Gli sprazzi dei giovani Thunder sono sfolgoranti
I Thunder sono una squadra speciale, con tanti giovani dal talento straripante, piena di energia, una delle realtà più interessanti della Lega. Manca ancora una certa continuità , ma gli sprazzi sono sfolgoranti.
L'uomo in più è indubbiamente Durant, una sorta di George Gervin in erba, per molti un potenziale Mvp nel giro di poche stagioni. Atleta dal fisico longilineo, braccia lunghissime, ottimo tiratore, sta acquisendo sempre più la consapevolezza del leader, anche se i suoi difetti principali per adesso rimangono sempre la difesa e lo scarso coinvolgimento dei compagni di squadra.
Il GM Sam Presti dice che "il suo modo di giocare si sposa perfettamente con l'identità di squadra che stiamo cercare di costruire."
Assieme a lui stanno crescendo giocatori di assoluto livello come Russel Westbrook, che col talento di cui è dotato può solo migliorare dopo un eccellente anno da rookie, ee il meno pubblicizzato Jeff Green (15 punti e 6 rimbalzi a partita finora), grintosa ala forte efficace, poliedrica, utilissima che ricorda molto il Pippen prima maniera.
Si sta rivelando azzeccata la scelta numero tre di quest'anno James Harden, play vecchia scuola, uno dei giocatori più pronti sia fisicamente che mentalmente per l'NBA. Una point guard duttile, dinamica, che sa crearsi bene i propri tiri e prendersi le sue responsabilità in campo.
Nelle ultime sei partite, Harden ha avuto una media di 14,8 punti e quasi due palloni rubati in 26,1 minuti giocati, sta giocando come un veterano e migliora partita dopo partita.
L'altro rookie Byron Mullens non sembra per ora ancora pronto a dare il proprio contributo in modo sostanziale, è una scommessa. Idem con patate DJ White e Serge Ibaka.
Sefolosha (tra i difensori più sottovalutati della Lega) e Krstic sono stati anche loro tra i protagonisti in positivo del buon inizio di stagione. Lo svizzero garantisce quasi 7 punti, 6 rimbalzi a partita e un paio di recuperi in oltre 32 minuti medi di utilizzo.
Etan Thomas e di Kevin Ollie rappresentano l'esperienza in un gruppo in cui ce n'è poca.
Ma tanto talento giovane tutto messo insieme, se resterà insieme, potrà davvero vincere qualcosa?
C'è da dire che coach Brooks sta facendo un ottimo lavoro, sfruttando i pregi di ognuno, coinvolgendo di volta in volta i più adatti a supportare Durant.
Forse l'obiettivo in questa stagione della seconda squadra più giovane della NBA è solo quello di conseguire un record di sostanziale parità , senza finire in lottery. Dopo due anni di record negativi, uno come Durant deve iniziare finalmente a lottare in campo con una mentalità diversa, non accontentandosi della mediocrità .
Chiaro che, come abbiamo visto, la fortuna di OKC è quella di avere un gruppo di giovani che maturano insieme dividendosi le responsabilità , diversamente dalla squadra di due anni fa, nata sulle spalle del giovane Kevin.
La sconfitta coi Rockets (100-91) è stata un passo falso che Scott Brooks non ha digerito bene.
"Le possibilità per vincere questa brutta partita le abbiamo avute, ma i 23 rimbalzi offensivi che gli abbiamo concesso si sono dimostrati decisamente troppi."
OKC ha tenuto Houston al 40,4 % dal campo, ma la maggior parte dei tiri errati dai Thunder sono stati la preda preferita dai Rockets, che hanno stravinto il duello dei rimbalzi offensivi.
Gli ex Sonics arrivavano da due vittorie consecutive (tre nelle ultime quattro) e sembravano poter vincere agilmente e Houston sembrava essere in debito di ossigeno.
"Abbiamo subito molti infortuni, ma tutte le squadre prima o poi hanno periodi così sfortunati" ha detto. "Non penso che la fatica abbia giocato un ruolo fondamentale, non siamo stati abbastanza aggressivi sotto il nostro canestro e gli abbiamo concesso troppe seconde chances."
Con i Celtics, venerdì scorso, Oklahoma ha subito la peggiore sconfitta in casa al Ford Center in questa stagione (87-105). E' stata una partita che ha dimostrato quanto ci sia ancora da molto da lavorare in casa Thunder.
A Durant (36 punti, 12 su15 da due, 1 su 4 da tre, 9 su 9 ai liberi) non importava molto di essere diventato il secondo più giovane della storia a segnare quattromila punti superando per centocinquanta giorni Kobe Bryant. La delusione è stata cocente, ma il tempo per fare bene e il team è incamminato sulla strada giusta.
Brooks ha detto che "per noi è stata una lezione che ci consente di imparare e migliorare."
Anche se Oscar Wilde ha detto che "è un vero peccato che impariamo le lezioni della vita solo quando non ci servono più", forse per OKC questa notte di lezione a scuola con i Celtics servirà davvero.