Dahntay Jones, il giocatore che mancava a questi Pacers
Se c'è una cosa che proprio non si deve fare in uno sport di squadra è dare dei giudizi affrettati. I Pacers hanno perso malamente le prime tre partite della stagione, salvo poi vincere le successive due giocando veramente un bella pallacanestro.
Una squadra che propone sei giocatori nuovi ha bisogno di tempo per ingranare, tutte le squiadre ne hanno bisogno, specialmente una franchigia come Indiana che, non sarà fra i top team della lega, ma neanche una squadra da Euroleague come qualche (presunto) esperto di basket NBA ha più volte detto.
Un gesto di Danny Granger, leader ormai di questa squadra, ha fatto da spartiacque fra queste due facce di Indiana. Quante volte succede nel nostro calcio che quando le cose non vanno particolarmente bene nessuno vuol parlare o addirittura si decide di fare il silenzio stampa?
Granger si è comportato nella stessa maniera dopo la brutta sconfitta casalinga con Denver, la terza consecutiva nonché la causa delle prime critiche. Non si è presentato in sala stampa e quando i giornalisti sono arrivati nello spogliatoio il suo armadietto era vuoto, è andato via senza dire nulla.
I Pacers alle parole hanno fatto seguire i fatti vincendo due belle partite, nel segno del gioco di squadra, del carattere e specialmente della difesa, il grande problema delle annate precedenti targate coach O'Brien.
Se c'è un giocatore che si merita le prime lodi è sicuramente Dahntay Jones, che si sta rivelando un acquisto azzeccatissimo. Sta facendo tutto quello che l'allenatore gli chiede, è lo specialista difensivo della squadra e in attacco sta sorprendendo, soprattutto se pensiamo che l'anno scorso a Denver aveva toccato la doppia cifra appena 11 volte.
Per adesso Jones sta vincendo a mani basse il duello personale col giovane Brandon Rush, più talentuoso ma che sembra perseguitato dallo spetto dei vecchi problemi dell'inizio della passata stagione.
L'altro baby invece, Roy Hibbert sta fin da subito mettendo in mostra le sue enormi potenzialità , a Indy si dice a gran voce che sia arrivata la sua ora.
“Nell'immediato futuro se non già da ora, sarà una presenza dominante in post basso, un ragazzo su cui puoi contare se ti servono punti“. Ha detto Jeff Foster, bloccato per via di un problema alla caviglia destra. “Sarà una presenza” – è sicuro il suo coach di college a Georgetown, John Thompson III – “In entrambi i lati del campo e per tanto tempo in questa lega“.
Nelle prime 5 partite Hibbert ha collezionato già 3 doppie-doppie, cosa che non aveva mai fatto nella scorsa stagione. Eppure nonostante le grandi prove in prestagione il giocatore aveva definito il suo gioco ancora un "work in progress".
Si può dire che il momento positivo dei Pacers è cominciato dal secondo tempo giocato al Madison Square Garden nella vittoria 89-101 sui Knicks. Veniva fuori la tanto acclamata difesa finalmente, addirittura Indiana non faceva segnare gli avversari per quasi 10 minuti e concedeva appena l'11% dal campo, con un grande lavoro difensivo di Hibbert e Solomon Jones sui pick and roll.
Era la vittoria della difesa ma anche la vittoria di T.J. Ford. Non aveva cominciato bene la stagione (O'Brien gli aveva preferito Earl Watson per gran parte del tempo) ma è proprio da quel secondo tempo che si è visto un buon Ford, specialmente negli ultimi 3 minuti di partita quando si caricava la squadra sulle spalle, per via del fatto che Granger era uscito per raggiunto limite di falli.
“Questa prestazione era qualcosa di cui avevo bisogno” – diceva Ford a fine partita – “Non stavo giocando il basket di cui sono capace, penso che questa partita mi aiuterà ad avere più fiducia e giocare meglio“.
Promessa mantenuta dalla point guard che nella successiva vittoria casalinga contro Washington 102-86 giocava un'altra bella partita. Se consideriamo le ultime due partite Ford ha mantenuto 17.5 punti e 6.5 rimbalzi, cifre non male.
Prima della partita, coach O'Brien aveva scritto nella lavagna degli spogliatoi che per uscire vincitori serviva l'intensità difensiva dell'ultimo quarto di New York e proprio nel 10° compleanno dell'apertura della Conseco Fieldhouse i Pacers giocavano un grande basket, grazia ad un Granger da 22 punti che guidava altri quattro giocatperiodoori in doppia cifra.
Da segnalare era il grande debutto di Tyler Hansbrough. Al rientro dall'infortunio il rookie (che in questo giocherà un massimo di 16 minuti per precauzione) segnava 13 punti in 14 minuti e si prendeva gli applausi del pubblico per la sua solita aggressività .
Ma che Pacers erano stati prima delle due vittorie? Una squadra che non prendeva buoni tiri ma che soprattutto non giocava con l'intensità difensiva che il coach ha predicato tutta la pre-season.
Nel debutto stagionale si perdeva 120-109 ad Atlanta, in una partita in cui i padroni di casa avevano vita facile in attacco tirando col 53% e approfittando delle 25 palle perse da Jones e compagni.
Eppure ad inizio ultimo quarto grazie ad una tripla di Watson (20 punti in 25 minuti di impiego) i Pacers erano andati avanti di uno, ma non riuscivano a trovare continuità in difesa.
Miami nella successiva partita interrompeva una striscia di 17 sconfitte consecutive alla Conseco Fieldhouse vincendo meritatamente 83-96.I Pacers tiravano col 37% dal campo, Granger tirava 6-20, segnava 20 punti ma pesava il 3-12 dai 3 punti. “Nel primo tempo abbiamo sbagliato molti buoni tiri, ma nel secondo non abbiamo preso bei tiri, bisogna dar credito anche alla difesa di Miami”. Dichiarava O'Brien.
Era l'occasione per il ritorno a Indianapolis di Jermaine O'Neal, che come coach O'Brien ha detto, portava a scuola i giovani lunghi "blu and gold".
“E' bello tornare in Indiana” – diceva O'Neal – “Una cosa che la gente sa è che questa sarà sempre la mia famiglia, la mia casa, non dimenticherò il supporto che mi hanno dato per 8 anni. Fra tutte preferisco Indianapolis perché è qui che mi hanno dato la possibilità di fare grandi cose“.
Infine arrivava la bruciante sconfitta con Denver 93-113 a causa soprattutto di un terribile primo quarto chiuso con 19 punti di svantaggio e col 22% dal campo. Da segnalare erano solo i 20 punti di D. Jones e la doppia-doppia di Hibbert, oltre ovviamente allo sfogo silenzioso di Granger di cui abbiamo raccontato prima.
I Pacers ora vogliono mantenere la falsa riga delle ultime partite, anche in onore di quella toppa che quest'anno portano sulla canotta con scritto "Mel". Un nome che dice tanto.