Jim O'Brien non è ancora riuscito a trovare la quadratura del cerchio
Una sola vittoria nelle ultime dieci partite, quattro sconfitte in altrettante gare nel viaggio nella West Coast contro squadre prevalentemente da lottery pick, la point guard titolare che totalizza 10 assist e 11 palle perse nelle ultime quattro uscite. Questi alcuni dei dati più allarmanti di questi ultimi
Pacers, dopo aver inizialmente illuso di essere cambiati.
Il record ha preso già una brutta piega dopo 18 partite avendone perse 12, ma aldilà di questo è evidente la facilità con cui questa squadra si accenda e si spenga in pochissimo tempo. Si riesce a giocare un buon basket per spezzoni ma in un soffio anche grandi vantaggi vengono buttati con troppa superficialità .
"Abbiamo bisogno di vincere ma non lo stiamo facendo" – ha detto coach O'Brien – "Penso che siamo stati in grado a sprazzi di fare bene, ma è stato troppo poco".
Un Jim O'Brien che, nonostante il pessimo periodo del team, non di sente a rischio. Bird lo ha assicurato, giustificandolo per via delle assenze di giocatori importanti per infortunio che mai gli hanno dato la possibilità di avere l'intero roster a disposizione. Lo stesso Bird però, dopo l'ultima sconfitta casalinga contro Dallas ha definito "inaccettabile" questo modo di
giocare.
In questa stagione come nelle altre non sta girando con continuità la difesa, ma la notizia è che l'attacco produce molto meno della tipica squadra di O'Brien. 97 punti di media è sicuramente la media più passa dell'ultimo triennio, ma anche il faticoso 30% dalla linea dei 3 punti, punto di forza delle sue squadre.
E' una situazione non facile e anche abbastanza confusa. O'Brien con il rientro di Mike Dunleavy sta cercando di scovare le giuste rotazioni per far rendere ogni giocare al meglio, anche se è notizia di poche ore che Granger potrebbe saltare una serie di partite a causa di un infortunio al tallone destro.
I primi a farne le spese sono stati i due giovani Brandon Rush e Roy Hibbert, tolti dal quintetto base e con minuti di gioco decisamente ridimensionati, a favore di Dahntay Jones e Jeff Foster per un quintetto più equilibrato.
L'ex campione NCAA Rush non ha per adesso dimostrato di essere quel giocatore ammirato nel torneo collegiale e nell'ultimo scorcio della scorsa stagione. E' quasi un blocco psicologico per il giocatore che non riesce a trovare la giusta fiducia e confidenza. "Facendolo giocare partendo dalla panchina forse potremo avere un gioco più consistente da parte sua". L'opinione di O'Brien.
Inoltre con un Jones assolutamente insostituibile e un Dunleavy che garantisce (seppur con un limite di 20 minuti come ordinato dallo staff medico) intelligenza cestistica e punti al sistema di gioco, Rush potrebbe uscire molto ridimensionato da questo negativo primo scorcio di stagione.
Una serie di partite sottotono di Hibbert hanno indotto il coach a preferire per lo strating five l'esperienza di Foster che ha un rapporto plus/minus molto alto, fra i più alti della lega.
Pare che il coach non sia particolarmente contento della rapidità del centro ex Georgetown, specialmente in difesa quando bisogna seguire quei giocatori che hanno il cosiddetto "midrange jump shot" e che possono far male. Anche in questa direzione la scelta di Foster.
Parlavamo anche del contributo sottotono da parte di T.J. Ford. Pochi assist per un playmaker, inoltre quando si accumulano più palle perse che assists vuol dire che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Per adesso Ford parte in quintetto dall'inizio, ma nelle ultime uscite è stato Earl Watson ad avere i minuti che contano. Senza Diener ancora fermo un lungo inforutnio, non è escluso che il rookie A.J. Price possa racimolare minuti.
"E' frustrante non riuscire a giocare il basket che si vuole praticare" – ha commentato Ford – "Bisogna cercare sempre di trovare il giusto ritmo e trovare il modo di essere aggressivi per vincere le partite".
Anche il giovane Solomon Jones che nelle prime uscite aveva giocato minuti importanti come cambio dei lunghi è retrocesso prevalentemente fuori dalla nuova rotazione. "Come tutti i giocatori in questa squadra, i minuti bisogna guadagnarseli". Le parole del coach.
Nel debutto stagione di Dunleavy, i Pacers giocavano forse la peggior partita casalinga stagionale contro Dallas, perdendo 92-113. Un match mai in discussione, in cui i Mavs facevano vedere la loro superiorità tecnica ma soprattutto la loro maggiore aggressività , facendo sembrare Indiana una squadra che giocava per la prima volta assieme. “Loro hanno giocato con maggiore aggressività ” – rimproverava O'Brien – “Hanno preso 21 rimbalzi in più di noi, si sono lanciati in tutti i palloni, noi invece non abbiamo fatto abbastanza“
La fragilità del team veniva fuori a Golden State, quando i Pacers riuscivano a sciupare a cavallo fra il terzo e il quarto periodo ben 14 punti di vantaggio, non trovando risposte nel fermare Ellis che finiva con 45 punti. Alla fine il punteggio era netto, 126-107, visti anche i 75 punti realizzati (col 67.5% dal campo) dagli avversari nel solo secondo tempo.
"Non abbiamo fatto il nostro lavoro in difesa" – dichiarava a fine partita O'Brien – "Non abbiamo difeso ad alto livello". Inutili i 22 punti a testa per Granger e l'ex Dunleavy.
Un problema difensivo che si ripeteva due giorni dopo alla Arco Arena di Sacramento dove si perdeva 110-105. I Kings tiravano col 51% dal campo "Avremo sempre difficoltà a vincere le partite se non riusciamo a bloccare l'avversario" – diceva Granger, autore di 33 punti – "E' come se avessimo dimenticato come si faccia a difendere".
Eppure con 18.5 secondi da giocare Indiana aveva la possibilità di mettere una serie ipoteca per vincere la partita ma Granger realizzava solo uno dei tre tiri liberi a disposizione dopo aver subito fallo su un tiro da 3 punti.
Proibitiva era la trasferta contro i Jazz, ma ancor di più l'hanno resa i Pacers che subivano 22 dei primi 25 punti complessivi della partita, andando subito nettamente sotto.
Bisogna dire però che la squadra nonostante un traumatico inizio aveva la forza di reagire, arrivando fino al -4 grazie ad un tripla di Rush con 8 minuti da giocare, a testimoniare un buon secondo tempo. "Siamo andati subito sotto" – diceva coach O'Brien – "Abbiamo giocato molto bene nel secondo, terzo e quarto periodo, ma non è stato sufficiente per finire il lavoro".
Abulici i Pacers nel back-to-back in casa dei Clippers. Si perdeva di 16 punti e si realizzavano solamente 72 punti, il minimo stagionale, vuoi anche per il fatto che la bocca di fuoco della squadra, Granger, lasciava la partita anticipatamente per un problema di carattere fisico.
Murphy con "soli" 13 punti era il miglior realizzatore della squadra. Una prova incolore per chiudere con trip altrettanto incolore nella Western Conference, in cui vincere almeno un paio di partite era fondamentale.
Prossimo appuntamento prima di Natale, nel frattempo alla Conseco Fieldhouse arriverano Blazers, Nets, Bobcats e Bucks, mentre si farà visita a Wizards, Magic, Grizzlies, Spurs e Celtics. Nella speranza che il vento cambi.