Eppure vincono

Gli infortuni a Batum e Outlaw daranno a Rudy lo spazio che vuole.

Sapete una cosa, stiamo vincendo. I tifosi potrebbero dire che non stiamo giocando un basket molto bello, ma per me il bello è vincere le partite.

Juwan Howard ha perfettamente ragione e descrive piuttosto fedelmente il cammino di Portland di questi primi venti giorni di regular season.

Nel calcio si dice che il campionato si vince facendo punti con le piccole, anche se nella nostra serie A non ci sono i playoff. Tuttavia Portland ha la miglior serie attiva nella Lega per merito di sei vittorie consecutive, ottenute contro avversarie agevoli: San Antonio, Minnesota (due volte), Memphis, New Orleans, Charlotte. Le peggiori squadre o quelle in maggiore crisi, a ben vedere.

Per non minimizzare troppo questo periodo vincente è altresì d'obbligo sottolineare che gli ultimi quattro successi sono stati ottenuti lontani dall'Oregon e il coefficiente di difficoltà  risulta aumentato dalla contingenza di un doppio back-to-back. Proprio la capacità  di migliorare il record in trasferta è uno degli obiettivi dei Blazers in questa stagione.

Primo posto nella Division con un record (8-3) che li pone davanti perfino a quei Nuggets che espugnarono il Rose Garden alla seconda di campionato. L'inizio di Portland è stato tutt'altro che entusiasmante. J.J. Adande, autorevole esperto di ESPN, nel suo articolo Fear of an NBA planet così fotografò il 2-3 iniziale della franchigia dell'Oregon.

I Blazers si stanno mutilando da soli. Hanno perso contro i Nuggets sbagliando due tiri liberi a fine partita. Si sono fatti schiacciare a rimbalzo da Atlanta e gli Hawks si suppone possano essere più giovani ed esplosivi di quasi ogni avversario.. ma non dei Blazers.

La loro prima scelta assoluta del 2007 ha più falli (19) che tiri tentati(16). Il freeagent preso in estate sta tirando con il 34% dal campo.

Ci sono molti altri team con record negativi. Molti sono dove ci si aspettava di trovarli. Utah e New Orleans possono essere delle sorprese, ma è parere diffuso che una freccia rivolta in giù si accompagni a queste squadre, mentre Portland ne ha una rivolta in su. Le altre franchigie che vantano previsioni ottimistiche hanno tutte un record positivo, a meno che tra queste vogliamo includere anche i Clippers. Ma Portland non ha assemblato un record per essere paragonata ai Clippers. Questa è la compagnia con cui si ritrovano. E la ragione della paura.

L'avvio stentato di Portland trova una ulteriore conferma nelle mosse di McMillan, un coach solitamente molto lento negli adeguamenti e che invece, dopo solo cinque partite, si è sentito costretto a cambiare.

Brandon Roy scala in ala piccola e Webster parte dalla panchina per far posto ad Andre Miller nel quintetto iniziale. Un backcourt piccolo, con un doppio playmaker in campo per migliorare la circolazione di palla. L'ex Sixers conduce l'azione offensiva, Blake recita un ruolo da tiratore perimetrale e Roy riceve palla in uscita dai blocchi o mentre taglia a canestro. Brandon recupera la consuetudine di essere l'uomo con la palla in mano solo nei minuti finali della partita.

I risultati stanno dando ragione alla mini-rivoluzione di McMillan, ma il calendario agevole ha avuto un suo ruolo e sarà  il tempo a darci migliori risposte. È certo invece che il cambio di quintetto ha sistemato il “caso Miller”, con il veterano che da subentrante stava faticando molto. Andre tira ancora maluccio (dal pezzo di Adande ad oggi è salito al 39%) ma Portland deve a lui l'improvvisa impennata nei punti ottenuti contro le difese non schierate.

Miller è anche il migliore nel vedere e servire splendidi alley-oop ai compagni che dall'angolo tagliano a canestro sorprendendo le disattente difese NBA. Ed è anche il solo a servire ad Oden invitanti lob che permettono al centro canestri facili.

Greg è stato l'altro nominato di quel passaggio critico del Dime of the Day letto su Espn. Il problema falli è innegabile tanto che McMillan ha stabilito la regola: un fallo per quarto, altrimenti ti mando in panchina. Oden continua a giocare poco nella prima metà  gara, mentre è più attento nella ripresa quando accumula il grosso dei quasi 24 minuti di media che finora ha giocato.

Greg Oden è la migliore delle buoni notizie che arrivino dall'Oregon. Quando non commette fallo, fa sempre cose buoni e di cui Portland ha grande necessità . Porta blocchi solidi, intimidisce, stoppa, prende rimbalzi offensivi, segna preziosi tap-in, è l'unico lungo che attacca il canestro. E rispetto al debutto stagionale è sempre più coinvolto in fase offensiva.

Dopo la vittoria in Tennessee Roy ha riconosciuto l'importante contributo che sta offrendo Oden con parole che lasciano ben poco spazio all'immaginazione.

Se possiamo tenerlo in campo , ci rende una squadra nettamente migliore. Apre spazi per tutti noi. Quindi per molti versi, tutto parte da lui.

Quella contro gli Spurs è stata fin qui la prestazione più impressionante di Oden, con dei splendidi canestri infilati nonostante la guardia di Duncan, ed un paio di stoppate fondamentali nel finale di gara. Una partita in cui è stato efficace in entrambe le metà  campo. Non ha ancora valicato la quota 30 minuti in una partita ma ha già  due doppie doppie.

Se il limite di Portland è tradizionalmente quello di essere un jump shooting team, il 62% dal campo del centro uscito da Ohio State rappresenta un'arma di fondamentale importanza per il futuro di questa squadra. Attaccare il canestro poi paga preziosi dividendi per i Blazers che hanno la miglior percentuale della Lega nel tiro libero (83%) e lo stesso Oden registra un eccellente 81%.

Portland continua ad essere la squadra di Roy & Aldridge, i due atleti di maggiore talento e i naturali top scorer della squadra. Anche lo slow-pace resta il ritmo di gioco imposto da McMillan, che però consente a Miller di dare quelle fiammate durante la gara che Sergio Rodriguez ha provato a dare con risultati discutibili durante la sua permanenza oregoniana.

Aldridge è probabilmente l'ala-centro più veloce ed atletica della Lega, ma anche Outlaw, Webster e lo stesso Roy si stanno dimostrando eccellenti finalizzatori delle veloci di transizioni condotte da Miller. Il vero limite attuale di Portland è che queste situazioni nascono più da veloci ripartenze dopo un rimbalzo piuttosto che da recuperi difensivi, fondamentale in cui Portland è ancora tra le peggiori della Lega.

Tra le note negative trovo molto pericolosi i complimenti rivolti alla difesa di Portland, che si conferma solidissima a rimbalzo (nessuno concede così pochi rimbalzi offensivi agli avversari) e che in più, da quest'anno, può vantare uno strepitoso 31% dalla lunga distanza concesso agli avversari. Ma ancora una volta bisogna considerare le rivali affrontate in questo avvio di stagione ed i tantissimi falli commessi dai lunghi, spesso per colpa di difensori sul perimetro che si fanno battere con estrema facilità  permettendo frequenti incursioni nel pitturato.

Il bilancio estremamente positivo di queste prime undici gare verrà  messo alla prova non solo da contendenti più difficili da superare, ma anche da risorse che continuano a diminuire. La vittoria di Charlotte è passata alle cronache anche per una quasi rissa nel finale di gara, scatenata da una gomitata di Raja Bell a LaMarcus Aldridge che quest'ultimo ha giudicato senza dubbio volontaria e che ha coinvolto anche Brandon Roy e Gerald Wallace.

Ma i cinque tecnici finiti a referto nell'occasione non portano con sé gravi conseguenze. Molto peggio va nel dopo gara, quando arriva il responso sul dolore al piede che ha costretto Outlaw ad abbandonare il campo meno di un minuto dopo aver fatto il suo ingresso sul parquet. Si tratta di una frattura da stress e neppure nella migliore ipotesi potremo rivederlo in campo prima di gennaio.

Per un bel pezzo senza Outlaw e Batum e provvisoriamente anche senza Jerryd Bayless, McMillan dovrà  dare maggiori responsabilità  offensive al ritrovato Webster (ottimo il suo avvio di campionato, ma il più penalizzato dal cambio di starting five) ed all'incostante Rudy Fernandez. Sarà  emergenza, ma potrebbe anche tramutarsi in un gran colpo di fortuna.

Di sicuro Juwan Howard sa che per un po' non sarà  solo un punto di riferimento nello spogliatoio ed un faro per i giovani big man ma dovrà  dare il suo contributi in campo. Grande occasione anche per Dante Cunningham che potrà  collezionare qualcosa in più delle due apparizioni attuali: le doti realizzative per dare qualche punto dalla panchina ci sono tutte.

STATS & STANDINGS

NorthWest Division:
Portland 72,7% [8-3]
Denver 70,0% [7-3]
Oklahoma City 55,6% [5-4]
Utah 40,0% [4-6]
Minnesota 9,1% [1-10]

Playoff race: seed #3
1st: Phoenix Suns 80,0% [8-2]
9th: San Antonio 50,0% [4-4]

Per i video-recap, maggiori informazioni e commenti sulle singole partite dei Blazers seguite il blog ora esclusivamente dedicato a Portland.

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