Willis McGahee mette la parola fine.
La seconda giornata di Wild Card è stata aperta dai New England Patriots che ospitavano i Baltimore Ravens.
I playoffs della NFL sono una cosa tremenda, non avendo neppure la possibilità della rivincita, una giornata no di alcuni giocatori può pregiudicare tutto. Chi è arrivato alla post season bene o male ha delle qualità che le hanno permesso tale traguardo e anche se il divario fra le due franchigie ha un certo margine l'upset è sempre dietro l'angolo. A maggior ragione se il divario non è poi così marcato come nel nostro caso.
Il vantaggio che i più davano ai padroni di casa era poi dovuto all'esperienza generale della squadra in ambito playoffs, alle capacità di Bill Belichick e alla fiducia riposta in Tom Brady.
Più in forma gli ospiti arrivati caldi all'appuntamento con la solita buona difesa e un attacco guidato ordinatamente da Joe Flacco e supportato da un running game di primo livello (leggi Ray Rice).
Con queste premesse si prospettava una partita equilibrata ed invece lo svolgimento del match ha subito preso una piega inaspettata e sfido chiunque ad ammettere che si immaginava un incontro così.
Si incomincia con una corsa di Rice da 83 yards per i primi 6 punti dei Ravens. Si continua con il fumble di Brady e il la segnatura di Le'Ron McClain. Ma non è finita qui: intercetto su Brady da parte di Chris Carr e secondo touchdown di Rice sul drive conseguente. Chiudiamo il primo quarto col secondo intercetto di Brady, questa volta ad opera di Ed Reed, dove, però, Baltimore si deve "accontentare" di un filed goal. 24 a 0 con ancora 2 minuti abbondanti alla fine della prima frazione di gioco.
Brady irriconoscibile, New England irriconoscibile e troppo brutta per essere vera. Sicuramente una delle più brutte prestazioni di sempre, e l'assenza di Wes Welker non può essere la sola spiegazione, almeno che l'impatto psicologico di questo fatto non abbia demoralizzato tutta la squadra.
Se Brady è stato poco accurato e preciso, ed è mancato della sua proverbiale freddezza, bisogna anche dire che la sua linea è stata raggirata dal front seven dei Ravens, un front seven indemoniato. Tre sacks e sempre pressione al quarteback mentre le secondarie hanno ben controllato Randy Moss.
Anche il gioco di corsa è stato arginato (64 yards tra Faulk, Morris, Maroney e Taylor) ma ha influito pesantemente il fatto di dover rimontare da subito tanti punti e il ground game è stato decisamente penalizzato.
Senza Welker il giocatore di possesso è diventato Kevin Faulk, il più coinvolto tra corse e passaggi. Purtroppo per lui non ha avuto la stessa efficacia e lo stesso rendimento che lo hanno contraddistinto fino a qualche anno fa.
L'unico giocatore positivo per i Patriots è stato Julian Edelman, gurda caso, il sostituto di Welker. Non fa rimpiangere l'assenza del più quotato compagno chiudendo le sue statistiche con i due unici touchdowns della squadra, mostrando cuore e combattendo per ogni yards. Ma solo lui non può essere sufficiente.
Dopo l'euforia del primo quarto Baltimore perde un pizzico di concentrazione e il muff catch di Tom Zbikowski ne è la rappresentazione. A dire il vero il possesso di Kyle Arrington non è che fosse così limpido, anzi, e un challenge da parte del coaching staff di Baltimore era auspicabile ma, quanto pare, non erano della stessa opinione.
I Patriots accorceranno grazie a questo turn over e seppur il margine di vantaggio risultasse consistente era tangibile il timore da parte dei Ravens che una rimonta fosse possibile. Questo a indicare come la fama dei Patriots sia di squadra insidiosa, sempre, e ostica da battere.
L'attacco di Baltimore non darà altre zampate, anzi l'intercetto di Flacco ad opera di Tully Banta-Cain alimenta ulteriormente la fobia di subire una rimonta. Per fortuna la difesa continuerà a martellare insistentemente concedendo il nulla agli avversari. Questo sarà l'andamento del secondo tempo con Dawan Landry che intercetterà per la terza volta Brady. Concederanno anche la seconda segnatura per New England, ma dopo un drive lunghissimo che consuma molto tempo.
Altrettanto lungo il drive dell'ultima segnatura di giornata (Willis McGahee). Per i Ravens l'importante era finire il prima possibile senza dare chance agli avversari, quindi corse e ancora corse. Rice porterà la palla 22 volte (per 159 yards) e McGahee altre 20 (per 62 yards) lasciando a Flacco il compitino con la sola preoccupazione di non commettere errori.
A dire il vero per il quarterback dei Ravens è stato chiesto meno che un compitino e nel complesso non è stato eccezionale. Solo dieci chiamate per il gioco aereo e solo il 40 % di completi per un complessivo di 34 yards e un intercetto. Miseri numeri. Certo è che il game plane non doveva essere diverso puntando, giustamente, sul cronometro e sulla sicurezza dell'ovale.
Nonostante fossero lampanti le intenzioni dei Ravens la difesa dei Patriots ha potuto poco contro le corse avversarie. Ci si aspettava una flessione da parte dell'attacco a causa di Welker ed è stata una flessione esagerata, ma dalla difesa si doveva pretendere di più. Anche Belichick non ha brillato di inventiva, lui che è considerato fine mente strategica non è riuscito a tirare fuori nessun coniglio dal cilindro.
New Engalnd meritatamente perde mentre Baltimore meritatamente vince. I Primi hanno molto su cui meditare per capire come affrontare al meglio la prossima offseason e quindi il prossimo campionato; per i secondi la prossima meta è Indianapolis e non dovrebbe essere la stessa scampagnata di Boston.