Paul Westphal, un ottimo mentore
Nessuno avrebbe scommesso mezzo pence, ad inizio stagione, che Sactown sarebbe arrivata da subito al 50% (per la prima volta dal 4 dicembre 2006) con tre partite consecutive vinte.
“Sappiamo che la strada davanti a noi è dura” ha detto Paul Westphal subito dopo la partita coi Thunder. “Vincerne tre di fila fa star bene ed essere al 50% fa star bene, ma sono solo otto partite. La strada è molto lunga”.
I Sacramento Kings quest'anno sono una squadra veramente interessante e stanno dimostrando sul campo di avere anche la chimica giusta, oltre a un coach come Westphal che finora sta facendo un ottimo lavoro. E' ancora presto per esaltarsi, ma la squadra si sta impegnando ed essendo molto giovane ha ampi margini di miglioramento.
Si nota chiaramente uno spirito di gruppo, una mentalità vincente, ma anche una buona difesa di squadra che chiude i rifornimenti avversari e innesca transizioni offensive veloci e ficcanti.
“Questa squadra sta mostrando di essere quello che credevamo che fosse quando l'abbiamo costruita: ambiziosa” ha detto Westphal. “E gli ambiziosi trovano il modo di migliorare… ed è bello essere un po' più avanti delle nostre tabelle”.
Ci sono dei giovani molto bravi, su tutti (ma non sono soli) Tyreke Evans e Jason Thompson, due ragazzi che stanno stravolgendo (in positivo) i Kings. Soprattutto Evans sta letteralmente bruciando le tappe.
"Non vogliamo esagerare con un giocatore che è alle sue prime partite in NBA, ma a volte ci ritroviamo a bocca aperta dopo alcune sue splendide giocate" ha detto Paul Westphal a proposito del suo rookie (4^ scelta assoluta) dopo la seconda vittoria consecutiva di Sacramento. "E' un giocatore speciale" ha aggiunto.
Evans ha sfruttato alla grande l'assenza per infortunio di Kevin Martin, che è fuori per una frattura al polso sinistro. I progressi che ha compiuto nelle ultime partite sono stati impressionanti, dopo un inizio di stagione particolarmente negativo.
"Ho sofferto tanto nelle prime partite, la gente ha iniziato a pensare che fossi un bluff - ha dichiarato Evans - ma mi è bastato ritrovarmi, trovare i movimenti offensivi e una volta fatto sono ritornato ai miei livelli".
“Penso che quando mi metto in moto sono immarcabile” ha ribadito l'ex allievo di Calipari. “”Ogni volta che vedo uno spazio cerco di attaccarlo”.
Scelto a sorpresa lo scorso anno alla numero 12, Jason Thompson è l'altro grande protagonista di questo scoppiettante inizio di stagione, un atleta che sta sempre più stupendo per altruismo, coraggio, umiltà e soprattutto rendimento.
Ai tempi della high school Thompson era 6-3 e giocava shooting guard. E' stato in questo periodo che ha sviluppato le doti di tiro, ball handling, passaggio che lo rendono speciale ancora oggi, una guardia nel corpo di un ala forte. E' lui il 4 del futuro per Sacramento, e insieme a Hawes già forma un'interessante coppia di lunghi.
Nella convincente vittoria con Menphis (127-116), il 2,13 Hawes ha portato fisicità in mezzo e circolazione di palla, finendo con 21 punti, 11 rimbalzi e 7 assist.
"Spencer ha dimostrato perché tutti pensano che possa essere un grande giocatore" ha detto coach Westphal a caldo, al termine della partita. "E oggi non ha nemmeno mostrato le sue abilità , ma il suo cuore."
"Dobbiamo lottare e non mollare mai, e dobbiamo far diventare questo il nostro stile. Lui ha già dimostrato di poterlo fare stasera."
Deve comunque cercare di diventare più pericoloso nella zona pitturata e prendersi con maggior frequenza delle conclusioni dai 5 metri.
Un altro innesto che si sta rivelando eccellente è il rookie Omri Casspi (23° pick), il primo giocatore israeliano nella NBA, già un idolo del pubblico californiano.
Atletico e tecnico, competitivo e grintoso, sembra fatto più per la NBA che per l'Europa. Pare abbia voglia imparare più cose possibile e alla svelta. Continua a dire che è sua intenzione migliorarsi ogni giorno e che i Kings rappresentano per lui una grossa opportunità . Sicuramente deve affinare la sua percentuale ai tiri liberi.
Anche Jon Brockman (38th overall) si sta facendo notare e uno come lui che lotta sotto le plance e prende i rimbalzi è proprio quello che mancava.
In trampolino di lancio il ventunenne Donte Greene, potenzialmente devastante (con i Knicks career-high di 24 punti in 35 minuti).
Sembra recuperato dopo un annata in chiaroscuro anche lo sloveno Beno Udrih. Il suo cercare il gioco a due in pick and roll con Hawes e Thompson è sinora molto interessante.
Nota negativa May, finora non pervenuto.
Certo ci sarà molto da lavorare in ottica futura, soprattutto quando si dovrà ritrovare un equilibrio al rientro del cecchino Martin, oppure riuscire a coinvolgere maggiormente i lunghi sotto i tabelloni.
Ma se il buongiorno si vede dal mattino…