sue forzature sta nel fatto che la squadra gioca male in attacco, senza riuscire a costruire dei buoni tiri, e allora ecco che il giocatore col maggior talento cerca di risolvere le partite da solo. La strada giusta però non è questa, Kobe lo sa e ci si aspetta un'inversione di tendenza in questo senso.
Curiosità
Gasol gets the rebounds: Pau Gasol, prima di infortunarsi, ha fatto in tempo ad aggiornare il suo career-high alla voce rimbalzi: ben 22 le carambole arpionate dal catalano il 16 dicembre contro i Milwaukee Bucks.
Kobe a caccia dell'MVP: prosegue l'inseguimento all'MVP da parte del capitano giallo-viola. Bryant è stato nominato miglior giocatore della Western Conference nelle 2 settimane che vanno dal 14 al 27 dicembre. E' la ventiquattresima e venticinquesima volta in carriera che Kobe riceve questo riconoscimento, tre solo in questa stagione. Inoltre, è stato nominato miglior giocatore nel mese di dicembre per la Western Conference.
Il quindicesimo…di sempre: Kobe supera Patrick Ewing al quindicesimo posto della classifica dei marcatori NBA di tutti i tempi. Con i 15 punti contro i Mavericks lo eguaglia, con un canestro dalla media contro i Rockets lo supera. Il bottino ammonta a 24.902 punti, e il prossimo giocatore in graduatoria, tale Jerry West, ne dista solo 280.
Overtime, dolce overtime: in questa stagione i losangelini hanno sempre vinto quando la gara è andata all'overtime. Quattro le loro vittime, per altrettante vittorie: Thunder (3 novembre), Rockets (4 novembre), Bucks (16 dicembre) e Kings (26 dicembre).
Complimenti, Ron Ron!: nella sfortunata gara con gli Utah Jazz del 12 dicembre, Ron Artest ha avuto modo di consolarsi. Il numero 37, infatti, ha superato quota 10.000 punti nella NBA e anche quota 2.000 assist nel corso della serata.