La stagione di Gallinari

Il tiro da fuori, l'arma più efficace di Gallinari in questo inizio di stagione…

Danilo Gallinari, un nome che la sera del draft del 2008 ha fatto storcere il naso a molti dalle parti del Madison Square Garden.

Non certo a Donnie Walsh e soprattutto a Mike D'Antoni, che pur di avere la versatile ala ex Armani Jeans Milano, hanno resistito alla tentazione di chiamare al suo posto l'ex Indiana University Eric Gordon.

Il motivo è semplice, D'Antoni era ed è convinto che Danilo abbia delle qualità  superiori alla media e che sia un giocatore speciale. Purtroppo tutti sanno com'è andata la prima stagione da pro del ragazzo di S'Antangelo Lodgiano.

Inizio promettente alla Summer League di las Vegas, scontro con un trattore alias Robert Traylor, e la schiena che fa crac. Da li inizia un calvario che ha permesso a Gallinari di poter giocare solamente 28 partite di regular season nella sua stagione da rookie. Tuttavia nelle occasioni avute a disposizione, e pur sempre in uno stato di forma a dir poco precario, Danilo ha dimostrato di non essere arrivato per caso nella NBA.

Ad aprile Gallo ha deciso di dire basta con il dolore alla schiena e si è sottoposto ad un intervento di laminotomia. Il buon esito dell'operazione ed il pronto recupero hanno concesso a Danilo di potersi allenare senza problemi in estate, e di farsi trovare pronto già  dal training camp.

Se lo scorso anno la schiena non aveva dato tregua fin dall'inizio, la pre season prima e le prime partite stanno dando segnali confortanti sulla condizione fisica di Gallinari. La risoluzione del problema dello scorso anno alla schiena consente a Gallinari di giocare con maggior velocità , e di non doversi gestire o risparmiare come successo l'anno scorso. In pre season le basse percentuali avevano allarmato molti; inoltre si discuteva sulla forma ancora non entro i parametri NBA.

Molti addetti ai lavori hanno infatti questionato sulla necessità  di maggiore forza da parte di Gallinari, soprattutto a livello di gambe.

Con l'inizio della stagione invece l'italiano ha dimostrato di essere in buona forma, ed oramai pienamente recuperato. Al momento la forma sembra buona anche se non al top, ma per quello c'è tempo, in una stagione di 82 partite. Importante è che Gallinari goda della fiducia di compagni, allenatore e dirigenza.

A dimostrazione della considerazione nei suoi confronti sono arrivate le parole di stima di Walsh prima, il quale ha dichiarato che con Gallinari sano probabilmente la squadra avrebbe fatto meglio, e di coach D'Antoni poi, il quale lo ha definito il miglior tiratore che abbia mai visto. Parole pesanti, ma non certo prive di senso. Negli attuali Knicks, una squadra ancora in cerca di una sua identità , e più focalizzata alla ricostruzione in vista del mercato del prossimo anno, l'italiano è sicuramente il giocatore di più talento e con il maggior potenziale futuro.

Sul campo, nonostante il poco brillante avvio dei Knicks, Danilo si è fatto notare sin subito dall'opener di Miami. Il contributo dalla panchina è coinciso con il career high di 22 punti, frutto di sette bombe messe a segno (record di triple in un match di apertura di stagione). Ma è stata la gara di debutto casalingo a dimostrare ai tifosi Knicks di che pasta è fatto Danilo. 30 punti con otto tiri da tre messi a segno, di cui alcuni di difficoltà  notevole.

Unico neo, anche in questo caso i Knicks sono usciti dal campo sconfitti, e lo stesso numero 8 ha dichiarato che poco conta mettere a segno 30 punti se poi non vinci.

L'inizio di stagione sta quindi fornendo delle piacevoli conferme per quanto riguarda la crescita, e soprattutto la tenuta fisica di Gallinari. In primis la ritrovata condizione fisica migliore gli consente di stare in campo il doppio (quasi 32 minuti di media contro i 15 scarsi dello scorso anno), e la maggiore affinità  coi compagni lo vede più coinvolti nel gioco. In particolare lo scorso anno la sensazione era che Danilo fosse cercato poco in attacco, nonostante fosse uno dei migliori tiratori della squadra.

Il buon inizio di stagione, e le ottime percentuali dal campo gli ha concesso di guadagnarsi la stima dei compagni, i quali lo cercano con più insistenza, e tendono a coinvolgerlo maggiormente nel gioco offensivo. Se a questo aggiungiamo la notevole intelligenza cestistica del nostro connazionale, e la sua più che discreta abilità  nel passaggio, non si possono che intravedere degli spazi di crescita ulteriori.

A tal proposito è molto interessante il punto di vista della rubrica di Knickerblogger "Some Plays Count", dalla quale linko lo spezzone dedicato ai giochi tra Danilo e Lee nella partita con gli Hornets (chiusa da Danilo con il career high negli assist, 5), che ad oggi è l'unica vittoria dei Knicks in stagione.

L'abilità  di finisher e la produzione in attacco di Lee potrebbero giovare molto della presenza di un giocatore come Danilo, letale dal perimetro, ma con ottima visione di gioco e buona tecnica di passaggio.

In termini di gioco è interessante notare come l'inserimento di Danilo in quintetto abbia beneficiato la media punti di Lee. La ragione è dovuta al maggior rispetto di cui gode Gallinari da parte dei difensori avversari quando si trova sul perimetro.

La precisione al tiro non consente alle difese avversarie di lasciar tirare indisturbato il Gallo, di conseguenza si liberano spesso ampi spazi di passaggio, il cui maggior beneficiario è proprio David Lee. Il problema dei Knicks è che un solo tiratore non è sufficiente per una squadra che gioca il run & gun. Se a Danilo non daranno man forte dal perimetro al tiri compagni, per New York sarà  dura vincere molte partite.

Detto questo, sono personalmente convinto che dei tre italiani impegnati in NBA Gallinari sia il più dotato tecnicamente. Già  da ora sono molti ad accostarlo a vari tipi di giocatore, a partire dal primo Peja Stojakovic, fino a Nowitzki.

Lasciando perdere i paragoni scomodi, al momento ci sono alcune cose che vanno bene nel gioco dell'ex Olimpia Milano, ed altre che necessitano di ulteriore lavoro. Se si vuole fare un appunto sul tipo di gioco si potrebbe far notare l'eccessivo ricorso al tiro da tre punti (ndr: alla data in cui scrivo, 11 novembre, Danilo è primo nella lega per triple messe a segno e tiri da tre tentati).

A parziale giustificazione c'è da dire che la New York attuale vive e muore sul suo tiro da tre, ed a parte il numero 8 (che tira con il 46% dal perimetro) gli altri "tiratori" di New York finora non hanno fatto che sparacchiare da tre, con delle percentuali comprese tra il 20 ed il 30 per cento.

Il alto positivo è che vista la scarsa concorrenza Danilo dovrebbe partire con regolarità  in quintetto. Giocare in un team con record negativo e con minori pressioni potrebbe essere utile per la sua crescita, anche se dubito che il Gallo sia contento del record della squadra.

Al momento Danilo è il terzo marcatore della squadra, ma nel corso della stagione potrebbe avere maggior spazio e più palloni giocabili in attacco.

Se da un lato è innegabile che Danilo è un giocatore unselfish, più attento al risultato del team che non alle proprie statistiche, dall'altro è probabile che andando avanti possa prendere più tiri vista l'inefficienza dei vari Harrington, Chandler, Duhon & C. Di conseguenza la sua efficacia in attacco e la sua media punti dovrebbero risentirne positivamente.

Per rendersi conto dell'importanza del Gallo basta osservare le statistiche di squadra di New York.

In un momento così difficile Gallinari rischia di essere una delle poche note positive della stagione dei Knicks. A New York sono coscienti del suo talento, e della necessità  di avere un roster di giocatori appetibili, se il prossimo anno si vorrà  avre un chance di attrarre un free agent di spicco. Danilo giocherà  probabilmente un ruolo chiave anche in questo, perché potrebbe essere la spalla ideale per giocatori del calibro di James, Wade o chiunque verrà  a New York. Il problema è che Gallinari da solo non basta, e per quanto possa migliorare, è necessario che riceva man forte dai compagni di squadra.

Di sicuro per ora Danilo ha fatto perlomeno riflettere gli scettici che avevano fischiato la sua scelta a giugno 2008. L'ex ala di Milano dal canto suo ha ancora molto da lavorare, deve migliorare la sua efficacia in difesa ed il suo gioco ne i pressi del canestro, in modo da poter fare un ulteriore salto di qualità .

In una stagione che potrebbe essere avida di soddisfazioni cestistiche per la grande mela, Gallinari potrebbe diventare il leader di una squadra giovane. Se le cose dovessero procedere in questa direzione la franchigia potrebbe cercare di investire sui giovani, affidando un ruolo chiave proprio al Gallo.

Comunque vada a finire sembra che il peggio sia passato.
La vera stagione da rookie di Gallinari è cominciata lo scorso ottobre, e le ombre dell'anno scorso sembrano finalmente lontane.

In Italia ed in America gli occhi sono puntati su di lui, ed i più sono consapevoli che per la rinascita dei Knicks non si può prescindere dal Gallo.

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