Franchitti: stratega vincente

Il via della corsa di Homestead, ultima prova della stagione 2009 della Indycar Series

I campionati non sempre si vincono guidando al massimo, ma a volte si possono vincere anche alzando il piede. E' un modo elettrizzante per vincere un campionato, e un modo straziante per perderlo.

La strategia utilizzata da Dario Franchitti e dal team Ganassi gli ha permesso di rimanere in pista più a lungo dei suoi rivali, vincendo gara e campionato.

Ryan Briscoe ha fatto tutto quanto in suo potere: ha condotto la maggior parte dei giri in testa (103) e terminato davanti a Scott Dixon, che era leader della classifica. Ma non è stato sufficiente.

Briscoe è dovuto rientrare ai box per una veloce sosta a sei giri dalla fine, consegnando la leadership a Franchitti, che ha vinto per 4,788 secondi. Essendo Franchitti e Dixon compagni di squadra, il team ha potuto differenziare le due strategie.

Mentre Dixon battagliava con Briscoe per i due punti di bonus che vanno al pilota che conduce in testa il maggior numero di giri, Franchitti ha potuto tenere un ritmo costante e accorto che gli ha permesso di risparmiare carburante.

“Loro hanno fatto tutto bene e noi abbiamo fatto tutto bene, avevano solo diverse strategie in corso”, ha detto Franchitti. “Credo che li abbiamo sorpresi, e abbiamo anche avuto un pizzico di fortuna. È un onore vincere un campionato contro gente come quella che noi abbiamo in questa categoria.”

Lo scenario è stato reso possibile da un evento particolare: per la prima volta nella storia della Indycar (arrivata alla sua quindicesima stagione), una gara è stata completata senza intervento di bandiere gialle.

Briscoe ha dovuto anticipare leggermente la prima sosta a causa di problemi di guidabilità , rientrando ai box un paio di giri prima di Dixon e Franchitti.

“Ci siamo fermati un po' prima per il nostro primo pit stop”, ha ammesso il pilota del Team Penske. “Le gomme andavano male e nel finale del primo stint avevo cominciato a perdere la macchina. Ero davvero nei guai. Ero nel traffico e abbiamo scelto di anticipare la sosta di un paio di giri Questo ha finito per influenzare la nostra strategia per il resto della giornata.”

Più sorprendente è stato che Dixon, normalmente un maestro nel conservare carburante, ha seguito immediatamente Briscoe ai box. Con il campionato in lizza, Ganassi ha deciso di far seguire Briscoe a Dixon nella sequenza dei pit stop, e far correre Franchitti con il proprio ritmo.

In seguito Briscoe ha corso più forte che poteva per inseguire Dixon, ed alla fine i due hanno doppiato tutti gli altri piloti, a parte i tre contendenti al titolo.

“Probabilmente è stata la gara migliore che io abbia mai corso”, ha detto Briscoe. Anche Dixon è convinto di aver fatto tutto quello che fosse necessario per vincere il titolo. Ha vinto cinque gare durante la stagione ed anche ad Homestead è rimasto in testa per la maggior parte della prima metà  della gara. Dopo non ha mai lasciato andar via Briscoe. “Ci siamo spinti a vicenda per conquistare i due punti di bonus”, ha detto Dixon. “Il gruppo di Franchitti ha scelto la strategia più intelligente.”

Al primo pit stop Franchitti è andato quattro giri più lungo di Briscoe, e ha mantenuto il vantaggio anche per il secondo. Dopo il terzo, Franchitti ha scelto di risparmiare ancora di più carburante, cosa che gli ha consentito di completare gli ultimi 51 giri senza doversi più fermare.

Chip Ganassi ha detto che la decisione è stata resa più facile dal fatto che solo i tre contendenti al titolo erano a pieni giri. Ma ha anche ammesso che comunque scegliere una strategia del genere non era da tutti.

“Ci vuole un livello di maturità  e un livello di fiducia in te stesso, devi essere un campione prima e sapere che cosa ci vuole per essere un campione”, ha detto. “Questo serve per vincere le gare come abbiamo fatto noi sabato.”

Al termine della gara, Franchitti ha percorso in testa 25 giri, contro i 70 di Dixon e i 103 di Briscoe. Nel corso dell'anno, Franchitti ha condotto in testa 485 giri, contri 739 di Briscoe e gli 815 di Dixon. Eppure, Dixon e Franchitti hanno vinto lo stesso numero di gare 5, grazie alla grande costanza dello scozzese.

“Penso che ci sono molti ragazzi che possono vincere gare, ma non ce ne sono altrettanti in grado di vincere i campionati. Dario è in grado di farlo”, ha detto Ganassi. “Lui è sempre lì, magari non è molto appariscente, ma alla bandiera a scacchi è sempre dove conta. Lui è questo genere di pilota.”

La decisione di tornare in Indycar arrivò nel weekend del Labor Day dello scorso anno a Detroit, quando Ganassi aveva appena saputo che avrebbe perso Dan Wheldon (passato al Panther Racing), e aveva bisogno di un top driver da affiancare a Dixon. Franchitti, il cui programma NASCAR era stato appena sciolto a causa della mancanza di sponsorizzazione, sapeva che lui apparteneva in IndyCar.

Tutto ciò che restava era trovare una squadra. E Ganassi era già  suo datore di lavoro in NASCAR. “Mi fece sedere e mi incalzò molto duramente”, ha detto Franchitti circa Ganassi. “Perché voglio tornare nella IndyCar? Ero pronto per la sfida e a dare il 100 per cento? Sono solo felice di essere riuscito a convincerlo.”

Il campionato è stato il secondo in tre anni per Franchitti. Solo Sam Hornish (2001, '02) e Dixon (2003, '08) hanno vinto più di un titolo Indycar. Inoltre, a 36 anni, è il più vecchio vincitore di un titolo Indycar.

“Non pensavo che avrei vinto cinque gare e il campionato subito al mio ritorno”, ha detto.
“Sapevo che guidando per Ganassi avrei avuto tra le mani un ottimo materiale, era solo una questione di essere capace di tornare e di competere ad un livello che avevo già  raggiunto.”

Franchitti ha detto che vincere il campionato è stato “dolce” per vari motivi.
In primo luogo, ha fatto riparato alla stagione interrotta in NASCAR, che i critici hanno considerato un fallimento. Franchitti ha ammesso come sia stato umiliante e doloroso, non per la caviglia rotta in un incidente a Talladega, ma anche per il licenziamento di 70 persone.

“E' stato qualcosa che era successa ad altri, ma era la prima volta che succedeva a me”, ha detto. “E' stata una buona lezione.” A fine gara Franchitti ha poi voluto ricordare il suo amico Greg Moore, scomparso 10 anni fa in un incidente al California Speedway proprio mentre Franchitti si giocava il titolo CART con Montoya.

“Penso a Greg Moore tutto il tempo”, ha detto Franchitti. “Ha vinto la sua ultima gara proprio qui ad Homestead. 10 anni fa mi trovavo in una lotta per il campionato con Montoya, ma tutto perse di importanza perché perdemmo Greg. Questo mese sono 10 anni esatti, quindi questa è per lui.”

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