T.J. Ford è l'emblema di questi Pacers inconcludenti
L'aggettivo ideale per definire i Pacers degli ultimi tempi non è altro che: generosi. Possiamo parlare di una squadra con dei limiti oggettivi ma allo stesso tempo definirli sfortunati, dopo che la mala sorte ha deciso di bloccare anche il miglior giocatore della squadra a causa di una fascite plantare, ovviamente Danny Granger.
Sembrava dovesse essere qualcosa di eccessivo la possibilità avere la squadra al completo dopo che Mike Dunleavy era rientrato dopo mesi di assenza e Troy Murphy tornato anche lui in forma dopo gli acciacchi di inizio stagione. Quasi come una maledizione.
Granger dovrebbe stare fuori all'incirca un mese. "E' fastidioso perdere un giocatore, specialmente quando si parla di Danny, un all-star, chiaramente la sua assenza lascia un vuoto che individualmente non può essere colmato" – ha fatto sapere coach Jim O'Brien – "Ma solo con il gruppo".
Solamente con la forza del gruppo e la coesione si può sopperire ad una perdita così importante. Proprio questo è quello che stanno cercando di fare i Pacers in questo momento, le istruzioni sono: alzare il ritmo di gioco, segnare triple con i piedi per terra e fare tanto movimento senza palla, nonché fare girare la sfera come il sistema di gioco impone.
Un dato assolutamente confortante è che la squadra senza il suo leader non è affondata, è riuscita a vincere qualche partita, a perderne qualcun'altra ma quasi sempre conducendo la partita, accumulando spesso grandi vantaggi e come spesso succede (anche negli anni scorsi) anche di sprecarli.
Si è rivisto un buon Dunleavy, per adesso il suo minutaggio deve oscillare fra i 20-25 minuti a partita per motivi precauzionali, ma passo dopo passo ha ripreso confidenza col canestro. Idem Murphy che, dopo alcune prove sottotono ha ripreso a giocare sulla scia delle diverse belle prestazioni dell'anno scorso.
Discorso giovani. Sta piacendo molto e sempre di più Tyler Hansbrough che sta dimostrando di avere una bella mano e una buona tecnica per essere un rookie, come dimostrano le ultime ottime prestazioni. Procedono a fasi alterne invece le partite di Roy Hibbert, in alcuni match è assoluto dominatore sotto i tabelloni, in altre si perde un po'.
Ma il giocatore che in un certo senso sta deludendo un po' le aspettative è sicuramente Brandon Rush. A Indiana si aspettano un contributo decisamente maggiore da parte sua, forse perchè sono rimasti fulminati dell'ultima fase della scorsa stagione.
Bob Kravitz, importante giornalista dell'Indianapolis Star è stato parecchio duro con l'ex Kansas. Lo ha definito per adesso un bust, un talento immenso che non ha trovato la giusta via, una stella che sta nascendo per un secondo e un'assoluta delusione il secondo successivo.
E' sicuramente da molto tempo che sottolineiamo il fatto che a Rush probabilmente manchi principalmente la fiducia nei suoi mezzi. "Credo che diventerà un buon giocatore quando riuscirà a trovare la giusta continuità " – ha detto O'Brien – "Non so la troverà , ma questa è sicuramente una buona opportunità per lui. Inoltre spostandolo da guardia ad ala piccola penso che lui possa avere le stesse possibilità di Granger".
Proprio in riferimento ai cambi di ruolo, il quintetto base è nuovamente cambiato. Nelle ultimissime partite c'è stato qualche piccolo stravolgimento con l'inserimento di Earl Watson e Dahntay Jones al posto di T.J. Ford e appunto di Rush.
"Earl merita questa opportunità " – ha spiegato il coach il cambio in PG – "Stiamo cercando di cambiare qualcosa, ha il miglior rapporto plus-minus della squadra". Per quando riguarda il cambio Jones-Rush è semplice la ragione. "Preferisco Dahntay perchè voglio cominciare la gara con la maggiore pressione e inerzia difensiva possibile".
Ma non solo, O'Brien approfittando del fatto che Jones in questo momento è il terzo miglior realizzatore della squadra vuole metterlo nelle migliori condizioni di essere produttivo, soprattutto quando in campo c'è anche Dunleavy.
Nella sconfitta casalinga 91-102 contro i Blazers era importante la prova di A.J. Price. In una serata non positiva di Ford stupiva come la seconda scelta guidava la squadra. "Cercherò il modo di trovare minuti per Price in tutte le gare perchè penso diventerà veramente un buon giocatore" – diceva a fine partita il coach – "Dobbiamo cercare di farlo crescere". Una promessa un pò da marinaio.
Price non tirava bene (2-10 dal campo) ma faceva correre la squadra dandogli i giusti tempi e facendo circolare la palla in attacco. Addirittura i tifosi attraverso il web mostravano la loro delusione per la scelta di O'Brien di far rientrare Ford nei minuti finali della partita.
"T.J. ci ha fatto vincere parecchie partite negli istanti decisivi, Price non lo ha mai fatto" si giustificava O'Brien.
"Cinque minuti, dieci minuti, il mio lavoro è quello di entrare in campo e portare la mia energia in attacco e in difesa. Posso fare questo e spero di trovare i miei minuti". Diceva Price.
Importanti per l'autostima erano le due vittorie consecutive in back-to-back contro New Jersey e Washington.
La vittoria casalinga contro i Nets per 107-91 interrompeva una striscia di 6 sconfitte consecutive, in match in cui sei giocatori andavano in doppia cifra. I giovani lunghi Hibbert e Hansbrough stabilivano i loro massimi in carriera per punti a quota 20 e 21 rispettivamente. Da notare come in quel momento si affrontavano le due squadre peggiori al tiro nella lega.
Decisamente più rocambolesca la vittoria in trasferta in quel di Washington per 113-114. Sembrava persa quando Arenas con 6.6 secondi da giocare aveva il libero per portare i Wizards sul +2, ma il suo errore spingeva velocissimo Ford in contropiede che non riusciva a concludere ma a guadagnare una preziosa rimessa dal fondo dove poi nasceva il fallo al tiro su Dunleavy che, con un freddo 2-2 dalla lunetta regalava la vittoria ai Pacers.
Un fallo, quello su Dunleavy, avvenuto proprio al limite del tempo regolamentare. Dopo averla vista e rivista negli schermi, gli arbitri optavano per concedere i tiri liberi.
"Ringrazio la tecnologia" dichiarava Dunleavy a fine partita.
Grande protagonista della partita però era un ritrovato Murphy che con 28 punti, 12 rimbalzi, 4 assists e 4 rubate era assoluto MVP.
"Ha cominciato a ritrovare il ritmo ed è stato incredibile" si complimentava il coach.
Nella trasferta di Orlando era quasi vicina l'impresa. Si perdeva 106-98 ma nel secondo quarto Indiana riusciva ad andare sopra anche di 17 punti in una partita in cui la parola d'ordine era "maltrattare" Howard. Nell'ultimo quarto poi la maggiore forza dei vice-campioni NBA veniva fuori, specialmente in difesa.
Dunleavy continuava nel suo ottimo recupero totalizzando 26 punti ed era felice delle sue condizioni fisiche. "Mi sono sentito bene, il ginocchio non mi ha dato particolarmente fastidio".
I Pacers sprecavano ancora una volta un vantaggio in doppia cifra contro Charlotte, ma alla fine riusciva ad avere la meglio per 101-98. Murphy ancora una volta ottimo con 26 punti e 15 rimbalzi. "Una vittoria veramente buona considerando come avevamo giocato in casa loro qualche settimana fa" sono state le parole del coach.
Ford aggiornava il suo massimo stagionale in assists a quota 13, decisamente tanti per una point guard di certo non famosissima per il numero di assistenza ai compagni.
Dopo questa vittoria, quattro stop consecutivi anche se alcuni con avversari di tutt'altro spessore, San Antonio e Boston in trasferta ad esempio, anche se in casa degli Spurs solamente qualche ingenuità nell'ultimo quarto faceva svanire il sogno di violare per la prima volta nella storia il AT&T Center, dopo avere ancora una volta buttato via un grosso vantaggio.
La migliore in carriera forse la partita di Hibbert, considerando il fatto che aveva di fronte uno dei migliori di sempre nel suo ruolo, ovvero Tim Duncan. Finiva con 20 punti, 7 rimbalzi e ben 6 stoppate tirando 9-15 dal campo.
Stessa storia di ripeteva a casa di un'altra grande, Boston. I Pacers conducevano di 15 punti all'intervallo lungo segnando 57 punti, con un Watson in grande spolvero con 18 punti. Ancora una volta però era l'ultimo quarto a sciogliere la squadra di O'Brien.
Murphy sempre assolutamente produttivo con 24 punti e 18 rimbalzi, ma pure lui nell'ultimo periodo non reggeva il ritorno dei Celtics.
La peggiore partita del lotto forse a Memphis (107-94), dove protagonisti per gli avversari erano due prodotti di Indiana: Zach Randolph e Mike Conley. I Grizzlies tiravano col 57% e i loro starters producevano complessivamente 100 punti contro i 54 dei Pacers.
Più frustrante la L collezionata a domicilio contro Milwaukee per 81-84. Nel finale Indiana aveva più volte la possibilità di pareggiare per via dei diversi tentativi falliti dagli avversari in lunetta, ma non si riusciva ad approfittare della situazione.
Indiana finirà un 2009 non esaltante ospitando Atlanta e Memphis e andranno a far visita a Miami e Chicago.