Pacers pronti per l’inizio

Roy Hibbert, il vero ago della bilancia per la stagione dei Pacers?

La stagione 2005/2006 per i Pacers è ricordata come l'ultima conclusasi con l'accesso nei playoffs. Non furono dei playoffs esaltanti, infatti Indiana uscì all primo turno contro i Nets perdendo la serie 4-2, nonostante la vittoria in gara 1. Era una squadra diversa, in quei Pacers c'erano ancora Jermaine O'Neal e Jamaal Tinsley, c'era anche un Peja Stojakovic arrivato da qualche mese (e subito congedato) ma c'era soprattutto Danny Granger, in quell'anno una matricola.

Granger era alla prima apparizione nei playoffs, imbottito di responsabilità  non giocò una grandissima serie, ma adesso tutto è cambiato. Granger è uno dei migliori giocatori nella lega, l'unico ad essere migliorato vistosamente di stagione in stagione, le speranze di Indiana quest'anno passano principalmente da lui.

Siamo fuori da troppo tempo, specialmente se pensiamo a quello che questa squadra aveva fatto nei 15 anni precedenti“, ha detto il giocatore. Questo è l'ultimo anno di un progetto triennale cominciato con l'approdo a Indianapolis di coach Jim O'Brien, a cui è stato rinnovato il contratto di un anno proprio per dargli fiducia, ciò non esclude che la sua panchina non sia in discussione, specialmente se, come sembra, Larry Bird lascerà  a fine anno.

Per raggiungere la post-season, coach O'Brien ha espresso i suoi concetti fin dal primo giorno del training camp, le priorità  saranno la pressione difensiva e la circolazione della palla in attacco. Proprio per questo sono stati presi giocatori che si inquadrano in questo contesto nuovo, visto che Indiana da un paio di stagioni, se è vero che segna molti punti è altrettanto vero che la difesa non è stata all'altezza.

Tutti i giocatori convocati per il training camp hanno qualcosa da dimostrare, da chi come Roy Hibbert e Brandon Rush cercano l'exploit a chi invece è arrivato alla fine per cercare di impressionare il coach e guadagnare un contratto come Rod Benson, Lawrence Roberts e Demetris Nichols.

C'è ad esempio Dahntay Jones che è stato acclamato come l'uomo che serviva a questa squadra viste le sue qualità  come difensore individuale. Insieme a Rush battaglieranno per avere il posto di guadia titolare, aspettando il rientro di Dunleavy, out almeno fino a dicembre.

Non si esclude però che i due possano giocare assieme. “Penso che giocheremo molto insieme” – ha detto Rush – “Ci saranno situazioni in cui Granger farà  la power forward con me da ala piccola e Dahntay da guardia“. Probabile.

E' vero però che la scelta di O'Brien per questo ruolo sarà  data da questioni tecniche. Jones è un difensore per definizione fin dai tempi di Duke come dice lui stesso, “capisci dopo un pò che quando ci sono così tanti realizzatori nella tua squada, chiunque può mettere punti, per questo hai bisogno di fare qualcosa per distinguerti e così ho imparato a giocare in difesa“, mentre da Rush ci aspetta un altro tipo di gioco, più basato sul talento.

I tifosi dei Pacers firmerebbero per avere un Rush sui livelli delle ultime 13 partite della scorsa stagione quando mantenne 17 punti di media. “Se lui gioca come ha fatto nell'ultimo mese, saremo veramente una buona squadra” – ha sottolineato Granger – “Segnava, difendeva, ha giocato veramente alla grande“.

C'è anche un'altra questione, che è quella della PG. Avendo perso Jack, Indiana si riaffida nuovamente a T.J. Ford, un giocatore discontinuo nella passata stagione ma che sa di aver comunque appreso qualcosa dal sistema di coach O'Brien.

Proprio il coach vuole che Ford segua la scia del compagno Granger che, al primo anno, non aveva del tutto assimilato i principi fondamentali di questo gioco per poi diventare padrone dello stesso, a suon di grandi prestazioni. “Il primo anno Granger non è stato molto continuo con il tipo di gioco che facevamo, lui è cresciuto fra il primo e il secondo anno” – ha sottolineato O'Brien – “Danny ha imparato il modo di segnare, come sfruttare il sistema di gioco a seconda delle sue caratteristiche. Voglio vedere lo stesso sviluppo da T.J.“.

Ford dovrà  in un certo senso snaturarsi, l'anno scorso non lo ha fatto e i risultati sono chiari: 18-31 con lui in quintetto base, 16-9 senza di lui. “Sto cercando di capire bene il nostro attacco, l'anno scorso sono stato discontinuo proprio per questo motivo” - ha detto Ford – “Ho un buon feeling con i compagni e farò tutto il possibile per portare questa squadra nei playoffs“.

C'è ottimismo in un certo senso su Ford. “Ho sempre pensato che T.J. può essere molto più pericoloso tenendo meno la palla in mano, facendola girare, giocare pick and roll” - ha dichiarato Bird – “Penso abbia imparato questo, io non ho dubbi che farà  una grande stagione“.

Se possiamo benissimo inserire Ford alla voce "voglia di riscatto" ci aggiungiamo senza dubbio l'ultimo arrivato, Luther Head, desideroso di dimenticare l'ultima annata passata fra Houston e Miami con una mano rotta, dopo aver giocato delle ottime stagioni negli anni precedenti.

L'intenzione di Bird era quella di arrivare al training camp con 14 giocatori sotto contratto ma l'occasione era ghiotta. “Era difficile lasciarselo scappare” – ha detto Bird – “Lo seguivamo da due anni, penso sia un giocatore che può darci qualcosa di buono“.

Non bisogna dimenticare che un paio si stagioni fa Head manteneva 11 punti di media in una squadra da playoffs come Houston e l'infortunio di Dunleavy potrebbe essere l'occasione per qualche opportunità  da sfruttare. “Penso che la difesa è ciò che posso mettere sul parquet. Non cercherò di prendere molti tiri, c'è già  gente che può farlo e che sa segnare, per questo cercherò di guadagnare minuti in campo grazie alla difesa“. Ha fatto sapere il giocatore.

Difesa ma anche tiro da fuori, specialità  di Head che piace molto a coach O'Brien oltre ad altre qualità . “Non è una vera e propria point guard ma può sicuramente darci qualche buon minuto in quella posizione” – ha detto O'Brien – “A lui piace il nostro modo di giocare e ha la reputazione di essere un giocatore di carattere e con grande etica lavorativa“.

Cosa aspettarsi invece dal settore lunghi? Roy Hibbert vuole caricarsi i Pacers sulle spalle per quanto riguarda la presenza in post basso, vuole giocare con continuità  senza cascare nel problema dei falli. Non sarà  facile ma c'è tanta fiducia sulle sue potenzialità .

I due rinforzi Solomon Jones e Tyler Hansbrough cercheranno di dare una mano sotto. Il primo vuole mettere in mostra il suo atletismo mentre il secondo parte in handicap, non avendo potuto disputare il training camp a causa di un problema ad uno stinco, lo stesso che gli aveva dato problemi ai tempi di North Carolina.

Jones è principalmente un'atleta, sa correre e stoppare, non è un mostro della tecnica sicuramente. “Penso che ci farà  comodo” – ha detto Foster – “Non so quanto giocherà , lo deciderà  il coach ma è sicuramente il nostro miglior stoppatore nonchè il più atletico nella posizione di centro“.

Proprio Foster sarà  colui che da più esperto del gruppo nonché veterano della squadra, sarà  da esempio per i giovani cercando anche di essere importante per il gruppo, che l'anno scorso si è dimostrato molto unito e compatto a differenza degli anni precedenti.

Questa che sta per cominciare sarà  la 10° in maglia Pacers per Foster. “Sono l'anziano di questa squadra, sento di essere il giocatore fondamentale per il nostro spogliatoio“.

O'Brien conta molta sull'esperienza di Foster. “Jeff è un grande modello di esempio per i big men come Solomon, Roy e Josh McRoberts” – ha affermato coach O'Brien – “Abbiamo bisogno di leadership in campo dai nostri veterani, e Jeff rientra fra loro“.

Fra i giovani c'è appunto anche Josh McRoberts che nella preseason si è mostrato decisamente in forma e con molta più personalità  rispetto ad un anno fa, facendo vedere atletismo e qualche bella schiacciata in transizione, oltre a diverse stoppate e qualche buon tiro.

Nonostante ciò, obiettivamente, non si sa quanto spazio potrà  avere McRoberts in questa stagione. “Deve continuare a migliorarsi” – ha detto O'Brien – “Ha molta competizione per giocare molti minuti“, ma da serio professionista mostrerà  il suo attaccamento alla maglia. “Farò qualsiasi cosa per dare una mano a questa squadra” – conferma McRoberts – “Amo essere qui a Indiana, chiaramente tutti vorrebbero giocare 48 minuti, ma capisco la situazione. Accetterò qualsiasi ruolo mi sarà  dato“.

Chi avrà  sicuramente un minutaggio importante è Troy Murphy, reduce da una grandissima stagione a livello personale, l'unico nella storia della NBA ad essere stato fra i migliori 5 nei rimbalzi e nel tiro da 3 contemporaneamente. Roba da recordman, così come le 48 doppie-doppie collezionate, record di franchigia, appunto.

O'Brien gli chiede ovviamente un sacrificio in difesa, cosa che non ha visto nella fase finale della stagione. “Quando hai queste qualità  in attacco e difendi come lui ha difeso nei primi quattro mesi della stagione, starai sempre in campo“. Le parole di O'Brien.

Sperando anche in un rientro positivo da parte di Mike Dunleavy, i Pacers vogliono rientrare prepotentemente nei posti dove questa squadra deve stare.

Si comincia questa notte in casa di Atlanta, dopo partite casalinghe contro Miami e Denver, trasferta a New Yoek e di nuovo alla Conseco Fieldhouse contro i Wizards.

Pre-Season fra luci e ombre

I Pacers finiscono la loro pre-season con un record negativo, 3 vittorie e 4 sconfitte.

Qualcosa è piaciuta, qualche altra no, ma c'era da aspettarselo quando una squadra ha sei giocatori nuovi.

"Abbiamo fatto passi in avanti giornalmente, ma non sempre siamo stati continui nelle due fasi del gioco" – ha rimproverato O'Brien – "In qualche gara abbiamo pressato come vogliamo, in altre invece non mi è piaciuto come abbiamo giocato in attacco. Qualche volta invece abbiamo commesso troppi falli e perso la palla troppe volte".

Nel debutto casalingo contro Chicago arrivava una sconfitta per 104-95 in una partita in cui Roy Hibbert sembrava ancora una volta maledetto dalla sindrome dei falli, commettendo tre infrazioni di questo tipo nei primi cinque minuti. Incidente di percorso, Hibbert sarà  poi uno dei migliori in tutta la pre-season.

La prima vittoria arrivava in Cina, nella prima delle due partite giocate contro Denver. Un largo successo 126-104 con un Hibbert dominante che sfiorava la tripla doppia grazie a 20 punti, 11 rimbalzi e ben 8 stoppate.

Indiana conduceva anche di 26 punti e aveva nel ritorno sul parquet di Troy Murphy una grande spinta con 20 punti. Piaceva la difesa che concedeva all'attacco dei Nuggets neanche il 38% dal campo.

Denver si rifaceva nella gara successiva per 128-112, ma Indiana avanti anche di 11 lunghezze perdeva Granger nel momento migliore, buttato fuori per doppio fallo tecnico. Hibbert ancora una volta positivo con 21 punti.

Si tornava alla vittoria con i Rockets, 119-104, grazie ad un Granger in grande spolvero, autore di 22 punti in appena 18 minuti. Nelle passate pre-stagioni Granger non aveva mai brillato, preferiva non forzare, adesso ha deciso diversamente. “Penso sia la mia maturità ” – ha detto – “Ho visto la gara un pò meglio, ho visto che c'era la possibilità  di poter segnare, cosa che non facevo in passato. Comincierò la stagione ancora meglio“.

Granger tornava nella sue New Orleans nella partita successiva, realizzava 23 punti ma i Pacers perdevano 108-96 in un match in cui Ford metteva 22 punti.

Poche storie nella sconfitta a Orlando contro i Magic, 117-87 dove da segnalare c'erano solo i 14 punti realizzati nel primo tempo da Hibbert (alla fine 20) e i 15 rimbalzi di Murphy.

Bella vittoria nell'ultima partita, 114-112 sugli Spurs grazie all'intuizione del quintetto piccolo, con Granger autore di 29 punti, schierato da ala forte nel momento più importante della partita.

Indiana piange il suo owner Melvin Simon

Melvin Simon aveva 82 anni. Era nato nel Bronx, a New York, doveva aveva frequentato la Bronx High School e successivamente il City College di New York, dove si era laureato in contabilità .

Per Indiana, Simon non è stato solamente un proprietario, ma qualcosa di più. Tutto cominciò nel 1954 quando arrivò nell'Indiana dopo aver fatto parte dell'esercito.

Melvin era un caro amico. Penso sia una leggenda per questa città , non solo per la visibilità  che gli ha dato ma anche per questo che ha fatto per la gente, un esempio per l'America" – ha dichiarato Larry Bird – "Non era solo un proprietario, era il primo e il miglior tifoso dei Pacers, mancherà  a me e a tutta la famiglia dei Pacers“.

La passione per lo sport, in particolare il golf e il basket, appunto, lo hanno portato ad acquistare i Pacers nel 1983, insieme al fratello Herb. Un operazione importante perché in quel periodo c'era la seria possibilità  che i Pacers passassero a Sacramento.

Sotto il controllo di Simon, in questi 23 anni di gestione i Pacers sono andati ai playoffs per 17 volte, mentre in 6 occasioni hanno raggiunto la finale di conference. Una di queste raggiunte con coach Rick Carlisle che ha voluto far sapere che Indiana ha perso un grande uomo della sua storia.

Lodevoli gli interessi che aveva Simon non solo per lo sport, ma anche per l'arte e soprattutto il sociale. In prima persona si interessava di diversi problemi, proprio ultimamente aveva fatto aprire un centro per la ricerca sul cancro.

La NBA ha perso uno dei più rispettosi proprietari, nonché un grande amico. Mel e Herb Simon presero gli Indiana Pacers nel 1983 e sotto il loro controllo sono diventati una franchigia modello e una delle squadre con più successo" – le parole del commisisioner David Stern – "Ma il suo impatto va oltre il basket per le sue attività  nel sociale“.

Oltre 2000 persone erano presenti al funerale per l'ultimo saluto. Presenti diversi personaggi illustri, fra cui Bill Clinton che avuto molte parole di elogio per Simon, definendola una delle più brave persone che ha mai conosciuto.

R.I.P. Melvin, un milionario che non ha mai fatto pesare di esserlo.

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