A Natale Lebron James conquista anche lo Staples
Tradizionalmente la NBA organizza uno show natalizio in diretta nazionale all'interno del quale inserisce un “main event”, ossia quella che al momento della stesura del calendario sembra la partita più rappresentativa e carica di aspettative possibile.
Quest'anno, come spesso accade, il palcoscenico è Los Angeles, naturalmente sponda Lakers, l'avversario i Cavalieri di Lebron James.
Lakers contro Cavaliers, Kobe contro Lebron, al di la del lato tecnico , questa scelta dell'NBA e di ESPN equivale anche ad un ulteriore riconoscimento ufficiale del carisma mediatico di Lebron.
La partita in questione è stata sostanzialmente sempre condotta dai Cavs, con Lebron che ha potuto non strafare, seppur dando sempre l'impressione di poter dominare a piacimento l'avversario, ben coadiuvato da Mo Williams e da Anderson Varejao decisivi nei parziali che hanno deciso la gara.
Naturalmente nella partita di Natale ha deciso di spendere il gettone a sua disposizione anche O'Neal che ha voluto ricordare con una serie di schiacciate poderose e di aiuti difensivi impeccabili allo Staples i tempi in cui il palazzo, la città , la lega erano sue e non del 23 in maglia vinaccia o del 24 in maglia giallo viola.
Gara finita 102 a 87 per i Cavaliers che così si sono portati ad un record complessivo di 23 vittorie e 8 sconfitte buono per il secondo posto nella Eastern Conference a 1 partita e mezza di distanza dai Boston Celtics.
Con questa gara si sono gettate le basi per un rivalità , tra i due primattori e tra le due squadre, che sembra già proiettata verso le NBA finals 2010, per una sfida che farebbe più che felice il commissioner David Stern, nulla del match dello Staples ha ricordato una gara di regular season NBA, dei messaggi sono stati mandati, adesso vedremo se il proseguo della stagione permetterà alle due squadre di ritrovarsi davvero in finale.
Nel mese di Dicembre i Cavaliers, grazie al lavoro di Mike Brown hanno ripreso a vincere con continuità , 8 vittorie nelle ultime 10 gare giocate, ed hanno iniziato a trovare un buon equilibrio nelle rotazioni, soprattutto nel reparto lunghi.
Adesso partono in quintetto O'Neal e J.J. Hickson, dalla panchina entrano Ilgauskas e Varejao, così si ha sempre un giocatore fiscalmente ingombrante accoppiato ad un giocatore molto mobile che non chiede giochi chiamati per se ma riesce ad esser produttivo anche solo grazie alla sua mobilità e alla capacità di farsi trovare in movimento negli spazi lasciati dalle difese avversarie.
Ilgauskas ha dovuto veder ridimensionato il suo minutaggio, ma giocare qualche minuto in meno per un giocatore che ha vissuto gli anni meno “glamour”, per usare un eufemismo, dei Cavaliers non è certo un problema, specie se tutto ciò serve a tornare alle finali NBA.
Se guardiamo al calendario affrontato dai Cavaliers in Dicembre ci si può accorgere come non sia stato affatto un calendario semplice, continue trasferte e Est ed a Ovest degli Stati Uniti, nights in nights out come dicono da quelle parti, 14 partite, 9 trasferte, 3 back to back, eppure il record dei Cavaliers non ne ha particolarmente risentito, a parte un passaggio a vuoto contro Memphis e Houston in due gare consecutive e con i Mavericks privi di Nowitzki, le altre gare sono state tutte vittorie, vittorie che hanno ridato un po di tranquillità alla squadra ed al suo allenatore, dopo l'inizio di stagione non sfolgorante.
Piano piano i pezzi del puzzle stanno andando a posto per Mike Brown, i Cavaliers hanno inserito diversi giocatori nuovi che li hanno costretti a cambiare le loro rotazioni abituali e consolidate ed i nuovi si stanno abituando a giocare con il Prescelto, sempre più a suo agio con i nuovi compagni, sempre più pronto a farli contenti e sempre in grado di mettersi in proprio quando la gara lo richiede.
L'edizione 2009/2010 dei Cavaliers non ha ancora raggiunto i sincronismi e gli automatismi della squadra della passata stagione, però la confidenza tra i giocatori sta via via crescendo portando questa squadra sempre più vicino alle altre contenders della Eastern Conference, con un vantaggio in più rispetto alle avversarie: il nativo di Akron porta sempre la maglia dei Cavaliers.