Indovinate chi sta una delle migliori stagioni della sua carriera alla tenera età di 35 anni?
Dopo tredici vittorie e soltanto tre sconfitte, è forse il momento di chiederselo. Del resto ricordiamo, anche a costo di essere ripetitivi, che nessuno si aspettava un inizio del genere. Pochi pensavano che i Suns potessero tornare a lottare per i playoff e, tantomeno, per una delle prime posizioni in classifica nella Western Conference. Forse è presto per trarre qualsiasi conclusione, non si sono giocate ancora nemmeno un terzo delle 82 partite totali, però è lecito chiedersi se questi Suns fanno sul serio.
Cominciamo guardando il lato positivo delle cose: l'attacco dei Suns è forse il migliore dell'era Nash. Non si tratta soltanto dei 112 punti di media a partita (che sarebbe il record dell'era Nash), ma anche di come stanno arrivando questi punti. Sei giocatori (quasi sette) hanno una media di 10 o più punti a partita. Sette giocatori stanno tirando con più del 40% da tre (i due migliori sono Richardson con il 45% e Frye con il 46%: insieme ne hanno tirati la bellezza di 173).
Inoltre, la verità è che questi Suns non corrono più come una volta, qualcosa che dovrebbe renderli meno efficaci in attacco, invece, Nash e soci ora sono capaci di segnare e giocare comodamente anche a metà campo. "Non siamo più una squadra da contrattacco - dichiara il capitano, Steve Nash - Siamo però capaci di muovere la palla e aprire il campo con i nostri tiratori, in modo da dare a me e a Stoudemire l'opportunità di creare gioco nell'area pitturata".
Anche Gentry che era parte dei vecchi Suns di D'Antoni è d'accordo: "Abbiamo giocatori diversi adesso. Marion faceva la differenza in quei Suns. Ci permetteva di correre molto di più. Ora però siamo più efficienti in attacco".
Una prova schiacciante di questa efficienza è stata la partita contro i Grizzlies. Nei primi due quarti i giocatori di Gentry li hanno annichiliti con tiri da tre. Poi, quando Memphis ha cominciato a marcare più da vicino i tiratori, Nash e Stoudemire hanno chiuso i conti a colpi di pick'n'roll (i sei canestri di Stat nell'inizio del terzo quarto sono arrivati su assist del canadese).
D'altra parte però, dopo un inizio promettente, la difesa dei Suns sta tornando a livelli preoccupanti. Infatti, nonostante i Suns siano la quarta miglior squadra della NBA in differenza punti, sono ventunesimi in efficienza difensiva (numero di punti segnati per 100 possessi). Nonostante ciò, i Suns stanno difendendo meglio nell'ultimo quarto che nel resto della partita. Nelle sette partite in cui Phoenix è arrivata all'ultimo periodo perdendo, i Suns hanno rimontato e vinto in cinque occasioni. L'anno scorso il record in queste situazioni era di 4 vittorie e 30 sconfitte.
Le statistiche difensive, però, non sono assolutamente un buon segno se consideriamo che la squadra dell'Arizona non ha avuto un calendario difficilissimo. La percentuale di vittorie delle avversarie dei Suns fino ad ora è al di sotto del 50% e le uniche squadre di qualità che hanno affrontato sono Celtics, Lakers, Magic, Rockets e Heat. Insomma, dobbiamo aspettare di vederli contro le vere contender prima di giungere a qualche conclusione. Nelle prossime settimane dovremmo poterci fare un'idea migliore delle vere potenzialità di questa squadra. Dal 2 Dicembre al 17, i Suns andranno in trasferta a Cleveland, Los Angeles (sponda Lakers), Dallas, Denver e Portland; giocando in casa contro gli Spurs e i Magic.
Sarà interessante vedere se i Lakers o gli Spurs riusciranno a limitare i tiri da tre dei Suns. Soprattutto la squadra di Popovich è stata storicamente molto efficace nel difendere il perimetro contro i Suns, che dovranno dimostrare di non dipendere troppo dal tiro da fuori.
Sarà anche interessante vedere se la panchina continua a giocare a livelli eccelsi come ha fatto finora.
Le solide prestazioni dei panchinari stanno permettendo a Gentry di limitare al massimo i minuti di Nash, che ne gioca soltanto 32 (bisogna tornare indietro al '99 per trovare una stagione in cui giocava meno), e Hill, che non ha mai giocato così poco (escludendo le due stagioni '02-'03 e '05-'06, in cui era infortunato).
"Per noi l'ideale è far riposare Nash per 6 minuti nell'ultimo quarto invece di fargli giocare tutti gli ultimi 9 minuti dell'ultimo periodo", dichiarava Alvin Gentry.
Anche con così tanti minuti a riposo, Steve Nash sta vivendo una delle sue migliori stagioni. Gli 11,8 assist a partita sarebbero il suo record in carriera se la stagione finisse oggi e, come al solito, vanta percentuali di tiro spettacolari: 53% dal campo, 44% da tre, 93% nei liberi. Se finisse la stagione con queste statistiche sarebbe la quarta volta (la terza consecutiva) che entra nel club dei "50-40-90" (Dirk Nowitzki e Larry Bird sono gli altri membri e ci sono riusciti soltanto una volta). Con numeri così non c'è da sorprendersi che molti pensino che il canadese è l'MVP di queste prime partite.
Chi l'avrebbe mai detto l'anno scorso, quando erano tutti pronti a considerarlo un giocatore finito?
"Sin dai tempi del liceo la gente ha dubitato di me - affermava il due volte MVP - non è una novità ". Anche i Suns ci sono abituati. Finora, però, ci sono buone ragioni per dubitare di loro. Starà agli uomini di Gentry, nei prossimi giorni, dimostrarci se fanno veramente sul serio.
"È fantastico quello che abbiamo fatto finora - dichiarava Nash - ma abbiamo ancora molto lavoro da fare, dobbiamo crescere ancora se vogliamo continuare a vincere e battere le migliori squadre della NBA".