Negli ultimi anni, gli Sharks sono stati famelici nella Regular Season, ma si sono persi nei Play Off
"California, here we come", cantavano qualche anno fa i Phantom Planet. E "California, arriviamo" diciamo anche noi, dopo esserci sciroppati oltre 1500 chilometri di Statale 5, quella che da Vancouver precipita verso sud attraverso l'Oregon.
San José, punto di partenza della famosa Silicon Valley, sede di numerosissime aziende dell'alta tecnologia, si trova all'estremità meridionale della Baia di San Francisco. Qui, anche a ottobre ormai inoltrato, è difficile pensare al ghiaccio, se non a quello dei drink serviti nei numerosi locali di San Francisco. La brezza proveniente dal Pacifico sa essere gelida anche nelle stagioni più calde, ma è del tutto inutile. L'hockey è qualcosa di lontano, un hobby per pochi.
Qualche anno fa, di passaggio da queste parti per una vacanza, ebbi l'occasione di chiacchierare con un motociclista di Monterey (città situata a una manciata di chilometri da qui), tifosissimo di Valentino Rossi. Ebbene, il simpatico centauro conosceva ogni dettaglio della carriera di Rossi, ma restò stupefatto quando gli dissi che la sua California vantava ben tre squadre di disco su ghiaccio. Lui conosceva solo i Los Angeles Kings.
E così decidiamo di adeguarci, dedicandoci ad altro. Non nego di nutrire da anni un'autentica passione per gli squali. Non perdo un documentario su questi magnifici predatori e questa potrebbe essere l'occasione per approfondire le conoscenze. In fondo siamo o non siamo in casa Sharks?
Nel 1991, George e Gordon Gund ottengono il permesso di creare una franchigia nell'area della Baia di San Francisco, dove a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta già avevano tentato di imporsi gli Oakland Golden Seals. L'onore di battezzare la nuova squadra spetta ai futuri tifosi, che votano in massa a favore di Blades (lame). Agli organizzatori, tuttavia, non piace la potenziale associazione con un'arma, soprattutto in considerazione del fatto che la vicina Oakland è costantemente ai vertici delle classifiche nazionali in quanto a criminalità .
Ha così la meglio il secondo nome più votato: Sharks. Secondo Matt Levine, allora responsabile del marketing della neonata franchigia, gli squali sono implacabili, determinati, rapidi, agili, intelligenti e impavidi. Tutte qualità che, ci si augura, contraddistingueranno gli atleti che porteranno sul petto l'animale che ha reso ricco e famoso Steven Spielberg. Il nome è azzeccato anche dal punto di vista geografico. Nell'Oceano Pacifico vivono ben sette diverse specie di squali e pare che una determinata area della Baia di San Francisco, denominata "triangolo rosso", pulluli di pescecani.
La curiosità ci conduce al porto di San Francisco, le cui banchine sono un labirinto di negozi e ristoranti, tenuti d'occhio dagli impassibili (e puzzolenti) leoni di mare, stravaccati sul molo incuranti della gente. Qui, tra un imperdibile negozio di cimeli sportivi per collezionisti (memorabile una foto con autografo di Wayne Gretzky in maglia Oilers che alza la Stanley Cup, ma memorabile anche il prezzo) e un museo delle cere invece tranquillamente perdibile, sorge l'Aquarium of the Bay.
Caschiamo decisamente bene. Capitiamo all'acquario in pieno SHARKtober, un intero mese di manifestazioni, attività e spettacoli dedicati a questi splendidi animali. Percorrendo tunnel trasparenti, ci avventuriamo tra i segreti di un ecosistema che, a parte i pescecani, ospita migliaia di altre specie altrettanto interessanti.
Ma basta gingillarsi con la fauna ittica del Pacifico. Il campionato più bello del mondo, checché ne pensino i residenti, arriva anche a queste latitudini. I San José Sharks sono stati protagonisti di un inizio di stagione piuttosto discontinuo, ma la vittoria di poche ore or sono contro i Columbus Blue Jackets con tripletta di Dany Heatley dimostra che, una volta di più, si aggireranno nella Regular Season in modo implacabile e determinato. Da squali, insomma. L'importante è che, come al solito, non giungano ai Play Off come teneri cucciolotti.
È tempo di lasciarci alle spalle la Baia di San Francisco e di proseguire verso sud. Ma non preoccupatevi, la settimana ventura non parleremo di papere"