Okafor sorride con la sua nuova maglia…
58"58"58"un numero che riecheggia da mesi nelle menti di noi poveri tifosi Hornets. 58 non è un numero qualunque. 58 è la peggior sconfitta casalinga della storia dei playoffs, sconfitta che è stata inflitta dai Nuggets in una gara 4 che ha sancito, anche prima della definitiva gara 5, la fine della stagione per i calabroni.
Quindi, bisogna ripartire da qui. Da un primo turno di playoffs che tutti si pensavano si sarebbe rilevato più equilibrato di quello che dicevano le teste di serie (2 per i Nuggets, 7 per gli Hornets) e che invece è stato probabilmente quello meno in discussione, nonostante l'illusoria vittoria in gara 3, prima della clamorosa debacle di cui sopra.
La dirigenza durante l'estate si è mossa per migliorare la squadra. Già questo di per sé basterebbe a fare notizia, perché a fine stagione gli Hornets si ritrovavano ad avere il più alto monte stipendi dell'intera NBA (qualcuno ha detto Peja?) ed i primi mesi di mercato sono stati all'insegna dell'immobilità assoluta per New Orleans.
La dirigenza espresse chiaramente la volontà di non effettuare mosse volte solamente a migliorare la squadra dal punto di vista tecnico, ma anche (e soprattutto, aggiungerei io) tenendo sempre un occhio puntato al bilancio ed alla volontà di abbassare il monte stipendi e di conseguenza la luxury tax.
La vera notizia, è che sembrano esserci riusciti. Hanno effettuato scambi e cessioni molto oculati, ma che sembrerebbero sulla carta aver migliorato la squadra, dandogli in primis maggiore profondità , una delle pecche della scorsa stagione, ed avendo abbassato di qualche milione il monte stipendi, soprattutto in ottica futura.
Conference: Western Conference
Division: Southwest
Arrivi: Emeka Okafor (Bobcats), Darius Songaila (T'Wolves), Ike Diogu (Kings), Bobby Brown (T'Wolves).
Partenze: Tyson Chandler (Bobcats), Rasual Butler (Clippers), Antonio Daniels (T'Wolves).
Scelte al Draft: Darren Collison (UCLA), Marcus Thornton (LSU).
Probabile Quintetto Base
PG: Chris Paul
SG: Morris Peterson
SF: Julian Wright
PF:David West
C: Emeka Okafor
ROSTER
Guardie: Bobby Brown, Devin Brown, Darren Collison, Chris Paul, Morris Peterson, James Posey, Marcus Thornton
Ali: Ike Diogu, Darius Songaila, Peja Stojakovic, David West, Julian Wright
Centri: Hilton Armstrong, Sean Marks, Emeka Okafor
HEAD COACH: Byron Scott
COMMENTO
Estate dunque che alla fine si è rilevata più movimentata del previsto. Dentro Collison e Thornton dal draft, via Chandler per Okafor, preso Diogu dai free agent, via Rasual Butler ai Clippers in cambio di una seconda scelta 2016, via Daniels ed una seconda scelta 2014 ai T'Wolves in cambio di Songaila e Bobby Brown.
Cominciamo analizzando il draft: due buone scelte quelle degli Hornets. Darren Collison sarà il back – up di Paul, e nei suoi anni a UCLA ha probabilmente mostrato di essere uno dei giocatori più maturi di questo draft e già pronto per dare il suo contributo. Thornton, scelto al secondo giro nonostante qualche mock lo desse più in alto, è un prodotto locale (viene infatti da LSU) ed anche lui sembra pronto a dare un contributo nella spot di guardia tiratrice che al momento non vede un giocatore sicuro di occupare il posto da titolare.
Passiamo poi allo scambio più importante dell'estate per gli Hornets, sia per i valori tecnici che per quelli economici. Chandler ai Bobcats, percorso inverso per Emeka Okafor. Tutti sappiamo come è andato a finire il tentativo di cedere Chandler ai Thunder nel mese di Febbraio. Era quindi chiaro che la dirigenza avrebbe cercato in ogni modo di cedere il giocatore, dopo averlo messo in mostra sano (più o meno") per il resto della scorsa stagione.
La condizione fisica dunque è stato sicuramente uno dei fattori determinanti nel definire questo scambio per la dirigenza Hornets: Okafor negli ultimi due anni non ha saltato nemmeno una partita. Inoltre Okafor ha un contratto che per i prossimi due anni è di circa un milione inferiore rispetto a quello di Chandler che scade nel 2011. Il peso del contratto di Okafor sta nella durata (arriva a prendere 14 milioni e mezzo nel 2014), ma una volta che scadranno i contratti di Stojakovic, Peterson e Songaila nel 2011 liberando circa 27 milioni di cap gli Hornets si ritroveranno con gli uomini chiave sotto contratto (Paul, West e Okafor) ed un discreto margine per manovrare sul mercato.
Questo scambio rende gli Hornets una squadra migliore? Difficile dirlo prima del verdetto del campo. Sicuramente dà alla squadra una dimensione diversa. Chandler in attacco si limitava a raccogliere gli alley-oop di Paul o a segnare su rimbalzo d'attacco ed era praticamente incapace di crearsi un tiro da solo.
Okafor invece potrà dare un contributo maggiore da questo punto di vista: è sicuramente meno atletico di Chandler, quindi con buona pace degli spettatori della New Orleans Arena il numero di alley-oop e di schiacciate spettacolari diminuirà sensibilmente. Ma due punti sono due punti, ed Okafor ha un tiro dalla media discretamente mortifero che potrà sfruttare durante la stagione.
Difensivamente, Okafor è un buon stoppatore, nonostante renda qualche centimetro a Chandler. Si dice che abbia sempre sofferto i big man come Howard o Shaq, ma chi tra gli altri lunghi NBA non li soffre davvero? Quindi, al campo rimarrà l'ultimo verdetto, ma se Okafor riesce a rimanere sano anche per questa stagione questo potrà già essere classificato come un buono scambio per gli Hornets.
Come detto, la dirigenza Hornets ha subito fatto capire che ben più di un occhio sarebbe stato dato al bilancio nell'operare sul mercato in estate. Ed è in questa ottica che va letta la cessione di Rasual Butler ed il suo contratto in scadenza di 4 milioni. Gli Hornets sapevano che probabilmente le cifre a cui rinnovarlo sarebbero state ben superiori dopo l'ultima annata che è stata sicuramente la migliore della carriera di Rasual.
Quindi hanno preferito privarsene subito risparmiando nell'immediato, praticamente regalando Butler ai Clippers (in cambio è arrivata una seconda scelta del 2016), nonostante fosse il più papabile per partire titolare nel ruolo di guardia.
E' stata sicuramente una mossa che ha suscitato del malcontento all'interno dello spogliatoio, sia per la contropartita tecnica assolutamente inadeguata rispetto al valore del giocatore, sia perché Rasual era un ragazzo benvoluto da tutti, che era partito come 12° uomo della rotazione fino ad arrivare lo scorso anno a guadagnarsi il posto da titolare.
Uno di quelli maggiormente dispiaciuti dalla cessione di Butler è stato proprio Chris Paul: "Ad essere sinceri, questa cessione mi ha ferito. Rasual era mio amico, qualcuno a cui ero molto vicino. Lui e David West erano gli unici ad essere stati nella mia squadra tutti gli anni da quando sono un rookie" ha dichiarato CP3.
L'ultimo scambio in ordine temporale che ha visto protagonisti gli Hornets è quello che ha visto mandare in quel di Minnesota Antonio Daniels ed una seconda scelta 2014 in cambio di Bobby Brown e Darius Songaila.
Il contratto di Daniels ammonta a ben 6 milioni e 600 mila dollari e scade alla fine di questa stagione, il che lo rendeva automaticamente appetibile per quelle squadre che vogliono liberare cap. "Questa mossa ci da maggiore profondità nei ruoli di guardia e power forward" ha detto il GM Jeff Bower "Darius porta durezza ed esperienza per sostenere il nostro reparto lunghi. Conosciamo abbastanza bene Bobby da quando ha giocato la Summer League con noi e siamo contenti di aggiungere la sua velocità e capacità di segnare".
Come si presentano in definitiva gli Hornets ai nastri di partenza della nuova stagione? Sicuramente, New Orleans ha una squadra più profonda rispetto al passato. Per ogni ruolo ha almeno 3 giocatori che possono dare il loro contributo per qualche minuto.
Come playmaker, dietro ovviamente a Chris Paul, ci sarà quasi sicuramente Collison che ha fatto vedere buone cose durante la Summer League. Coach Scott ha espresso la sua volontà di far giocare Paul qualche minuto meno durante la regular season (38,5 di media l'ultima stagione). Dopo Collison, anche Bobby Brown, che con la sua velocità e capacità di segnare potrà tornare utile nei momenti di sterilità offensiva tipici della scorsa stagione quando giocavano le seconde linee.
L'incognita rimane il ruolo di guardia tiratrice: chi partirà titolare? Saranno probabilmente in due a giocarsi il posto: Mortis Peterson e il rookie Marcus Thornton. Probabile che all'inizio sia Peterson lo starter, per poi avvicendarsi lungo la stagione se Thornton continuerà a far vedere le buone cose mostrate finora. Dietro di loro, anche Devin Brown, che farà fatica a rientrare nei 12 convocati per le partite, oltre sicuramente a qualche minuto tattico giocato da Posey.
La novità più importante riguarderà probabilmente lo spot di ala piccola: in una recente intervista Scott ha espresso la volontà di far partire Julian Wright da titolare e mantenere Peja come bocca di fuoco dalla panchina, assicurandogli comunque un alto minutaggio. Juju è definitivamente chiamato al salto di qualità che tutti si aspettano ormai dall'anno scorso. Se ci riuscirà , sicuramente il ruolo di starter rimarrà suo per molto tempo. Ovviamente anche James Posey riceverà un adeguato minutaggio, probabilmente diviso tra il ruolo di guardia e quello di ala.
Il reparto lunghi è quello che esce risulta maggiormente modificato rispetto alla scorsa stagione. Dati i due punti fermi, che sono David West in ala grande ed Okafor come centro, il reparto è sicuramente migliorato nella sua profondità .
Ad uscire dal pino ci sono Ike Diogu, ragazzo che ha sempre mostrato ottime capacità ma che non ha mai ricevuto una vera occasione, che verosimilmente agirà da cambio di West e il lituano Songaila, che dopo gli anni ai Wizards ha mostrato di poter giocare anche da centro nonostante gli manchi qualche centimetro per la media del ruolo.
Infine, a completare il roster abbiamo "Kiwi" Sean Marks, rifirmato per un altro anno dopo la positiva scorsa stagione e "Paris" Hilton Armstrong, che diventerà l'addetto ufficiale a sbandierare gli asciugamani se non mostrerà un po' di durezza in campo.
Il leader della squadra, Chris Paul, ha fissato gli obiettivi della stagione: "Nella stagione da rookie, volevo essere nominato Rookie of the Year; poi essere un all star, essere inserito nel primo quintetto NBA e nel primo quintetto difensivo. Sono tutte cosi in cui sono riuscito. In questa nuova stagione, niente di tutto ciò è il mio obiettivo. Il mio unico obiettivo è quello di vincere il titolo".
Sempre Paul ha anche individuato un aspetto su cui la squadra deve migliorare: "Penso che tutti noi abbiamo bisogno di un maggiore istinto da killer. E' qualcosa di cui abbiamo parlato durante il training camp".
Quali sono le concrete possibilità di vincere il titolo per gli Hornets? Praticamente nulle. Ma la squadra si sta muovendo nella giusta direzione, effettuando degli innesti sensati senza svenarsi economicamente. Se riesce a mantenere intatto il nucleo base ed effettueranno delle buone manovre quando i contratti di Peja e Mo Pete scadranno, allora si potrà cominciare a parlare di contender.
Personalmente ritengo che l'obiettivo massimo siano le finali di conference, con un po' di fortuna negli abbinamenti, ma appare difficile competere contro la corazzata Lakers.
Per concludere, due parole su Coach Scott. In una recente intervista, ha dichiarato di non essere minimamente preoccupato della sua situazione contrattuale (dopo 5 stagioni agli Hornets, questo è il suo ultimo anno di contratto, a 5.5 milioni). Byron, ascolta un amico: se i risultati non sono quelli desiderati, avrai ben donde di essere preoccupato"