Nash e Hill sono i veterani chiamati ad essere i leader di una squadra ringiovanita dopo la partenza di O'Neal.
L'esperimento Terry Porter è finito male, con la ricomparsa del Run'n'gun agli ordini di Alvin Gentry, ex-assistente di D'Antoni.
Col ritorno alle origini si sono visti dei Suns più frizzanti e vincenti, anche se l'infortunio di Stoudemire ha impedito alla squadra dell'Arizona di raggiungere i Playoff per la prima volta in cinque anni. Shaquille O'Neal è stato vittima inevitabile di questo revival. Troppo lento e troppo vecchio per stare dietro a Nash e Stoudemire che adesso, senza il grosso centro, partito per la fredda Cleveland, correranno più che mai.
L'economia è stata l'altra grande ragione della partenza di Shaq, scambiato per Ben Wallace e Sasha Pavlovic, entrambi tagliati per risparmiare qualche milione di dollari. La situazione finanziaria della franchigia non ha nemmeno permesso investimenti considerevoli. Oltre all'arrivo dei due rookie: Earl Clark e Taylor Griffin, infatti, l'unico altro arrivo è stato quello di Channing Frye, ex Blazer e Knick.
Le notizie forse più importanti sono stati i rinnovi di Grant Hill, rimasto nella Valle del Sole nonostante avesse un'offerta molto più corposa dei Celtics e quello di Steve Nash, che ha preferito rimanere alla squadra che l'ha portato a vincere due MVP consecutivi piuttosto che chiedere uno scambio per andare ad una contender.
Visti i pochi cambi sostanziali, la grande speranza è che il rientro di Stoudemire e il rinnovato atteggiamento offensivo riportino i Suns a lottare per i playoff, ma sarebbe molto ottimista vederli come "contenders" sin dal primo giorno anche se il coach Alvin Gentry non è d'accordo: "Noi sentiamo di potercela giocare contro qualsiasi squadra. Sarebbe un errore non pensarla così". Sarà il tempo a dirci se Gentry è troppo ottimista oppure no.
Conference: Western Conference
Division: Pacific Division
Arrivi: Channing Frye (Portlan Trailblazers).
Partenze: Shaquille O'Neal (Cleveland Cavaliers), Matt Barnes (Free Agent), Stromile Swift (Free Agent).
Rookie: Taylor Griffin, Earl Clark.
Probabile quintetto base
Playmaker: Steve Nash
Guardia: Jason Richardson
Ala piccola: Grant Hill
Ala grande: Channing Frye
Centro: Amaré Stoudemire
Roster
Guardie: Leandro Barbosa, Goran Dragic, Steve Nash, Jason Richardson.
Ali: Louis Amundson, Earl Clark, Jared Dudley, Taylor Griffin, Grant Hill, Amaré Stoudemire, Alando Tucker.
Centri: Channing Frye, Robin Lopez.
Head coach: Alvin Gentry
Commento
Il modo migliore per descrivere la situazione attuale dei Suns è dire che si trovano in un limbo. La partenza di O'Neal e i ripetuti tentativi di scambiare Stoudemire potevano indicare un'intenzione di ricostruire e ripartire da zero, ma l'operazione è rimasta a metà con i rinnovi di Nash e Hill e la permanenza di Stat.
Il roster perlomeno è ringiovanito con l'arrivo di Clark, Griffin e Frye. Soltanto Richardson, Nash e Hill hanno più di 28 anni. Le ragioni della mancata rivoluzione sono numerose. La prima di tutte è che la società non poteva e non voleva concedersi una stagione da lotteria e 30 vittorie perché la scelta al primo round del prossimo draft finirà ad Oklahoma City, grazie al famoso scambio di Kurt Thomas quando i Thunder erano ancora i Sonics.
Un altro motivo di peso è stata la volontà di tornare a scommettere sul gioco spettacolare che perlomeno porterà più fan, e di conseguenza più soldi in biglietti, allo US Airways Center, un palazzetto abituato a vedere gioco veloce e tanti punti segnati.
D'altro canto però, la mezza rivoluzione non sembra dare alla squadra una grande chance di vincere l'anello, anzi, forse converrebbe abbassare le aspettative e puntare semplicemente a tornare ai Playoff.
Senza Shaq dominare i tabelloni e prendere rimbalzi torna ad essere il problema numero uno di una squadra che come centri presenta Robin Lopez e Channing Frye. Il primo è ancora un'incognita, capace di dominare la prima partita di Summer League ed essere inguardabile nelle restanti. Il secondo è un "veterano" (le virgolette sono d'obbligo visto che questa sarà la sua quinta stagione nella lega) che non si è mai contraddistinto per la sua capacità a rimbalzo anche se due anni fa, quando giocava da centro, ne collezionava 6.1 in 24 minuti e mezzo, una media che lo porterebbe a prenderne circa 8 giocando 30 minuti.
La risposta a questo primo grande punto di domanda potrebbe essere Stoudemire, altro giocatore che ha sempre faticato a dominare sotto i tabelloni, nonostante le indubbie e straordinarie capacità atletiche.
Un motivo per l'ottimismo è la sua voglia di far bene: l'estate prossima potrebbe scegliere di diventare Free Agent e può firmare un rinnovo durante la stagione se dimostra ai Suns di essere tornato ai livelli di due stagioni fa, quando venne incluso nel primo quintetto della lega. Quest'anno potrebbe essere l'ultima chance per il numero 1 dei Suns di dimostrare che può veramente essere un giocatore franchigia, capace di dominare anche in difesa oltre che in attacco.
Un altro giocatore che dovrà dimostrare molto sarà Jason Richardson, arrivato l'anno scorso insieme a Jared Dudley l'ex Warrior non ha lasciato un grande ricordo nella sua prima stagione. Anzi, lo si ricorda più per episodi spiacevoli sia sul parquet che fuori da esso (l'errore difensivo sulla tripla della vittoria allo scadere nella partita di Natale contro gli Spurs, la schiacciata a 360 gradi stoppata da LeBron, oppure l'arresto per guida in stato di ebrezza).
Secondo alcune voci i Suns hanno cercato di scambiarlo senza trovare nessun pretendente per un giocatore che ha sempre prodotto molti punti in squadre da lotteria e che, a questo punto della carriera, deve ancora dimostrare di essere capace di contribuire in una squadra con aspirazioni da titolo.
L'altro ex Bobcat, Jared Dudley, sarà invece uno dei protagonisti che partiranno dalla panchina. L'ala proveniente dal Boston College ha già dimostrato di essere uno di quei giocatori di cui qualsiasi squadra ha bisogno: ottimo difensore, buon tiratore, cerca sempre la giocata intelligente e fa sempre quello che gli chiede l'allenatore.
Saranno lui e Barbosa i leader di una panchina che Gentry cercherà di sfruttare al massimo, allungando la rotazione fino a 10 o 11 giocatori. "Vogliamo stabilire una certa identità per il gruppo di giocatori che parte dalla panchina - sosteneva il coach - dobbiamo creare un gruppo che sappia difendere bene ma che possa essere anche efficiente in attacco".
Dragic e Lopez, dopo una prima stagione altalenante, sono chiamati a contribuire in maniera decisiva. Al giovane sloveno, che aveva già mostrato segnali di miglioramento a partire dall'addio di Porter e la promozione di Gentry, toccherà di nuovo dare fiato a Nash, un compito che nessuno fin'ora è mai riuscito a svolgere a pieni voti. Lopez, con la partenza di Shaq, è l'unico centro vero e proprio rimasto nella rosa.
Il suo ruolo dipenderà tutto dagli eventuali progressi fatti quest'estate. Se continua a mostrare i problemi tipici dell'anno precedente (difesa sospetta e tendenza a fare falli molto in fretta) probabilmente perderà il posto di primo big man a partire dalla panchina in favore di Lou Amundson.
Il beniamino della tifoseria dei Suns ha sorpreso tutti l'anno scorso a base di tanto sudore e sacrificio. A quanto pare ha lavorato molto sul suo punto debole: il tiro. L'anno scorso la sua percentuale ai liberi era un quasi vergognoso 44%. Se riesce a migliorare questa cifra potrebbe godere di più minuti in campo per far rifiatare Frye e Stoudemire.
Il rookie Clark è un'altra incognita. Potenzialmente per molti esperti era un giocatore da top 5 nell'ultimo draft. Molti però mettono in dubbio il suo impegno, la sua voglia, definendolo un giocatore "a tratti passivo". Le sue caratteristiche, comunque, dovrebbero permettergli di adattarsi velocemente al gioco della squadra. Earl è infatti un ottimo passatore (è stato paragonato a Diaw), un buon rimbalzista (8.7 rimbalzi a partita l'anno scorso al college) e la sua altezza e la sua velocità lo rendono un giocatore ideale per correre insieme a Nash e soci.
Quello che, però, potrebbe dargli una vera possibilità di giocare molti minuti è la sua capacità di difendere qualsiasi posizione in campo. Lo staff tecnico dei Suns è rimasto impressionato dalla sua difesa uno contro uno sin dai provini precedenti al draft, in cui ha dimostrato di poter difendere altrettanto bene un'ala grande così come un playmaker. I Suns non avevano un giocatore con queste qualità difensive da quando Shawn Marion è finito in Florida.
Con queste premesse è difficile dire fino a dove possano arrivare i Suns quest'anno. Di certo aiuta non avere la pressione delle aspettative eccessive.
"Nessuno si aspetta niente dalla nostra squadra - dichiarava Barbosa al ritorno dal Brasile - A me va bene così. Possiamo dare qualche sorpresa".
Il ristabilimento del Run'n'gun può portare a qualche sorpresa visto che, almeno sulla carta, il quintetto base ha un talento offensivo quasi illimitato: tutti e cinque i probabili titolari sono eccellenti tiratori. Anche Frye, l'ultimo arrivato, dovrebbe trovarsi benissimo in un attacco che gli richiederà di stare sul perimetro e aprire il campo per i pick'n'roll di Nash e Stoudemire. La questione, come sempre, è se la difesa (soprattutto a rimbalzo) sarà abbastanza decente da poter permettere all'attacco di vincere le partite.
Insomma, niente più "eyes on the prize". Ma oltre alle aspirazioni da anello sembra che i Suns si siano lasciati alle spalle anche il cattivo ambiente dell'anno precedente, con la dubbia gestione dello spogliatoio di Porter, Shaq che chiedeva più palloni e un gruppo per niente unito.
Questo non può che essere, perlomeno, una ragione per sperare. Se non altro, dovranno pensare i tifosi dei Suns, quest'anno ci sarà da divertirsi.