Vince Carter dovrà non far rimpiangere Turkoglu, e non sarà facile…
Agenda fittissima d'incontri quella dell'estate 2009 di Otis Smith, GM degli Orlando Magic, reduci dalle Finals perse contro Kobe e compagni.
La grana Turkoglu risolta con la partenza del giocatore turco destinazione Toronto saturata dall'arrivo di Vince Carter in uno scambio in cui si è sacrificato il promettente Lee.
La riconferma di Gortat come cambio di Howard è costata cara in termini di salary cap immediato e futuro e non ha soddisfatto nemmeno il giocatore polacco che già pregustava una stagione ai Mavs con molto più spazio di quello che avrà partendo dalla panchina con i Magic.
Gli arrivi di Bass, Burns e Jason Williams aumentano la profondità della panchina e danno più soluzioni a coach Van Gundy. Le altre contendenti, specialmente ad Est, hanno preferito innesti mirati e di veterani pronti a sacrificare punti e minuti per vincere l'anello.
I Magic hanno optato per una mini rivoluzione, con Howard, Lewis e Nelson che restano le basi di una squadra che però ha tre giocatori sui cinque partenti del quintetto degli scorsi play-off che non vestono più la casacca bianco-blu.
Conference: Eastern
Division: Southeast
Arrivi: V.Carter (Nets), R.Anderson (Nets), B.Bass (Mavs), J.Williams (libero), M.Barnes (Suns)
Partenze: C.Lee(Nets), T.Battie (Nets), R.Alston (Nets), H.Turkoglu (Raptors)
Draft: gli Orlando Magic non avevano scelte al Draft 2009
Probabile quintetto
Nelson, Carter, Pietrus, Lewis, Howard
ROSTER
Guardie: Nelson, Williams, Johnson, Carter, Redick, Lue
Ali: Barnes, Lewis, Pietrus, Andreson, Bass
Centri: Howard, Gortat, Foyle
Commento
Spendere molto nell'NBA contemporanea non è sinonimo di vittoria.
New Orleans è la squadra che nella stagione 2008/09 ha speso più di tutte per il monte ingaggi ma niente anello, solo un primo turno di play-off che peggiore il rendimento della stagione precedente.
Per Orlando l'obbligo dell'estate 2009 era quello di rifirmare Turkoglu che aveva deciso di utilizzare l'opzione per uscire dal suo contratto. Otis Smith era intenzionato a fare una proposta dal valore medio-alto , ma non il massimo che il giocatore turco chiedeva.
Oltre ai tre contratti di Howard, Nelson e Lewis, che occupano quasi tutto il salary cap dei Magic, aggiungere anche quello di un giocatore che andava ormai oltre la trentina avrebbe significato il blocco del mercato per i prossimi anni.
Perso Turkoglu le priorità erano due. La prima era quella trovare un giocatore di pari valore per sostituire Hedo, la seconda era quella di rafforzare la panchina, punto debole messo in luce dal confronto con quella dei Lakers.
Un po' a sorpresa nei giorni precedenti il Draft svoltosi a New York Smith ha imbastito una trattativa con i Nets per portare in Florida Vince Carter. Contropartita tecnica per i Nets Alston, ormai chiuso dal rientro di Nelson, Lee, ottimo al primo anno tra i pro e Battie. In Florida arriva anche Ryan Andreson, ala grande anche lui reduce dal suo primo anno NBA.
Carter porta con sé un contratto pesante, con cifre superiori a quelle che Turkoglu ha strappato a Toronto, ma di durata inferiore. Otis Smith ha così rimpiazzato la partenza del turco con un giocatore di pari valore tecnico ed è riuscito anche a non pesare troppo sul futuro economico della franchigia. Starà ora a coach Van Gundy trovare gli equilibri per far convivere i quattro All-Star della squadra.
Le Finals del 2009 sono il risultato di un lavoro ed un progetto tecnico lungo tre anni, in cui Howard era il leader emotivo mentre Turkoglu era quello tecnico. Carter è un giocatore dal passato glorioso che nelle ultime stagione è sembrato svogliato, forse disilluso dalla reali potenzialità dei Nets anche quando c'erano ancora Kidd e Jefferson.
La speranza in casa Magic è che ritrovi gli stimoli dei primi anni a Toronto con la prospettiva di giocare in una contender. Le cifre di Carter sono sempre state molto buone ma ora si ritrova in una squadra che fa dell'equilibrio la sua arma migliore. Turkoglu aveva trovato la sua dimensione ed era il giocatore a cui Van Gundy affidava i possessi decisivi, sia come finalizzatore sia come assist-man.
Il rischio più grande che può portare l'arrivo di Carter è la snaturalizzazione di un sistema di gioco collaudato e solido, sia in difesa che in attacco. Infatti Turkoglu pur non essendo un difensore superbo si applicava spesso sulle ali avversarie più pericolose, più di Lewis, con risultati più che buoni.
Carter dovrà marcare giocatori più perimetrali ma la presenza di Nelson obbligherà Carter sempre alla marcature delle guardie avversarie, che ai massimi livelli significa affrontare in sequenza Bryant, Allen, Ginobili, Roy e James, non potendosi così prendere riposi difensivi.
Punto debole sottolineato dai Lakers nelle finali, sia per qualità che per profondità , è stata la panchina di Orlando. Johnson è un cambio in PG più che buono ma Van Gundy non lo ritiene affidabile ai massimi livelli.
Tra gli esterni Redick soffre molto la fisicità degli avversari con il solo Pietrus utile e ben inserito negli schemi. Il francese è il primo indiziato come partente nel ruolo di ala piccola nel nuovo quintetto. Tra i lunghi Gortat è quello che ha mostrato le cose migliori, mentre il veterano Battie è stato spedito in New Jersey per far spazio salariale.
Il rientro di Nelson ha chiuso la strada ad Alston che pochissimi mesi dopo il suo arrivo in Florida è stato spedito ad altra destinazione. Prima dell'infortunio del Jameer i Magic erano riusciti anche a raggiungere il primo posto assoluto nel ranking e le sue prestazioni nei due scontri diretti in stagione con i Lakers hanno di fatto forzato il suo rientro nelle Finals nella speranza che avesse lo stesso impatto della stagione regolare, ma così non è stato.
Johnson e Lue non sono considerati affidabili da Van Gundy, così Smith è tornato sul mercato per inserire nel roster Jason Williams. Ritiratosi un anno per motivi famigliari è tornato dopo un anno di pausa. Adattissimo ad un gioco veloce Williams dovrà riprendere il ritmo partita e tenere alto il ritmo di gioco quando chiamato a far riposare Nelson. Meno realizzatore di Jameer, Williams ha più visione di gioco, ha molta esperienza anche nei play-off ed ha più talento sia di Johnson che di Lue.
Il reparto guardie vede l'arrivo di Carter che prenderà il posto che l'anno precedente occupava Lee ma con molte più responsabilità in attacco. Dalla panchina usciranno JJ Redick, anche se le prestazioni delle Finals non giocano a suo favore, e Pietrus quando non partirà in quintetto. Le capacità difensive del francese sono molto apprezzate in casa Magic tanto che spesso è chiamata a marcare la stella avversaria qualunque sia il suo ruolo, escluso i centri. In attacco è perfettamente calato nel ruolo, buon tiratore dalla lunga, si esprime al meglio in campo aperto.
L'arrivo di Barnes allunga notevolmente la rotazione degli esterni. Giocatore sottovalutato nelle ultime due stagioni ha giocato nei Warriors e nei Suns collezionando buonissime cifre. Versatile come Pietrus può essere utizzato anche come PF atipica.
Altro innesto dal mercato dei free-agent è Brandon Bass che dopo le ultime due stagioni in cui si è messo in luce a Dallas arriva come primo cambio dei lunghi. Forte fisicamente, buon attaccante e ottimo rimbalzista, avrà la possibilità di partire in quintetto quando Van Gundy deciderà di schirare Lewis nel suo ruolo naturale di SF. Dai Nets arriva Ryan Anderson, autore di una buonissima summer league. Ottimo rimbalzista, ha un buon tiro perimetrale.
Come cambio di Howard è rimasto Marcin Gortat.
Il polacco già pregustava una stagione a Dallas in cui si sarebbe giocato il posto in quintetto con Dampier. Invece Smith ha deciso di pareggiare l'offerta dei Mavs e Gortat rimarrà in Florida, almeno fino a Dicembre.
Infatti è quello il periodo in cui si possono scambiare i "restricted free-agent" confermati dalle squadre di appartenenza. L'idea che Gortat possa essere scambiato non è infondata, sia per questioni si monte salari, sia perché lo stesso giocatore avrebbe gradito molto un cambio di destinazione. Ruoli marginali per Johnson, Lue e Foyle in attesa che il roster sia completato fino ad arrivare a quindici giocatori.
Otis Smith ha fatto apparentemente un mercato ottimo, ha inserito giocatori di ruolo adattissimi al gioco voluto da coach Van Gundy ed è riuscito a portare in Florida un All-Star e un giovane promettente in cambio di tre buonissimi giocatori ma con il solo sacrificio del giovane Lee.
La corsa nei play-off dei Magic della passata stagione è stata guidata da un entusiasmo contagioso nato dalle vittorie in condizioni sfavorevoli come gare 6 contro i Phila in cui mancava Howard o gara 7 a Boston. Hanno vinto serie in cui erano sfavoriti sulla carta come contro i Cavs ma il brusco risveglio causato dai Lakers potrebbe trascinare i suoi effetti negativi anche in questa stagione. Il gruppo è giovane e anche la squalifica di Lewis per le prime dieci giornate non dovrebbe pesare troppo.
La conferma definitiva di Howard e Nelson uniti alla costanza di Lewis e un Carter motivato sono i presupposti per far bene. Gli avversari si sono rinforzati, i Magic partono come l'anno scorso un gradino sotto Boston, Cleveland e Lakers, ora starà a coach Van Gundy stupire tutti come ha fatto la passata stagione, trovando soluzioni nuove e imprevedibili che riescano a sorprendere nuovamente gli avversari e riportino Howard e compagni in finale con un anno d'esperienza in più.