Dahntay Jones, il leader che non ti aspetti
Avevamo lasciati i Pacers una gara sotto il 50% di vittorie nello scorso report e la troviamo nella medesima situazione adesso, a fronte di 6 vittorie e 7 sconfitte in questo inizio di stagione.
Molteplici sono state la facce di questi Pacers. Dopo le prime tre sconfitte la squadra ha reagito alla grande vincendo addirittura 5 partite di fila ma con la possibilità di allungare la striscia a 6 in casa contro i Knicks Indiana è ricaduta nuovamente perdendone altre 4 in fila per poi vincere l'ultima contro i Clippers.
La domanda che sorge spontanea è: quali sono i veri Pacers?
Danny Granger ha definito la squadra una sorta di Dr. Jekyll and Mr. Hyde per la capacità di abbinare tempi di gioco buoni ad altri veramente pessimi. E' proprio questo il problema, la continuità , specialmente in difesa.
Esempio lampante si può avere nelle ultime due partite. Nella prima a Toronto, si concedevano 123 punti in totale, 74 nel solo primo tempo col 63% dal campo a favore dei canadesi. Nella successiva partita in casa contro i Clippers si subivano 73 punti ma nell'intero arco della partita, non in un tempo.
Difficile dare una identità a questa squadra, sarà anche perchè non bisogna dimenticare il fatto che ci sono diversi giocatori nuovi e dei giovani. Si è capaci di battere i Boston Celtics con una grande partita e buttarne una in casa contro i Knicks.
Nel frattempo l'infermeria si è un tantino svuotata. Troy Murphy è tornato in campo, idem Jeff Foster, mentre Mike Dunleavy è veramente sul punto di rientrare in campo, questione di giorni come detto dal giocatore stesso. Ancora lontano invece il rientro di Diener.
Senza Murphy Indiana ha giocato per gran parte di questo periodo con lo small-lineup che ha portato a buoni risultati, non a caso la serie delle 5 vittorie consecutive è avvenuta proprio con questo tipo di gioco.
Con il rientro dell'ex giocatore di Golden State si è tornati a giocare col quintetto tradizionale, con Ford, Rush e Granger esterni e l'accoppiata Murphy-Hibbert (sostituito solo in una occasione da Foster) come interni. Una scelta che ha fatto retrocedere in panchina forse il miglior giocare dei Pacers in questo inizio: Dahntay Jones.
“Penso che Dahntay meriti di partire dal quintetto base ma penso sia meglio per la nostra rotazione se lui parta dalla panchina” - ha spiegato il coach – “Lui sa che io lo considero uno starter”.
Con questa filosofia si vinceva 108-94 sui Warriors, in una partita in cui le percentuali al tiro erano alte (52% dal campo, 63% dai 3 punti) anche per la non tanto rinominata difesa della squadra di coach Nelson.
Si perdeva Ford ad inizio partita per un problema fisico di cui addirittura si diceva potesse essere causa di uno stop, non avvenuto. Ma Earl Watson dalla panchina lo sostituiva alla grande portando alla causa 16 punti.
La quarta vittoria consecutiva veniva raggiunta con Boston 113-104. Un successo vero perchè forse il primo ottenuto contro una big. “Avevamo battutto tre squadre che non stavano andando benissimo (Washington, New York, Golden State ndr), per questo avevamo bisogno di una vittoria contro una grande, e certamente Boston è un avversario di qualità ” – dichiarava coach O'Brien – “E' stata una partita fantastica per tutti i nostri giocatori“.
Granger sfruttava la sua atipicità contro Garnett giocando da power forward, segnava 20 dei suoi 29 punti nel primo tempo. Mentre il sempre più sorprendete Jones segnava 12 dei suoi 25 punti nell'ultimo quarto.
L'occasione ghiotta di estendere la striscia vincente era importante sul campo dei Nets, al momento senza vittorie. Un 83-91 in una partita non bellissima ma nel quale era fondamentale mostrare di non cadere contro squadre sulla carta più deboli, come successo troppo spesso nelle ultime stagioni.
“Non è stata una bella partita da parte delle due squadre” – diceva Granger – “Ci saranno gare come queste in futuro che noi dobbiamo vincere. Venivamo da una grande partita con Boston, ma non abbiamo giocato molto bene in questa, ecco perchè è importante la vittoria“.
Pacers avanti anche di 17 nel terzo quarto. Roy Hibbert mostrava ancora una volta di poter essere dominante in posto basso, segnava 19 punti con 10 rimbalzi e commetteva solo 3 falli, ma dopo questa partita il suo rendimento non era continuo come alll'inizio.
Se contro i Nets la prova era superata di certo non si poteva dire la stessa cosa nel back-to-back alla Conseco contro New York. Indiana riusciva nella difficile impresa di farsi rimontare 19 punti di vantaggio nell'ultimo quarto e subendo un parziale di 23-3 guidato alla grande dall'ex mai dimenticato Al Harrington, buttava via una partita praticamente già vinta.
Granger segnava 30 punti nel primo tempo ma solo 3 nel secondo a causa di problemi di falli, Jones ne aggiungeva 25 ma tutto veniva vanificato. “Non ci siamo mossi bene nell'ultimo quarto. Penso che ad un certo punto la squadra fosse anche stanca“. Si giustificava O'Brien.
Si cercava un difficile riscatto contro Cleveland e nonostante tre buoni quarti di gioco, ancora una volta si cedeva nell'ultimo a James e compagni per 95-105.
“Abbiamo avuto le nostre possibilità ” – dichiarava a fine partita O'Brien - “Danny (Granger) ha sbagliato 3 triple con i piedi per terra e le ha sbagliate, ma non abbiamo avuto il giusto apporto da tutti nell'ultimo quarto. Non abbiamo avuto gioco interno perchè Roy Hibbert ha avuto problemi di falli“.
Coach O'Brien veniva espulso per la prima volta da quando allena i Pacers, a causa di doppio fallo tecnico nel primo quarto. Positiva (dopo un inizio complessivamente non esaltante bisogna dire) era la prestazione di Rush. “Brandon ha avuto una serata molto positiva in attacco” – continuava O'Brien – “Abbiamo bisogno di questo apporto da parte sua con continuità “.
Il punto più basso della serie negativa veniva raggiunto nella doppia trasferta fra Charlotte e Toronto.
Contro i Bobcats si perdeva nettamente 104-88 nella trasferta più brutta in assoluto giocata da Indiana, mai in partita, incapaci di difendere sui loro pick and roll e di far circolare bene la palla in attacco. Il solito Jones si salvava con 18 punti realizzati.
Altrettanto brutta la già citata gita a Toronto. “Non abbiamo messo nessuna intensità difensiva e così loro hanno avuto vita facile” – le parole di coach O'Brien – “Siamo migliorati nel terzo quarto ma non si può difendere solamente per il 25% della partita“
Nonostante la brutta partita però i Pacers si avvicinavano sul -5 nel terzo quarto, ma cadevano nuovamente sotto i colpi dell'ex Jarrett Jack che finiva con 18 punti con un impeccabile 7-7 dal campo.
La vittoria casalinga contro i Clippers per 86-73 si poteva definire la vittoria della squadra perchè sapendo dell'assenza di Granger 90 minuti prima del match lo spirito di gruppo riusciva a spuntarla in una partita complessivamente brutta.
“Ho sempre pensato nella mia carriera che vincere malamente è un grande passo” – dichiarava O'Brien – “All'intervallo ci siamo detti che non c'è niente di male a vincere una partita giocando male“.
L'assenza di Granger si faceva sentire nel primo quarto quando i Pacers segnavano solamente 12 punti con un desolante 17% dal campo (4-23), sbagliando da tutte le parti del campo buoni tiri. “Non avevamo Danny, ma siamo una squadra e per questo possiamo vincere anche senza di lui“. Le parole di Jones.
Proprio Jones era il "go to guy" della squadra, sbagliava i primi 8 tiri della sua partita ma prendeva per mano la squadra finendo con 18 punti. Murphy e Rush giocavano una buona partita ma i 14 punti di Luther Head dalla panchina era preziosissimi. “Ognuno deve cercare di dare qualcosa in più quando non c'è Danny”. Diceva l'ex Houston Rockets.
Adesso inizia una serie di partite toste. Nella notte alla Conseco Fieldhouse arrivano i Dallas Mavericks dell'ex Carlisle, dopo un trip della Western Conference con fermate a Golden State, Sacramento, Utah e Los Angeles sponda Clippers.