Shaq e LBJ: work in progress

LBJ continua a giocare da MVP. I suoi compagni lo seguiranno?

La stagione NBA 2009/2010 è ufficialmente iniziata, la stagione del duo LBJ- Shaq a Cleveland, passata da franchigia ai margini dell'NBA, con una delle immagini meno “glamour” dell'intero sport professionistico americano, ad annoverare tra le sue fila due dei giocatori con maggior “appeal” commerciale dell'intera lega.

Questo aspetto “commerciale”, d'immagine e marketing è finora l'elemento principale e di maggior successo che ha caratterizzato l'arrivo di O'Neal alla corte di Lebron James: dal punto di vista tecnico l'innesto di “The Diesel” nei Cavs non ha ancora avuto un reale impatto sul gioco e sui risultati di Cleveland.

I Cavs hanno ora un record di 4 vittorie e di 3 sconfitte, hanno già  perso l'imbattibilità  casalinga alla Quicken Loans Arena, violata solo dai Lakers l'anno passato, prima per mano dei Celtics ritemprati dal rientro di Garnett e dall'arrivo di Rasheed Wallace poi sono stati sconfitti dai Bulls in una partita dove per i Cavs non è arrivato nulla dalla panchina.

Altra sconfitta con i Raptors a Toronto nonostante un Lebron James da tripla doppia, insomma al momento i risultati ed il gioco non stanno dando l'impressione di forza e compattezza in campo che gli stessi Cavaliers davano la passata stagione.

Nella partita di Washington si sono avuti segnali di risveglio da O'Neal autore di 21 punti in 29 minuti, seppur contro la mediocre front line degli Wizards, dopo 4 partite sostanzialmente anonime, contro la squadra della capitale Shaq ha lasciato il primo segno nella stagione dei Cavaliers.

Per la prima volta la palla dentro a O'Neal ha rappresentato una vera alternativa a Lebron James con la palla in mano, unica soluzione nei momenti di difficoltà  dell'attacco dei Cavaliers nella passata stagione.

Finalmente le prestazione dell'ex Suns sono state motivo di soddisfazione per lo staff tecnico dei Cavs, così a commentato coach Mike Brown al termine della partita:“Avere un'arma offensiva in post come O'Neal è come se fosse sempre Natale”, ed ancora “Tiriamo la palla a Shaq e lasciamo che lui ottenga qualcosa per noi.”.

O'Neal si sta alternando con Ilgauskas, la grande diversità  tra i due sta leggermente complicando l'assemblaggio del nuovo attacco della squadra dell'Ohio.

Difatti quanto è dominate e ingombrante a centro area, seppur a 37 anni, la presenza di O'Neal, tanto il centro lituano ama aprirsi per dei “pick and pop” con gli esterni, oppure è ugualmente efficace facendosi trovare sugli scarichi per dei piazzati dalla media distanza.

Due diverse possibilità  di interpretare offensivamente il ruolo di centro, dopo anni di nulla o quasi in mezzo all'area, certo nè Ben Wallace nè Varejao avevano qualcosa di simile a un gioco offensivo in post basso, trovarsi una presenza ingombrante come O'Neal sta comportando un fisiologico adattamento di tutta la squadra alla sua presenza.

Anche Lebron James, che ha ripreso da dove aveva lasciato la scorsa stagione, ossia giocando da MVP della lega, deve abituarsi ad avere O'Neal al centro dell'area, ovvero una possibile valvola di sfogo in alcune situazioni ma può anche essere un ingombro ed un ostacolo alle sue scorribande verso il ferro in altre situazioni.

Shaq occupa spazio ed è abituato a stanziare in zona pitturata, mentre Ilgauskas pur non essendo particolarmente mobile occupava altre zone dell'attacco lasciando spazio alle penetrazioni del numero 23.

Questa differenza tra i due influisce su tutto il flusso dell'attacco dei Cavs, che deve ritrovare gli spazi e le geometrie che hanno funzionato per tutta la passata stagione, sapendo che O'Neal può essere una grande risorsa in momenti circostanziati della stagione e della partita, ma non può essere la soluzioni continuativa alle possibili difficoltà  dei Cavaliers.

Medesimo discorso si può fare per la fase difensiva, tanto ingombra Shaq, tanto intimidisce, tanto è statico e in difficoltà  in situazioni difensive dinamiche, come sui pick and roll; anche in questo caso l'inserimento di O'Neal sta procedendo ma un periodo di adattamento al sistema difensivo, ai compagni e viceversa è da considerarsi fisiologico.

La vittoria facile contro i Kincks ha portato un po di tranquillità  in casa Cleveland, anche se la partita è stata più un'occasione di dibattito sul futuro newyorkese di Lebron James che un evento agonistico, tanto sono apparsi fuori giri i Knicks, che nel finale hanno un po raddrizzato lo scarto del punteggio di una partita mai stata in discussione.

Gli altri nuovi arrivati hanno sicuramente avuto minor impatto mediatico rispetto a O'Neal ma potranno sicuramente avere chanche nel corso della stagione.

Parker con la sua duttilità  e capacità  di giocare gli spazi è l'ideale giocatore di supporto, nel ciclismo direbbero “gregario”, per LBJ, i numeri non dicono mai qual'è la vera consistenza del gioco del ex Maccabi, vero equilibratore e collante tecnico delle squadre in cui ha giocato.

Se Powe è ancora infortunato e non ha avuto modo di contribuire, Jamario Moon non ha ancora trovato la collocazione, il ruolo all'interno della rotazione di Mike Brown, sta faticando a trovare i minuti in rotazione e conseguentemente i suoi numeri sono praticamente invisibili.

Credo che questi giocatori troveranno tempo e modo, nel corso della stagione, di portare il loro contributo alla franchigia dell'Ohio, certamente dovranno essere trovati nuovi equilibri sia in fase difensiva sia in fase offensiva ma l'obiettivo di tutti è di arrivare pronti ai play off e terminare la stagione solo a Giugno inoltrato, magari con un anello commemorativo.

Le 82 partite di regular season sono un transito necessario per arrivare al momento cruciale della stagione, e seppur al momento la squadra non stia esprimendo un gioco scintillante, anzi, siamo solo all'inizio. 7 gare di 82.

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