
Bosh e Bargnani a rimbalzo
Anche se non sono ancora quelli che alcuni si attendevano a inizio anno, i Raptors cominciano a diventare una squadra da Playoff, con più alti che bassi e una certa continuità di rendimento.
Risultati e classifica
Dec 9 	@ Milwaukee    L95-117 	
Dec 11 	Atlanta 	      L 89-111
Dec 13 	Houston 	      W 101-88 	
Dec 15 	@ Miami 	      L 95-115 	
Dec 16 	@ Orlando 	      L 99-118 	
Dec 18 	New Jersey 	      W 118-95 	
Dec 20 	New Orleans     W 98-92 	
Dec 23 	@ Detroit 	      W 94-64 	
Dec 27 	Detroit 	      W 102-95 
Dec 30 	Charlotte 	      W 107-103 	
Jan 2 	          @ Boston 	      L 96-103 	
Jan 3 	          San Antonio       W 91-86 	
Jan 6 	          @ Orlando 	      W 108-103 	
C'è stato un miglioramento nel record, che ha portato Toronto al 6° posto della Conference. Conference, la Eastern, molto particolare, con le prime quattro che sono chiaramente un paio di gradini sopra tutte le altre. Dietro, tutte molto vicine e modeste, e quasi chiunque cavalcando una striscia positiva può acciuffare i playoff.
I meriti di Toronto sono da ritrovare anche nella facilità della schedule nel mese di dicembre: due vittorie di un certo spessore contro Houston e San Antonio, e bisogna riconoscere che i Raptors non hanno fatto passi falsi contro le squadre alla loro portata, inanellando una serie di cinque vittorie consecutive interrotta contro i Celtics
Sconfitta contro i Celtics quindi, che vista così ci può stare, ma Boston era priva di tre starter fondamentali come Rajon Rondo, Paul Pierce e Kevin Garnett; e in più veniva da tre sconfitte consecutive (tra cui Clippers e Warriors): sprecata una facile opportunità di uscire con una vittoria dal Garden.
A Orlando, squadra da sempre ostica per i Canadesi, i Raptors si sono comportati molto bene nei primi 3 quarti: circolazione della palla e buone percentuali in attacco, contenimento e turnovers forzati (nove palle perse per Howard) in difesa.
Nel quarto periodo si sono riviste invece le solite amnesie, qualche pallone di troppo perso tra Bosh e Jack, e i Magic sono tornati in partita segnando a ripetizione fino alla tripla del possibile pareggio sbagliata da Redick.
Toronto non ha ancora fatto quel cambio di mentalità che serve per competere contro squadre come Boston o Orlando, con cui possono vincere in singola serata, ma che a lungo andare (leggasi Playoff) li vedrebbe regolarmente sconfitti.
Le prossime gare
Jan 8   	@ Philadelphia 	
Jan 10 	Boston 	
Jan 11 	@ Indiana 
Jan 15 	@ NY Knicks 	
Jan 17 	Dallas 	
Jan 19 	@ Cleveland 	
Jan 20 	@ Milwaukee 	
Jan 22 	Milwaukee 	
Jan 24 	LA Lakers 	
Jan 27 	Miami 	
Jan 28 	@ NY Knicks 	
Jan 31 	Indiana
A gennaio, nulla di insormontabile: quattro gare di alto livello (Boston, Dallas, Cleveland e LA sponda Lakers) mentre il resto degli avversari è chiaramente alla portata di Toronto. Un ostacolo potrebbe essere il poco tempo per rifiatare, con qualche sconfitta dovuta alla stanchezza.
Calderon o non Calderon?
Il play dei Raptors, infortunatosi all'anca ad inizio dicembre, ha saltato 13 partite ed è tornato disponibile proprio nell'ultima gara contro i Magic, dove ha giocato 25 minuti partendo dalla panchina.
Nel periodo di assenza di Calderon, i Raptors hanno perso solo cinque gare, riportandosi al 50% di record. La strutturazione con Jarrett Jack da play ha dato più equilibrio alla squadra, a cui serve una prima linea difensiva che non collassi dopo il primo palleggio, anche perché i lunghi non fanno dell'intimidazione la loro caratteristica principale.
In attacco le carenze di Jack in fatto di impostazione del gioco vengono nascoste da gente come Turkoglu o Belinelli, giocatori che amano cominciare l'azione tenendo la palla in mano. Nonostante questo, ogni tanto Jack si intestardisce, andando a perdere palloni assolutamente evitabili e che aiutano le rimonte avversarie.
Il playmaker spagnolo era già stato indicato come il principale buco difensivo prima dell'infortunio, e ora che Toronto ha dimostrato di giocare meglio senza averlo in campo, oppure facendolo partire dal pino, Triano e Colangelo devono prendere una decisione sul suo futuro.
Il primo ostacolo è il contratto dello spagnolo, che richiama nove milioni a stagione fino al giugno 2013: chi vorrebbe un playmaker che non difende a quel prezzo? Tenerlo a Toronto per spezzare i ritmi, come faceva benissimo quando sostituiva TJ Ford sarebbe comunque una bocciatura, vista la fiducia che gli è stata data proprio dopo trade che ha portato Ford nell'Indiana.
Una "piccola" grana per i Raptors, che però possono essere felici del momento che stanno attraversando: record al 50% raggiunto e 5° posto nella conference a un passo, aumentando la solidità e arrivando alla necessaria continuità di rendimento.
