In Canada molte delle speranze per questa stagione sono in mano ai nostri talenti italiani…
Tutto ebbe inizio quella fatidica notte del 28 giugno 2006, ormai più di tre anni or sono. Le voci che circolavano nei giorni precedenti erano parecchio contraddittorie, si parlava della possibilità che, per la prima volta nella storia della NBA, un europeo venisse chiamato con la prima scelta assoluta al Draft; ma anche i più fiduciosi, probabilmente, nutrivano grandi dubbi.
A smentire quella fiumana di voci che si rincorrevano, arrivava dall'America la classica velina, secondo la quale al 90% i Toronto Raptors, detentori della prima scelta, avrebbero selezionato l'ala da Texas University LaMarcus Aldridge, proveniente da una stagione strepitosa in cui aveva messo a referto oltre 15 punti, 9 rimbalzi e 2 stoppate, e nominato Difensore dell'Anno della BIG 12.
Tutti questi pettegolezzi si rivelarono presto infondati. Infatti, Colangelo, dopo aver nominato come vice-presidente del team Maurizio Gherardini, ex GM, nonchè plenipotenziario della Benetton Treviso, decise di utilizzare la sua chiamata per acquisire i diritti su un giocatore italiano alto 2 metri e 13 centimetri, che aveva appena trascinato la squadra veneta grazie al suo mortifero tiro da oltre l'arco ad uno scudetto storico contro la Fortitudo Bologna.
Il Mago, al secolo Andrea Bargnani è diventato così il primo giocatore proveniente dal Vecchio Continente a ricevere l'onore di essere stato il nome con cui si è aperta la selezione dei giocatori al Madison Square Garden di New York quella notte di inizio estate.
Da allora molto è cambiato, sia di qua che al di là dell'oceano. Il numero di appassionati nel nostro paese si è esponenzialmente innalzato, stravolgendo le abitudini nazionali di centinaia di migliaia di baskettofili, fermi davanti allo schermo nelle ore più tarde della notte per vedere come si comportava il loro compatriota.
Negli Stati Uniti ci si è accorti che il Made in Italy non è certo merce di qualità inferiore rispetto alle grandi potenze slave, russe e spagnole, permettendo così l'ingresso nei due anni successivi di altrettante stelline del nostro campionato: con la numero 18 infatti, nel 2007 venne scelta, dai Golden State Warriors, la guardia proveniente dalla Fortitudo Marco Belinelli, mentre lo scorso anno la chiamata numero 6 dei New York Knicks fu spesa per il figlio del grande Vittorio, Danilo Gallinari.
La prima stagione del Gallo è stata contrassegnata da un grave infortunio che non gli ha permesso di scendere in campo per quasi 60 delle 82 partite di stagione regolare. Anche il Mago ha avuto qualche problema di carattere fisico nell'ultima annata, ma ha dimostrato nel finale di regular season tutto il suo valore, facendo lievitare notevolmente le sue cifre. Il tiratore da San Giovanni in Persiceto invece, non ha risentito di particolari problemi fisici, è dovuto però sottostare alle angherie di un allenatore che non gli ha mai permesso di mostrare a tutti il talento di cui dispone.
Così, appena si è presentata l'occasione, ha preparato le valige in tutta fretta ed ha colto l'opportunità di andare a giocare con il suo compagno di Nazionale, Bargnani, in una città non certo affascinante come San Francisco ma dove rinascere cestisticamente al più alto livello possibile. A Toronto si è così (ri)formata la coppia guardia-centro su cui così in tanti avevano fantasticato una volta giunti entrambi nella Lega e di cui ci si era solo gustati un leggero antipasto in con la maglia azzurra, nel tentativo di qualificare il team di Recalcati agli Europei.
Quell'esperienza non si è dimostrata certamente positiva: infatti il lungo romano non si è mai integrato in un sistema di gioco che non aveva schemi ben definiti e giochi strutturati, trovandosi così palesemente spaesato nel momento in cui gli veniva affidata la boccia in mano e chiesto di risolvere situazioni anche spesso complicate. Il Beli ha invece mostrato il solito repertorio di triple e buone giocate, a cui però non ha aggiunto quella dose di leader-ship con cui avrebbe dovuto e potuto trascinare la squadra.
In Canada credono davvero che questa coppia di giovani talenti possa fare le fortune nei prossimi anni della loro franchigia: in estate è stato allungato il contratto al Mago, fresco firmatario di un accordo quinquennale da 50 milioni di dollari che inizierà a percepire dal 2011.
Con questo gesto significativo, si è voluto blindare quello che è ritenuto a buon diritto il giocatore-franchigia, la pietra angolare sulla quale basare le sorti della squadra; un segnale forte anche allo stesso Chris Bosh, deciso ad esplorare il mercato dei free-agent a fine anno, in cerca di una compagine più vincente rispetto a quella canadese.
La crescita del centro titolare della Nazionale italiana è riscontrabile anche nelle cifre: al suo ingresso nella Lega, Andrea ha mantenuto una media di 11,6 punti segnati e 3,9 rimbalzi, l'anno successivo, il peggiore da quando è all'interno della NBA, ha avuto una lieve flessione sia per quanto concerne i punti segnati (10,2 ppg) che per i rimbalzi catturati (3,7 rpg).
Nell'ultima regular season, in particolare nel finale di stagione, ha finalmente mostrato all'America l'infinito arsenale offensivo di cui dispone, facendo innalzare l'ammontare dei punti segnati ad un ottimo 15,4 ppg e mostrandosi più incisivo a rimbalzo, raggiungendo quota 5,5 rpg.
Il definitivo salto di qualità passa sicuramente da una maggiore presenza sotto le plance, elemento essenziale per un lungo della sua altezza, ed ad una maggiore dedizione difensiva: a questo proposito si è espresso anche il nuovo preparatore atletico della franchigia canadese, l'italiano Francesco Cuzzolin: "Deve migliorare molto quella che è la sua forza e il suo centro di gravità , perché deve difendere contro giocatori più pesanti di lui e più bassi di lui. È un lavoro che ha bisogno di tempo e speriamo che prima o poi i miglioramenti vengano fuori. Questo secondo me gli darebbe anche un grosso vantaggio dal punto di vista della sua aggressività . Una volta che senti che fisicamente riesci ad avere urto, riesci ad avere impatto hai un approccio diverso. Gli esercizi adatti sono tutti quelli che gli permettono di lavorare su un centro di gravità più basso rispetto a quello che utilizza adesso."
Marco, invece, si sta inserendo ancora nei piani di gioco di coach Triano, che sembra però intenzionato a dargli lo spazio che si merita: importante per lui è capire che non deve limitarsi ad essere unicamente una guardia tiratrice, un giocatore monodimensionale a cui passare la palla solo sugli scarichi, ma migliorare il suo ball-handling e la visione di gioco, insomma le classiche doti di play-making, in modo da renderlo un'arma tattica devastante.
Grazie alla sua capacità di prendere un tiro da qualsiasi posizione del campo, è pericolosissimo sul pick&roll, soprattutto se giocato con un centro atipico come il Mago: nel caso le difese avversarie decidessero di passare dietro il blocco, il Beli potrà facilmente scoccare il suo tiro da dietro l'arco, se invece cercassero di stare a contatto, dovrà essere bravo a battere l'uomo dal palleggio (aspetto del gioco su cui deve ancora migliorare).
Quando sarà invece costretto a scaricare la palla al bloccante, troverà un giocatore come Bargnani che può punire sia da dietro l'arco che in penetrazione. Potenzialmente, potrebbero trasformarsi in un dinamic-duo davvero interessante, starà a loro trovare quella chimica di gioco ideale utile a scardinare le difese avversarie.
Riguardo allo stato di forma del nuovo arrivo in casa Raptors, Cuzzolin ritiene che non sia ancora al massimo della brillantezza, il cosiddetto "top-shape", ma ha anche notato la completa disponibilità del ragazzo ad allenarsi anche nei giorni di riposo per raggiungere al più presto la condizione fisica ideale.
Le motivazioni per i nostri due italiani in Canada sono alle stelle, il Mago infatti deve mostrare a tutto il mondo che la cifra firmata sul suo contratto è più che giustificata e non sarà il classico giocatore ammazza salary-cap, il Beli, partendo da 0, come il suo numero di maglia, cercherà di provare che, all'interno di questa Lega, lui ci può giocare ed aspirare, forse un giorno, ad un ruolo da protagonista.