Deron Williams è uno dei pochi punti fermi dei Jazz in questa stagione…
La stagione nella città dei Mormoni è iniziata, come ogni anno, con i migliori propositi.
In panchina siede uno dei più stimati, preparati ed esperti allenatori di tutta la Lega, che conosce alla perfezione un ambiente in cui lavora ormai da oltre vent'anni ed è abituato alle sorprese che ogni anno la stagione Nba porta con sé.
Il Gm, O'Connor, era riuscito a trattenere, o forse semplicemente non è riuscito a trasferire, due elementi pregiati del suo roster come Carlos Boozer, che aveva passato la scorsa annata a decantare le doti di qualsiasi città fosse pronta ad accoglierlo e Mehmet Okur, centro atipico, forse fin troppo per gli standard Nba.
Certo, il problema del salary-cap affligge (nonostante il trasferimento di Maynor e Harpring ai Thunder che salverà ben 10 milioni di dollari), e non poco, i tranquilli sonni di questa franchigia, che ha sempre fatto dell'oculatezza e della solidità economica uno dei propri principi pregnanti, ma pesa la scelta di aver fatto firmare un contrario stellare ad un giocatore che di stellare in questo momento ha ben poco, almeno sul campo da basket. 34 milioni di dollari per questo ed il prossimo anno da versare nelle casse di Andrei Kirilenko lo fanno l'uomo più sopravvalutato della Lega, un giocatore che porta le cifre del suo contratto direttamente stampate sulla fronte.
Con l'avvento del magnate russo più che imminente nella proprietà dei New Jersey Nets però, anche questo problema si sarebbe potuto risolvere, con una di quelle trade che fanno contenti proprio tutti, almeno in apparenza.
Nonostante ciò, anche questa stagione non assomiglia per niente a quella della consacrazione per gli Utah Jazz. Il rapporto all'interno dello spogliatoio tra allenatore e giocatori pare a dir poco complicato da quel poco che trapela dalle mura della locker room.
Il leader maximus è sicuramente Deron Williams, pietra angolare della squadra, dal quale dipendono realmente le fortune degli uomini di Sloan, un All-Star a tutti gli effetti, capace di coinvolgere i compagni come forse solo Chris Paul e Steve Nash sanno fare in questo momento storico, con un fisico 5 stelle extra-lusso, potenza fisica, buon tiro da fuori ed un ball-handling da fare invidia a Pistol Pete Maravich.
Unico, grande difetto, un carattere non esattamente semplice, un disfunzionale per eccellenza, che non sa ricacciarsi in bocca le parole che non devono essere dette, almeno davanti alla stampa, ed esprime con estrema sincerità ogni suo pensiero riguardo il suo futuro, il momento che sta attraversando la squadra ed i compagni di squadra (per info, citofonare Booz).
Nonostante il rapporto conflittuale, la persona a cui si affida più frequentemente il nostro Deron, è proprio l'uomo proveniente dalle fredde terre dell'Alaska.
È vero che Carlos spesso si dimentica completamente di difendere, ha delle amnesie nella propria metà campo che a volte fanno la differenza tra una vittoria ed una sconfitta, ma questo sembra essere un difetto comune a tutti gli elementi di questo roster.
Inoltre in attacco è un vero e proprio mastino d'area: è evidentemente sottodimensionato rispetto agli standard delle altre squadre ma riesce comunque a mettere a referto delle cifre da campione (19,5 ppg, 10,7 rpg, 3,5 apg), grazie anche a delle mani da clavicembalista che gli permettono di ampliare il suo range di tiro da ben oltre i 4 m.
L'altro punto di riferimento, almeno in linea teorica, dovrebbe essere il turco Mehmet Okur, vittima durante questa stagione di un vero e proprio slump nelle cifre: durante la scorsa annata metteva a segno 17 punti e catturava 7,7 rimbalzi, in questa, le cifre hanno avuto un netto declino, che si rispecchiano in 12,5 punti segnati e 6,5 rimbalzi (minimo in carriera dalla stagione 2003/2004, in tutte e due le categorie statistiche).
Nelle scorse settimane, coach Jerry Sloan gli ha chiesto, anche attraverso la stampa, di essere più aggressivo sul campo da basket, di correre meglio il campo e andare con più cattiveria a rimbalzo. Con la solita medìetas, che contraddistingue l'allenatore ex Chicago Bulls, ha anche ammesso che in questa stagione stanno cercando di giocare maggiormente la palla in post basso e che il turco deve ancora assimilare bene le nuove direttive: cercherà comunque di coinvolgerlo di più in attacco per farlo ritornare ai suoi livelli abituali, non dimenticandosi che nel 2007 Mehmet venne selezionato per la partita delle stelle.
Rimane la sensazione che ormai siano maturati i tempi per cambiare qualcosa all'interno del roster. Le tre potenziali stelle della squadra appaiono spesso demotivate, sembra non possano più rendere come hanno fatto negli anni passati e questo porta dei risultati ben al di sotto delle reali potenzialità della squadra.
Il contratto di Boozer è in scadenza e, nel caso non venga allestito uno scambio prima di febbraio, sembra proprio questo sia il canto del cigno nelle terre dello Utah per lui. Probabilmente in seguito verrà dato maggior spazio al giovane Millsap, firmato a cifre iperboliche per essere il sesto uomo della squadra ed ormai pronto per effettuare il definitivo salto di qualità .
È necessario quanto mai prima un giocatore esterno, che possa allargare il campo per le incursioni di Deron e Brewer, e gli isolamenti dei lunghi; colui al quale è stato assegnato questo importante compito all'interno degli schemi di Sloan, Kyle Korver, è sulla via del rientro, ma uno tra C.J. Miles ed Andrei Kirilenko deve decisamente svoltare le proprie statistiche da questo punto di vista per rendere a tutti gli effetti questo attacco completamente incontenibile.
Al momento i Jazz occupano la nona posizione ad Ovest e sono quarti nella NorthWest Divison. Probabilmente la loro posizione in classifica potrà migliorare nei prossimi mesi, visti i numerosi problemi di infortuni che hanno afflitto Portland e la maggiore solidità del roster rispetto a Houston, ma difficilmente, anche quest'anno supereranno il Primo Turno dei Play-Off contro una delle super potenze della Western.
Mostreranno però tutto il loro valore, come hanno sempre fatto e come è nell'indole bucolica del loro allenatore, uomo dal temperamento mite ma dal carattere tenace, che trasmetterà la sua volontà d'animo ai giocatori, risultando probabilmente l'accoppiamento più difficile per i Quarti di Finale dell'intera Lega.