I Phillies hanno una buona inerzia dalla loro dopo Gara3
Philadelphia avanti, grazie alla potenza del suo lineup ed alla solidità dei suoi lanciatori: tutto funziona, tutti fanno il proprio dovere e la sconfitta di gara 2 sembra quasi un incidente di percorso.
Los Angeles invece stenta: l'attacco è svanito, tra i partenti solo Padilla ha fornito una prestazione convincente ed il bullpen non è più impenetrabile come lo è stato per tutta la stagione.
Per quello che si è visto sinora, sarà un miracolo se i Dodgers potranno tornare a giocare a Los Angeles ma, in fin dei conti, sono sotto solo 2-1 e non è certo uno svantaggio incolmabile anche se le prossime due partite si giocheranno ambedue in casa dei Phillies.
Ma per capire meglio la situazione che si è creata occorre vedere nel dettaglio le tre gare sin qui disputate.
Gara 1 si apre nel segno dei Dodgers: nel secondo inning, Loney riesce a toccare duramente lo spauracchio Hamels, sinora nemesi assoluta per i losangelini.
Il solo shot del prima base porta avanti LA mentre sul monte Kershaw veleggia con sicurezza sino a tutto il quarto inning; qua accade l'imponderabile, ovvero il giovane pitcher sbanda vistosamente.
Un singolo di Ibanez che sfrutta poi un wild pitch per andare in seconda, seguito da una base gratis a Feliz: al piatto arriva Ruiz, che più e meglio di Hamels si trasforma quando affronta i Dodgers, e piazza un 3 run HR in esterno sinistro.
Il bullpen dei Dodgers è vuoto, talmente in controllo era parso Kershaw sino ad allora.
Invece inizia il panico: la base ball concessa ad Hamels in quattro lanci urla ai quattro venti che in una partita di playoff il pitcher va tolto ma Torre incredibilmente decide di lasciare Kershaw sul monte.
Il mancino ottiene due out ma, complici altri due wild pitch, si ritrova Rollins in terza base; segue un'altra base gratis ad Utley ma Torre persevera autolesionisticamente e Howard lo castiga puntualmente con un doppio da due punti.
Entra finalmente Troncoso e chiude l'attacco Phila limitando il passivo ai 5 punti che danno la svolta al match ma è incredibile la rinuncia di Torre all'uso dell'arma segreta dei Dodgers, arma che sinora era stata decisiva sempre: il bullpen.
La partita si decide qua anche se i Dodgers, squadra notoriamente "resilient" ed allergica alla prospettiva di arrendersi, provano in tutti i modi a tenerla aperta e ci riescono pure ma senza riuscire più a rovesciarla come hanno fatto molteplici volte in stagione.
Nel quinto riescono a portare a casa Martin dopo un suo doppio; Utley, su una difesa da doppio gioco che avrebbe chiuso l'inning, commette un errore che porta al piatto Ramirez il quale centra un 2 run HR che riporta i Dodgers sul 4-5.
Hamels esce, dopo una prestazione discreta ma non certo eccezionale, e i Dodgers riempiono le basi nel sesto senza riuscire a segnare; occasione persa perchè i Phillies invece non perdonano nulla.
Nell'ottavo entra Sherrill e concede due walks consecutive: il tempo di stupirsi che arriva Ibanez e trasforma immediatamente il tutto in tre punti con un homer.
Nuova mazzata e 8-4: veramente mortifero l'attacco dei Phillies che con sole otto valide segna otto punti, sfruttando le occasioni con sistematica precisione.
Quattro valide contro Madson invece fruttano solo due punti ai Dodgers, fissano il finale sul 8-6 e regalano l'ultimo brivido del match con Manny a battere con due uomini in base, ipotetico punto del sorpasso.
Stavolta Manny batte una grounder che Feliz addomestica facilmente e Lidge può chiudere il match l'inning seguente con qualche affanno ma con successo.
Phila sbanca Los Angeles e rovescia il fattore campo.
Se gara uno ha avuto tanti protagonisti, gara due ne ha visti alla ribalta solo un paio ma sono bastati a fornire uno spettacolo straordinario: sono Pedro Martinez e Vicente Padilla.
Il super veterano, ex Dodgers, lancia 7 IP ubriacando i battitori avversari e concedendo la miseria di due valide e nessuna base ball; incredibile a vedersi e pensare che quest'uomo è rimasto disoccupato ed in cerca di una squadra per più di metà stagione.
Un bombardamento di facili flyballs e pops ha bersagliato la difesa dei Phillies che non ha mai rischiato nulla finchè Pedro è rimasto sul monte.
Ancora più assurda la performance di Padilla: solo nell'ottavo inning si è trovato ad avere tre ball a carico contro un battitore, in quella che poi è divenuta l'unica base ball concessa (a Ruiz, ci mancherebbe….) a fronte di 6 SO e di una infinità di palle ai limiti della zona di strike.
Solo nel quarto inning Howard gli spedisce un ball esterno sulle tribune, molto più merito del poderoso slugger dei Phillies che demerito proprio ed attorno a quel punto Pedro costruisce un muro invalicabile per l'attacco Dodgers.
L'uscita di Padilla nell'ottavo, dopo 95 splendidi lanci e ricevendo una meritatissima ovazione dal pubblico, non provoca danni: entra Kuo ed innesca un doppio gioco che chiude la frazione.
L'uscita di Pedro invece è devastante per Philadelphia: entra Park, reduce da un ottimo inning in gara uno, e subisce subito due singoli da Blake e Belliard il secondo dei quali su un bunt mal difeso.
Torre gioca il tutto per tutto e mette Pierre per Blake, per sfruttarne la velocità ; Martin va al piatto e batte una grounder che Phila gira per un doppio gioco ma ancora Utley padella il lancio in prima consentendo a Pierre di segnare ed a Martin di arrivare salvo in prima.
Le panchine muovono le pedine e si ritrovano Eyre sul monte e Thome al piatto: valida del PH, seguita da una BB a Furcal che riempie le basi, stavolta regalata da Madson che, dopo aver uccellato Kemp per il secondo out, perde la partita con un'altra walk che Ethier, sempre decisivo, strappa al rilievo di Phila.
Un pop di Manny a basi piene chiude l'inning.
La rimonta di LA ed il pareggio nella serie viene messo al sicuro da Broxton con un nono perfetto.
Siamo 1-1.
Si va dunque ad assaggiare il freddo di Philadelphia in gara tre: Torre rilancia Kuroda mentre Manuel cala il suo asso, ovvero Cliff Lee.
Si può dire che il match finisce quasi prima di iniziare: Kuroda concede 4 runs nel primo inning con due singoli (Utley e Victorino) trasformati in punti dal triplo del solito Howard che, a sua volta, raggiunge casa base sul poderoso homer di Werth.
E non finisce qua: nel secondo inning Phila aggiunge altri 2 punti con Kuroda che lascia il monte (1,1 IP) per Elbert e Billingsley: quest'ultimo arresta per un po' il sanguinamento, per lo meno fino al quinto dove anche lui deve assaggiare l'amaro sapore delle mazze di casa e concedere ulteriori due punti per un parziale di 8-0.
Nel frattempo, Lee si diverte un sacco con i battitori di LA: con tutto quel run support, certamente esagerato per i suoi bisogni ma assolutamente gradito, l'asso di Philadelphia lancia 8 IP concedendo la miseria di 3 valide, nessuna BB e la bellezza di 10 SO.
Dominio assoluto sul monte ma, prima di uscire, Lee trova il tempo per produrre persino al piatto: un suo singolo, dopo una walk a Ruiz concessa da Belisario, diventa punto sull'home run di Victorino che fissa lo score sul pesantissimo 11-0.
Un massacro dunque, che lascia avvolte nella nebbia le speranze di LA ed illumina invece le prospettive di Philadelphia che avrà la possibilità di chiudere in casa la questione nelle prossime due gare.
Stanotte il duello vedrà Wolf per LA e Blanton per Phila ma la variabile più importante riguarda l'attacco dei Dodgers: o si ritrova oppure da Philadelphia i ragazzi di Torre non potranno uscire con un risultato positivo, indispensabile per cercare di tornare al Dodgers Stadium e tentare di raddrizzare la serie.