Deron Williams è chiamato ad una ulteriore crescita come leader della squadra…
Negli ultimi 3 anni gli Utah Jazz sono sempre stati un'ottima squadra, capace di arrivare ai play-off e di togliersi diverse soddisfazioni. Eppure, nonostante le buone prove fornite, i ragazzi di Jerry Sloan non sono mai sembrati veramente pronti per ambire al titolo.
La storia di solito insegna molto, e questo è uno di quei casi nei quali vale la pena di fare un passo indietro: come scordare gli splendidi play-off 2007 di Deron Williams e compagni, che riuscirono ad approdare alle finali della Western Conference prima di infrangere contro il muro dei San Antonio Spurs, futuri campioni NBA?
Quello sembrò il punto di partenza per un futuro ambizioso, in vista del raggiungimento di grandi traguardi. Ma anche nel 2008 i Jazz dovettero arrendersi, stavolta alle semifinali di conference, contro i Los Angeles Lakers, per poi uscire nuovamente (ma stavolta al primo turno) contro i giallo-viola nello scorso aprile.
Insomma, la squadra è andata peggiorando nei risultati, pur rimanendo invariata a livello di nomi. I giocatori più importanti, infatti, sono rimasti nello Utah dal 2007 ad oggi, così come è rimasto Jerry Sloan, saldamente alla guida della franchigia da 20 anni. La nuova stagione sta per partire, ma come si presentano i mormoni ai nastri di partenza? Scopriamolo insieme.
Conference: Western Conference
Division: Northwest
Arrivi: nessuno
Partenze: Morris Almond (Orlando Magic)
Scelte al draft: Eric Maynor
Probabile quintetto base
Playmaker: Deron Williams
Guardia: Ronnie Brewer
Ala piccola: Andrei Kirilenko
Ala grande: Carlos Boozer
Centro: Mehmet Okur
ROSTER
Guardie: Deron Williams, Eric Maynor, Ronnie Price, Ronnie Brewer, CJ Miles
Ali: Andrei Kirilenko, Kyle Korver, Matt Harpring, Carlos Boozer, Paul Millsap
Centri: Mehmet Okur, Kyrylo Fesenko, Kosta Koufos
HEAD COACH: Jerry Sloan
Commento
Come abbiamo visto la squadra è rimasta la stessa dell'anno scorso con in più Maynor, scelto al draft. I Jazz sono stati in assoluto la squadra che si è mossa di meno sul mercato, scegliendo di puntare su un gruppo solido e che ormai sta insieme da qualche anno.
Questo non vuol dire che da qui a febbraio non avverrà nessun cambiamento nel roster, però. Eh già , perchè la situazione relativa al secondo violino della squadra, Carlos Boozer, è in continuo aggiornamento, e un'eventuale trade che lo vedesse coinvolto potrebbe cambiare il volto della franchigia, in positivo o in negativo.
Boozer aveva la possibilità , quest'estate, di uscire dal suo contratto per diventare free agent. Al giocatore l'idea di andare in un team più competitivo non dispiaceva, ma evidentemente non è arrivata l'offerta giusta, dal momento che il numero 5 ha scelto di rispettare per un altro anno il suo contratto.
Contratto che, peraltro, è molto buono: 12 milioni e mezzo di dollari sono molti soldi, soprattutto se si considera l'ultima stagione del giocatore, vissuta tra alti e bassi. Per ora lui e i compagni dichiarano di essere felici di poter giocare insieme un altro anno, ma il rischio che CB5 possa essere ceduto c'è.
All'inizio del training camp tutti i suoi compagni si sono dichiarati molto felici di averlo ancora in squadra, e il clima che regna all'interno dello spogliatoio sembra buono. Inutile dire che sarà fondamentale, per il gruppo, rimanere unito nonostante questa situazione.
A gettare ulteriore acqua sul fuoco ci ha pensato il coach, Jerry Sloan, secondo il quale "Boozer sarà un giocatore importante per noi anche quest'anno. Ha avuto dei battibecchi con la società , ma anche Karl Malone li aveva eppure è rimasto con noi tanti anni ed ha sempre offerto un rendimento elevato".
A questo si aggiungono i problemi di Matt Harpring, ala 33enne e giocatore importante per la panchina dei Jazz. Harpring, a causa di un'infezione alla gamba destra e a dei problemi di lunga data al ginocchio, rischia il ritiro. Sicuramente non ce la farà a rientrare per il training camp né per le prime partite della regular season, ma il suo stop potrebbe addirittura essere definitivo.
Le prossime settimane saranno decisive: tra due mesi, a seconda delle sue condizioni fisiche, si avrà una maggiore chiarezza sulle possibilità di recupero e a quel punto si potrà dire se la sua carriera sarà finita oppure no. Inutile dire che la sua perdita sarebbe dolorosa per la squadra, visto l'ottimo apporto che il giocatore è sempre riuscito a dare con la sua energia e la sua fisicità .
Proprio gli infortuni rischiano di essere il fattore più limitante per i ragazzi di Jerry Sloan: la squadra è buona, e dal quintetto base alla panchina la qualità non manca. Ma abbiamo visto come, l'anno scorso, gli infortuni occorsi a Boozer, Okur, Williams e Kirilenko non abbiano permesso al collettivo di esprimersi al massimo delle proprie potenzialità .
Il punto è: anche se non dovessero verificarsi infortuni, Williams e compagni potrebbero puntare al titolo? Molto difficile. Al momento ci sono diverse squadre che, sia per talento che per esperienza, risultano superiori a loro.
E' anche vero, però, che nella Western Conference non sembrano esserci alternative credibili ai Lakers o agli Spurs. Nel caso una delle due dovesse fallire, ecco che Utah dovrà farsi trovare pronta ad inserirsi nella lotta, cercando di raccogliere il massimo.
La sensazione è che a questa squadra manchi ancora qualcosa per poter essere considerata al livello delle migliori. I principali problemi sembrano essere nel ruolo di guardia, con Ronnie Brewer che è un discreto giocatore ma niente più, e sotto canestro, dove manca qualcosa a livello difensivo, malgrado i grandi miglioramenti di Millsap che sarà sicuramente un giocatore importante.
E poi Kirilenko: il russo ha un talento sconfinato, ma il suo fisico reggerà per l'intera stagione? E soprattutto, troverà quella continuità che gli manca ormai da troppo tempo?
Insomma, tante certezze ma anche tanti dubbi attorno a questi Jazz…come al solito, solo il campo potrà dare le risposte.