Finalmente Bynum sembra aver ricominciato la sua crescita
Domani è un altro giorno, era la frase celebre del kolossal per eccellenza, la prossima è una stagione nuova, potremmo adattarla riguardo all'NBA.
Eravamo abituati ad una stagione trascorsa in cui un infortunio a Garnett ha eliminato quella che per gran parte dell'anno era sembrata l'unica avversaria davvero credibile, e la finale dell'est ha premiato la squadra meno adatta ad affrontare i Lakers.
Un titolo NBA che è sembrato scritto nelle stelle, che i gialloviola sono stati bravi ad agguantare, tremando davvero solamente contro i sorprendenti Rockets, ma già quest'anno probabilmente ci sarà molto più da lottare, con gli Spurs rafforzati (per fortuna che è un anno pari), i Nuggets consapevoli delle loro possibilità e ad est le stesse tre contenders, Celtics, Magic e Cavaliers, fra cui le prime due, pur con partenze lente, sembrano più pericolose.
L'annata si prospetta più equilibrata, e chissà se Jackson confermerà le sue vecchie abitudini, secondo le quali i titoli si vincono solo a gruppi di tre, altrimenti non conviene metterci mano.
I Lakers hanno avuto una partenza buona ma non eccezionale, senza spremersi eccessivamente, con qualche sconfitta di troppo, un gioco non esaltante e qualche ulteriore amnesia difensiva.
Dolorosa soprattutto la scoppola presa a Denver. In parte si tratta di un campanello d'allarme da tenere in considerazione, in parte era preventivabile.
L'unico cambio del roster infatti andava assorbito, non c'è più Ariza, il ragazzo del luogo, giocatore di sistema che fa esattamente quel che serve alla squadra senza pretendere nulla in più, e spesso lo fa bene, ma Ron Artest, giocatore dal talento superiore, uno dei giocatori più completi dell'NBA, difensore fenomenale ed attaccante comunque valido, che però da sempre è di difficile gestione, a volte indisciplinato, a volte con pretese, e se l'inserimento del suo talento potrebbe rappresentare un miglioramento importante, dall'altro richiede tempo per trovare nuovi equilibri e potrebbe creare qualche problema anche in futuro.
Inoltre Gasol, l'incredibile play aggiunto, il centro con i fondamentali degni di una guardia, è stato assente a lungo, ed il gioco ne ha risentito oltre le previsioni, dato l'infortunio a Walton e lo stato di forma non eccelso di Odom. A volte addirittura si è tornati ad abitudini che sembravano dimenticate, palla a Kobe Bryant e quattro spettatori gialloviola pagati per guardare il talento offensivo del Mamba.
Comunque le vittorie sono arrivate, Artest qualche passo avanti lo sta facendo e Gasol è tornato, e col suo ritorno è riapparsa la circolazione di palla ed il gioco è tornato fluido e spettacolare.
Dell'assenza di Gasol in parte si è giovato Andrew Bynum, che ha mostrato di dover ancora crescere da molti punti di vista, ad esempio ha bisogno di ricevere palla in movimento, spalle a canestro deve ulteriormente migliorare (non che sia scarso, ma con quel fisico deve fare di più!), come passatore ha ancora dei limiti, a volte perde l'uomo, ma ha compiuto ulteriori passi in avanti e già oggi è un centro rispettabile.
Se servito in movimento è difficilissimo fermarlo, ha una buona scelta di tiri, un minimo di visione di gioco fa capolino, le soluzioni iniziano a variare e, soprattutto, finalmente mostra un minimo di cattiveria agonistica, prende rimbalzi con continuità e nel pitturato inizia ad incutere un certo timore agli avversari, aspetto fondamentale in una squadra che tende a permettere con troppa facilità le penetrazioni degli esterni.
Quella crescita che sembrava essersi fermata e quella fiducia che sembrava scomparsa con l'arrivo di Pau Gasol sono finalmente tornate e chissà che l'elevatissimo contratto strappato dal bambinone non si riveli quasi meritato. Fino a che il Bimbo, Gasol ed Odom riusciranno ad essere tutti e tre in campo ed in condizioni decorose non si vede un pacchetto lunghi che complessivamente possa essere all'altezza.
Fra gli esterni il discorso è meno promettente.
Kobe Bryant in alcune partite ha dovuto prendersi un eccesso di responsabilità per portare a casa la vittoria, anche se ormai la trasformazione in vero leader sembra completata e non sembra ci siano pericoli di rivedere l'individualista di qualche anno fa.
Kobe fa sempre fatica a concedere la sua fiducia, ma da possibilità a giocatori che qualche anno fa non avrebbe mai considerato e come vede la squadra crescere inizia a far girare di più la palla, mantenendo sempre quelle quattro o cinque forzature a partita, ma non esageriamo neanche nelle richieste, in fin dei conti senza di quelle il gioco dei Lakers sarebbe a volte troppo prevedibile.
Il resto del reparto però non convince, fra un Artest volonteroso che però ha giustamente bisogno di tempo e le difficoltà storiche in punta che sembrano ingigantite dall'età di Fisher e dalla quasi definitiva perdita di fiducia in Farmar. La speranza sta nella crescita ulteriore di Shannon Brown, giocatore incredibilmente atletico che migliora a vista d'occhio, ma ancora non può certo giocare in quintetto in una squadra ambiziosa.
Difficile anche aspettarsi aggiunte mediante scambi, infatti il montesalari è davvero ridondante ed eccessivo, oltre 91 milioni di dollari, quindi i giocatori in scadenza probabilmente resteranno e verranno fatti scadere, molti giocatori sono incedibili, davvero difficile per il GM Kupchak aggiungere un giocatore, servirebbe una sorpresa tipo quella di due anni fa, quando arrivò Ariza per Cook, ma questo resta davvero un sogno più che una reale ipotesi.
Risultati
8 novembre, Los Angeles Lakers vs New Orleans Hornets, 104-88
12 Novembre, Los Angeles Lakers vs Phoenix Suns, 121-102
13 Novembre, Los Angeles Lakers @ Denver Nuggets, 79-105
15 Novembre, Los Angeles Lakers vs Houston Rokets 91-101
17 Novembre, Los Angeles Lakers vs Detroit Pistons, 106-93
19 Novembre, Los Angeles Lakers vs Chicago Bulls 108-93
22 Novembre, Los Angeles Lakers vs Oklahoma City Tunder 101-85
I Singoli
Promosso a pieni voti, in queste prime tredici partite, Andrew Bynum, che sta riempiendo per bene le sue statistiche, oltre 20 punti ed oltre 11 rimbalzi di media, ma sta anche mostrando una consistenza promettente.
Buono anche il rendimento di Kobe Bryant, anche se a volte ha esagerato con i personalismi. Notevole la partita di rientro di Pau Gasol, ma giudicarlo da una sola partita contro una squadra leggerina nelle vicinanze del canestro pare prematuro.
Nel complesso soddisfacente Odom, in scarsa forma ma sempre utile. Artest sta faticando ma si sta sforzando di entrare al meglio nel sistema dei Lakers, anche se la stretta difensiva che avrebbe dovuto portare ancora non si è vista. Walton, prima di infortunarsi stava dando il suo contributo, dalla panchina Shannon Brown ha avuto momenti di dominanza fisica ed atletica e nel complesso ha convinto, Josh Powell e DJ Mbenga non sono certo Jabbar e Chamberlain, ma nessuno si aspetta che lo siano e come quarto e quinto lungo sono decorosissimi.
Purtroppo è fra gli esterni che le delusioni fioccano.
Derek Fisher deve rendere a primavera inoltrata più che adesso, ma il suo minutaggio eccessivo rispetto ad una forma non ottimale ed ad un'età che pesa sempre più da la misura delle difficoltà del reparto.
Morrison non lascia capire per quale motivo sia stato una terza scelta assoluta qualche anno fa, seppur in un draft nel complesso non memorabile se non per noi italiani, Farmar sembra sempre più fuori dai piani futuri dei gialloviola e non sta facendo nulla per rientrarci, Vujacic ormai è conosciuto e con un minimo di marcature non riesce più a trovare con continuità il canestro avversario.
Al momento i motivi di speranza superano le preoccupazioni, tutte le aspiranti all'anello stanno faticando in questo inizio e tutto sommato i gialloviola non sfigurano affatto nel confronto, anzi, ma i 97 e passa punti concessi a partita sono un segnale poco incoraggiante e la situazione delle point guard preoccupa non poco.
C'è lavoro per Phil Jackson, ma questo non sembra di sicuro offuscare il suo sguardo sereno, di sicuro c'è chi ha al momento maggiori motivi di preoccupazione.