Erik Soler, nuovo GM e Direttore Sportivo dei New York Red Bulls
Reduce dalla seconda peggior stagione della sua storia nella MLS, la franchigia dei New York Red Bulls ha deciso di rimischiare le carte e ripartire da zero. E dato che - come si dice - il pesce puzza dalla testa, da lì si è partiti. Per questo la scorsa settimana la New York ha annunciato la nomina di Erik Soler quale nuovo General Manager e Direttore Sportivo. La nomina è stata fatta da Dietmar Beiersdorfer, capo della Red Bull Global Soccer. Soler sarà responsabile della gestione dei New York Red Bulls in generale, compresa la divisione calcistica, che include la prima squadra, la Red Bulls Academy, il settore giovanile e gli osservatori.
Soler, norvegese di 49 anni, laureato in Psicologia all'università di Oslo, sbarca a NY con alle spalle una carrier di successo prima come giocatore e poi quale procuratore, produttore televisivo e dirigente. Dal 2002 al 2008 è stato comproprietario e presidente del Cda dl club norvegese IK Start. Opinionista televisivo dal 1998 per il canale norvegese ViaSat, nel 1995 Soler ha fondato la International Sports Management Group (ISM), di cui è stato il CEO fino al 2000, quando l'agenzia fu venduta alla Proactive Sports e rimandendovi fino al 2002, anno in cui ha acquistato delle quote dell'IK Start. La sua carriera da giocatore lo ha visto iniziare nella squadra di casa, il Lillestrom SK, in cui ha giocato dal 1978 al 1983. In quell'anno passa brevemente all'Eik-Tonsberg, per poi trasferirsi ai campioni d'Europa dell'Hamburger SV (HSV) in Bundesliga, dove rimane fino al 1986, per poi tornare in Norvegia, al SK Brann. Nel 1988 è passa ai danesi dell'AGF Aarhus, mettendo anche a segno un gol decisivo in Danish Cup, per poi tornare al Lillestrom, dove chiude la carriera in gloria vincendo il campionato 1988.
Scelta rischiosa quella di NY, di affidarsi ad un professionista di grande curriculum, ma assolutamente digiuno di MLS, lega assai complicata in termini sia regolamentari che tecnici. L'unica connessione di Soler con la MLS è nell'essere stato l'agente di Robbie Russel, l'attaccante del Real Salt Lake autore del rigore valco la MLS Cup, e di aver portato all'IK Start dalla MLS I difensori Hunter Freeman e Clarence Goodson. La prima sfida per Soler sarà trovare un nuovo coach che possa risollevare New York dopo il terribile anno con Juan Carlos Osorio in panchina, sostituito - e bene - dal suo secondo Richie Williams, candidato a ricoprire di nuovo lo stesso ruolo, tanto più se come pare Soler importerà il nuovo coach dall'Europa. Due i nomi usciti sin'ora. Il primo è stato quello di Age Hareide, vecchia conoscenza di Soler, che però ha appena accettato la panchina del Viking. Il secondo nome è invece assai inquietante. Si tratta infatti dell'inglese Tony Adams, ottimo centrale di difesa da giocatore, ma allenatore disastroso nelle poche esperienze avute sia a livello giovanile (Utrecht) che di club (Plymouth). Ma la partita è aperta, e Soler si è detto pronto a guardarsi intorno. Stupisce che ad aiutarlo nella scelta debba essere Jeff Agoos, che l'anno scorso era il Direttore Sportivo, autore della pessima scelta Osorio e degli errori di mercato. Mah, magari avrà imparato qualcosa. Ma certo è strana la possibilità che a gestire l'MLS SuperDraft 2010 per NY possa essere proprio chi ha sbagliato tutte le scelte lo scorso anno.
Se la scelta NY è stata rischiosa, probabilmente lo è stata anche quella di Soler di aver accettato un posto non facile, in una piazza dove si sono bruciati in molti: da Charlie Stillitano ad Alexi Lalas, passando per . Marc de Grandpre e Bruce Arena. Stillitano, primo GM dei MetroStars aveva una visione di ampio respiro, ma gli ingaggi di costosi coach stranieri quali il brasiliano Carlos Albert Parreira e lo slavo giramondo Bora Milutinovic ebbero conseguenze disastrose, fino alla stagione più disastrosa, il 1999. Per lui seguì un'ulteriore fallimentare avventura, stavolta in compagnia di Giorgio Chinaglia, con la Champions' World, società che organizzava match internazionali negli USA. Da ricordare perché dopo di essa prese il via la Soccer United Marketing della MLS, braccio business di grande successo della lega.
Dopo Stillitano ecco Nick Sakiewicz - oggi CEO del Phildelphia Union - che ebbe successo nella splendida cavalcata del 2000 (grazie ad un grande Clint Mathis), chiusasi però in malo modo, nonostante un'altra ottima stagione seguita all'assunzione di Bob Bradley in panchina nel 2003, che sembrava l'apertura di un ciclo. Ma il ciclo si chiude subito e nel 2005 si riparte con la programmazione, con la scesa in campo (ma dietro la scrivania) a New York dell'ex padovano Alexi Lalas, che come prima cosa che fa? Licenzia Bradley e smantella tutto ciò che questi aveva messo in piedi. Non passa un anno però che arriva la Red Bull, e dopo poco Lalas è costretto alle dimissioni, sostituito da un certo Marc De Grandpre, meglio noto come venditore di bibite e con zero esperienza nel calcio. A programmare ci prova anche, assumendo Bruce Arena in qualità di coach e GM. Ma ecco che dopo solo 18 mesi De Grandpre silura Arena, reo di non aver vinto nulla. Al suo posto De Grandpre chiama il colombiano Juan Carlos Osorio, ma per averlo da Chicago, con cui Osorio è sotto contratto spende una cifra incredibile per la MLS ( $500,000, allocation money per 300,000 e la prima scelta al draft 2009!), quando invece nel contratto dell'ex preparatore del Manchester City c'era una clausola che avrebbe potuto evitarlo. Non contento, De Grandpre promuove quello che era un semplice assistente di Arena, Jeff Agoos, a direttore sportivo. E il disastro che ne è conseguito in termini di scelte di mercato, al draft e di risultati sul campo della coppia - nonostante l'incredibile cavalcata fino alla finale di MLS Cup 2008, da considerare poco più che una casualità – è ancora nella mente di tutti i fans di NY.
Via De Grandpre, ora tocca a Soler, che avrà il compito di costruire un gruppo che dovrà riempire la bellissima Red Bull Arena in corso di costruzione e pronto per la stagione 2010. Le prime voci sulle sue possibili scelte non sono per niente rassicuranti (a parte il voler migliorare il rapporto con la “sorella” Red Bull Salzburg, che tanto bene sta facendo in europa Cup) per i tifosi dei Red Bulls, ma l'uomo è preparato e competente (almeno sul calcio in generale) e si spera sia pronto ad imparare dagli errori dei suoi predecessori. Perché NY è stanca di vedere fallimenti, e la Red Bull non può permettersi di vedere il suo stadio vuoto.